• Archivio Lavoro & Salute
  • Medicina Democratica
Log in or Register
Close
Lost your password?
Lavoro & Salute – Blog
Visita Rifondazione.it
  • Home
  • Archivio
    • Cronache Politiche
    • Cronache Sociali
    • Comitati di Lotta
    • Cronache di Lavoro
    • Cronache Sindacali
    • Movimenti di Liberazione
    • Altra Informazione
  • Sito LeS Cartaceo
  • Editoriali
  • Annali
  • Altro Blog
SFOGLIA IL GIORNALE INTERATTIVO
Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, scriva a info@lavoroesalute.org Distribuito gratuitamente da 36 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori. Tutti i numeri in pdf www.lavoroesalute.org

  •  Seguici su Facebook Lavoro E Salute
  •  Seguimi su FacebookFranco Cilenti
Visita Medicina Democratica

LA RIVISTA NAZIONALE
MEDICINA DEMOCRATICA


Rifondazione Due per mille

Rifondazione Due per mille

Notiziario online del PRC

Notiziario online del PRC

Notiziario online del PRC - Dire Fare Rifondazione

Contro La Crisi

Visita Contro La Crisi
Free Palestine
  • Intifada
  • OLP
  • Free Palestine FB Page

Blog Lavoro e Salute – Categorie

  • Ambiente e salute (1.071)
  • Blog (6.091)
    • Altra Informazione (4.383)
    • Comitati di Lotta (4.046)
    • Cronache di Lavoro (4.309)
    • Cronache Politiche (4.508)
    • Cronache Sindacali (3.800)
    • Cronache Sinistra Europea (2.744)
    • Cronache Sociali (4.370)
    • Culture (1.691)
    • Editoria Libera (527)
    • Movimenti di Liberazione (486)
    • Politiche di Rifondazione (3.900)
    • Storia e Lotte (896)
  • cronache sindacali (14)
  • lavoratrici (27)
  • OSS sanità (9)
  • sanità e salute (2.567)
  • servizio sanitario privato (54)
  • sicurezza lavoro (496)
  • Uncategorized (67)

Archivio Settimanale

  • dicembre 9, 2019–dicembre 15, 2019
  • dicembre 2, 2019–dicembre 8, 2019
  • novembre 25, 2019–dicembre 1, 2019
  • novembre 18, 2019–novembre 24, 2019
  • novembre 11, 2019–novembre 17, 2019
  • novembre 4, 2019–novembre 10, 2019
  • ottobre 28, 2019–novembre 3, 2019
  • ottobre 21, 2019–ottobre 27, 2019
  • ottobre 14, 2019–ottobre 20, 2019
  • ottobre 7, 2019–ottobre 13, 2019
  • settembre 30, 2019–ottobre 6, 2019
  • settembre 23, 2019–settembre 29, 2019
  • settembre 16, 2019–settembre 22, 2019
  • settembre 9, 2019–settembre 15, 2019
  • settembre 2, 2019–settembre 8, 2019

Archivio Mensile

  • dicembre 2019 (60)
  • novembre 2019 (127)
  • ottobre 2019 (113)
  • settembre 2019 (114)
  • agosto 2019 (83)
  • luglio 2019 (116)
  • giugno 2019 (103)
  • maggio 2019 (120)
  • aprile 2019 (107)
  • marzo 2019 (114)
  • febbraio 2019 (111)
  • gennaio 2019 (106)
  • dicembre 2018 (117)
  • novembre 2018 (100)
  • ottobre 2018 (112)
  • settembre 2018 (99)
  • agosto 2018 (91)
  • luglio 2018 (104)
  • giugno 2018 (102)
  • maggio 2018 (103)
  • aprile 2018 (96)
  • marzo 2018 (108)
  • febbraio 2018 (98)
  • gennaio 2018 (86)
  • dicembre 2017 (81)
  • novembre 2017 (100)
  • ottobre 2017 (98)
  • settembre 2017 (73)
  • agosto 2017 (50)
  • luglio 2017 (115)
  • giugno 2017 (100)
  • maggio 2017 (94)
  • aprile 2017 (108)
  • marzo 2017 (112)
  • febbraio 2017 (139)
  • gennaio 2017 (126)
  • dicembre 2016 (109)
  • novembre 2016 (94)
  • ottobre 2016 (97)
  • settembre 2016 (66)
  • agosto 2016 (37)
  • luglio 2016 (83)
  • giugno 2016 (76)
  • maggio 2016 (65)
  • aprile 2016 (78)
  • marzo 2016 (67)
  • febbraio 2016 (71)
  • gennaio 2016 (71)
  • dicembre 2015 (87)
  • novembre 2015 (90)
  • ottobre 2015 (91)
  • settembre 2015 (64)
  • agosto 2015 (28)
  • luglio 2015 (71)
  • giugno 2015 (69)
  • maggio 2015 (77)
  • aprile 2015 (87)
  • marzo 2015 (96)
  • febbraio 2015 (105)
  • gennaio 2015 (107)
  • dicembre 2014 (101)
  • novembre 2014 (89)
  • ottobre 2014 (120)
  • settembre 2014 (34)
  • agosto 2014 (18)
  • luglio 2014 (33)
  • giugno 2014 (33)
  • maggio 2014 (29)
  • aprile 2014 (27)
  • marzo 2014 (65)
  • febbraio 2014 (22)
  • ottobre 2013 (11)

Commenti di Mauro Biani

  • Studio 24, con Giulio

      Oggi a Studio 24 (Rainews24), sulla commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni.
  • Operai

    La classe operaia non va in paradiso, non resta a terra. Oggi per Repubblica.
  • Piazza Fontana, 50 anni

    Strage fascista, strage di Stato. Oggi per Repubblica.
  • Almaas Elman a Mogadiscio

    “Le scrivo dall’Ambasciata d’Italia a Mogadiscio per informarla che la locale Delegazione dell’Unione Europea nell’evento commemorativo del 9 dicembre, in ricordo di Almaas Elman e alla presenza della sorella Ilwad, del Primo Ministro somalo e degli Ambasciatori dei paesi UE qui accreditati, ha inaugurato l’esposizione della sua opera apparsa su la Repubblica il 23 novembre […]
  • Uomo forte

    Oggi, per Repubblica.
  • Taglio alto/Meloni

    Questa settimana per l’Espresso.

Visitatori Blog dal 2016

  • 42Questo articolo:
  • 812325Totale letture:
  • 1513Letture di ieri:
  • 27346Letture scorso mese:
  • 4800La scorsa settimana:
  • 10783Visitatori per mese:
  • 665Visitatori per giorno:
  • 2Utenti attualmente in linea:
Altra Informazione, Blog, Comitati di Lotta, Cronache di Lavoro, Cronache Politiche, Cronache Sindacali, Cronache Sinistra Europea, Cronache Sociali, Politiche di Rifondazione, Storia e Lotte — ottobre 27, 2019 9:18 am

La rivolta in Cile, cominciata come protesta contro l’aumento dei biglietti del trasporto pubblico metropolitano, si è estesa a tutto il paese e alle politiche neoliberali del governo più complessivamente. La durissima repressione e il coprifuoco imposto in diverse città ha portato, secondo le ultime cifre diffuse dall’Osservatorio per i diritti umani, ad almeno 16 morti (5 per mano delle forze repressive dello Stato), 2410 arrestati, 535 feriti (di cui 210 da armi da fuoco) e diversi desaparecidos. Sono decine le denunce di violenze sessuali da parte di poliziotti e militari nei confronti di donne arrestate e si moltiplicano le denunce di desaparición e di operazioni repressive illegali da parte delle forze armate nelle case private, scuole e università. Intanto, due nuove giornate di sciopero e mobilitazione generale sono state lanciate per ieri e oggi chiedendo le dimissioni del presidente e del governo e un cambiamento radicale rispetto alle politiche neoliberali.

LaMarchaMásGrande. Un milione di cileni per bruciare il neoliberismo

Pubblicato da franco.cilenti

#LaMarchaMásGrande. Un milione di cileni per bruciare il neoliberismo

“Chile despertó. No estamos en guerra” (Il Cile si è svegliato. Non siamo in guerra). Lo slogan si legge su un’immensa bandiera cilena tenuta da migliaia di persone riunite nella Plaza Italia di Santiago con lo slogan #LaMarchaMásGrande. La massiccia mobilitazione di Unidad Social – che riunisce più di 70 organizzazioni sociali e sindacali – corona l’ottava giornata di proteste contro il presidente Sebastián Piñera e il modello economico cileno in tutto il paese, nonostante la rinnovata minaccia di coprifuoco.

Venerdì ha segnato l’ottavo giorno consecutivo di proteste a livello nazionale con la più grande marcia nella storia del Cile. Il movimento non ha leader, chiede una vita dignitosa e attraversa l’intero tessuto sociale. Reclama un cambiamento strutturale: che gli studenti non vengano stigmatizzati o criminalizzati, che gli universitari non entrino nel mondo del lavoro con debiti che devono pagare in venti o trent’anni. Che gli stipendi degli adulti permettano loro di vivere e non sopravvivere. Che i nonni non debbano lavorare perché le pensioni si esauriscono con l’acquisto mensile di medicinali.

«In altre parole, è stato il risveglio di tutti», scrive l’inviato di Pagina 12, il quotidiano argentino di sinistra.

“Non sono 30 pesos, sono 30 anni” è uno slogan ripetuto su social network e sui cartelli dei manifestanti. I “30 pesos” sono il costo esorbitante dell’aumento del biglietto della metropolitana di Santiago che ha fatto esplodere la “pentola a pressione”. I 30 anni si riferiscono ai decenni trascorsi dalla fine del regime militare senza tuttavia mettere in discussione il modello economico imposto dalla dittatura, il Cile è il luogo dove iniziò col golpe fascista la sperimentazione delle politiche ultraliberiste dei Chicago Boys. Concertación por la Democracia, i partiti “normali”, ha scelto di non apportare cambiamenti fondamentali. Il paese continua ad essere governato dalla Costituzione di Pinochet del 1980 le cui copie sono state bruciate dai manifestanti perché è questo l’obiettivo politico del movimento.

La mobilitazione convocata alle 17:00, ora locale, 22.30 italiane, ha cominciato a traboccare dalla piazza centrale di Santiago prima del tempo stabilito e l’hashtag #LaMarchaMásGrande ha iniziato a viralizzare centinaia di immagini e video di cileni che chiedono “Renuncia Piñera”, “No estamos en guerra”, “Chile despertó”, “Salud digna”, “Asamblea constituyente”, “No AFP (Administradoras de Fondos de Pensión)”. Durante la mattinata, i camionisti hanno bloccato le autostrade della capitale chiedendo l’eliminazione del tag, la tariffa chilometrica delle autostrade in concessione. Le stesse categorie che nel 1972 destabilizzarono il governo di Salvador Allende sembrano avere scelto un’altra direzione. Prima di mezzogiorno c’erano già delle barricate incendiate intorno a La Moneda, il palazzo del governo, con lanci di molotov e sparatorie della polizia. Quella stessa zona più tardi è stata assediata da quanti si sono fronteggiati con gli schieramenti dei carabinieri gridando per la libertà.

Alle 21:25 c’erano ancora spari e urla nel centro di Santiago con le forze dell’”ordine” che erano sorvegliate a vista dagli osservatori per i diritti umani e, per questo, si limitavano a difendersi senza attaccare. Nel suo account Twitter, il presidente Piñera ha scritto: “La folta, gioiosa e pacifica marcia di oggi, dove i cileni chiedono un Cile più giusto e solidale, apre grandi strade verso il futuro e la speranza. Abbiamo tutti sentito il messaggio. Siamo tutti cambiati. Con l’unità e l’aiuto di Dio, percorreremo la strada verso un Cile migliore per tutti”. La foto sul suo profilo lo mostra elegante e sorridente. Il suo governo rimane immobile, e le soluzioni che ha finora fornito perpetuano quella struttura che il paese ha lasciato questo storico venerdì ha voluto bruciare.

Assediato dalle ripetute marce, in attesa della missione ONU che indagherà sulle violazioni dei diritti umani commesse contro i 528 feriti, i 2840 detenuti e i 19 uccisi in una settimana di continua repressione, Piñera si è presentato ieri mattina con un gruppo di pensionati al Palacio de la Moneda per annunciare miglioramenti nel sistema pensionistico privato, che è stato rapidamente respinto dall’opposizione.

Il colpo d’occhio era di bandiere nazionali e quelle di Colo-Colo, Universidad de Chile e Universidad Católica, le più grandi squadre di calcio che condividono lo spazio sin agarrarse a trompadas, senza “stringere le zampe”. C’erano bandiere della nazione Mapuche, dell’orgoglio LGBTIQ, di partiti politici di sinistra, di sindacati come la Central Unitaria de Trabajadores, del Colegio de Profesores. C’erano donne con le loro sciarpe verdi e viola, e una folla che spaziava facilmente dai tre agli ottant’anni. E’ stato un carnevale gioioso e potente che, tuttavia, non ha dimenticato i 19 morti dall’inizio della rivolta.

Prima di “La marcia più grande”, il governo ha rinnovato il coprifuoco – tra le 23 e le 4 del mattino – nella regione metropolitana, Antofagasta, Copiapó, Valparaíso, Rancagua, Concepción, Puerto Montt e Osorno. Tuttavia, centinaia di migliaia di cileni sono scesi di nuovo in strada. “Il Cile ha bisogno di profondi cambiamenti per raggiungere la pace con la giustizia sociale, quindi ci mobilitiamo contro le politiche neoliberali che ci hanno fatto precipitare nella povertà per 30 anni”, ha detto Eric Campos, un leader dalla CUT, la Central Unificada de Trabajadores y Trabajadoras. Il raduno è partito a mezzogiorno da piazza Los Héroes e ha avuto una emozionante convocazione di fronte alla Biblioteca Nazionale, a dodici isolati da Plaza Italia, dove le canzoni sono state cantate di Víctor Jara, un cantautore scomparso sotto la dittatura di Augusto Pinochet.  La marcia è stata replicata in diverse parti del paese trans-andino con massicce mobilitazioni.

Secondo l’Istituto Nazionale per i Diritti Umani del Cile (INDH), fino alle 22 locali di ieri (le ore 3 italiane di oggi), sono state 2.840 le persone arrestate, di cui 1.084 a Santiago. Per l’ong i feriti sono 582. Sono saliti a 19 i morti nell’ondata di proteste che sta colpendo il Cile dopo la rivolta divampata contro l’aumento del prezzo del biglietto della metropolitana. L’ultima vittima è un cittadino peruviano, Agustn Juan Coro Conde, che sarebbe stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco dal proprietario di un negozio nel quale si presume che la vittima sia entrata per saccheggiarlo, nella zona popolare di Puente Alto, nel sud-est di Santiago del Cile. Secondo l’ultimo bilancio ammesso dalle autorità, i civili rimasti feriti sono 33, gli arrestati 542 e i fermati durante il coprifuoco 173, numeri che secondo il ministero evidenzierebbero una diminuzione degli episodi violenti. Nel personale di polizia e delle forze armate i feriti ammontano a 22.  I deputati comunisti hanno chiesto le dimissioni del ministro dell’Interno: «Governare esige una responsabilità politica, cedere il passo al dialogo, proteggere gli abitanti del Cile, ma il ministro ha ceduto solo alla repressione e alla violenza di Stato, creando paura tra noi. Un dialogo sociale non è possibile se continuiamo con questa repressione sistematica. Niente più militari per le strade», scrive Camila Vallejo, già leader studentesca e ora parlamentare per il Pc cileno.

 

Per i cantori del neoliberismo il Cile viene presentato come  il “giaguaro dell’America latina”, dove la cui la crescita è costante – in media il PIL è aumentato del 5,2% all’anno durante gli ultimi 24 anni – ma è il paese più diseguale di tutta l’OCSE, come ha scritto Marco Bersani proprio su Popoff.

Il costo della vita vi è altissimo. Per esempio, il famigerato biglietto della metropolitana di Santiago  osta quattro volte quello della metro di Buenos Aires ed è più caro che a New York. Quanto allo sforzo finanziario delle persone normali per l’accesso alla pubblica sanità, è il triplo di quello della Germania. Se si considera il potere d’acquisto, il cittadino cileno si ritrova ad avere un reddito medio equivalente al 31% di quello di un cittadino Usa.  Le privatizzazioni massicce operate dalla dittatura sotto la direzione dei Chicago boys tra il 1973 ed il 1990 si sono tradotte in un accesso più che limitato degli strati poveri della popolazione alle infrastrutture sanitarie, scolastiche e universitarie, mentre, malgrado un tasso ufficiale di disoccupazione inferiore al 7%, meno della metà delle donne ha un lavoro salariato ed solo un terzo di loro dispone di un lavoro stabile.

Quando Berlinguer lanciò per il Pci la parola d’ordine del compromesso storico con la Dc lo fece paventando il “pericolo cileno”, il timore che un governo di sinistra avrebbe scatenato gli strali americani e delle multinazionali. La storia dimostra che in Italia sono stati gli eredi del Pci-Pds-Ds fusi con gli eredi della Dc nel Pd, a essere designati come vestali delle politiche neoliberiste. In quegli anni, l’estrema sinistra gridava nelle strade italiane: “Compagno Berlinguer, ci dicono dal Cile che il compromesso storico lo fanno col fucile”.

Checchino Antonini

26/10/ www.popoffquotidiano.it

Tags: #ChileDesperto #LaMarchaMásGrande anticapitalismo Camila Vallejo Camilla Vallejo capitalismo finanziario Central Unificada de Trabajadores y Trabajadoras Chicago Boys chile chile desperto Cile Colo-Colo Concertación por la Democracia diseguaglianza di reddito diseguaglianze USA disuguaglianza sociale disuguaglianze in Cile economia capitalista golpe in Cile ideologia capitalista Malaeconomia Pinochet repressione militare repressione politica repressione popolare rivolta popolare Salvador Allende Sebastián Piñera Universidad Católica Universidad de Chile
  • Condividi questo post:
  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • Digg
Autore: franco.cilenti
© Copyright 2019 — Lavoro & Salute – Blog. All Rights Reserved - Created by Pep Web - Privacy Policy
blog-lavoroesalute.org è un blog collettivo di giornalisti e di autori e non una testata giornalistica. Il suo aggiornamento è infatti senza periodicità. blog-lavoroesalute.org non è quindi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. I contenuti e le opinioni di blog-lavoroesalute.org devono per questo motivo essere considerati espressione esclusiva di chi ne è autore e, in ogni senso, sotto la sua individuale e personale responsabilità. I contributi multimediali utilizzati da blog-lavoroesalute.org- testi, foto, video, audio e grafiche - se non di produzione o di proprietà dei giornalisti e degli autori o concessi esplicitamente da autori terzi o dalle persone ritratte, sono di pubblico dominio perché, ove possibile, offerti dalla rete e trattati, in relazione alle loro opzioni di riproduzione o elaborazione, come contenuti di blog-lavoroesalute.org, nel rispetto dei 6 livelli di tutela dell’autorialità previsti dalla versione inglese e dalle bozze italiane del CCPL 4.0 per la gestione della pubblicazione e della elaborazione di Creative Commons. Se gli autori o i soggetti ritratti o riprodotti fossero contrari, nella forma utilizzata o in assoluto, alla pubblicazione su blog-lavoroesalute.org di contenuti che li riguardano, hanno facoltà di inviare una segnalazione a blog-lavoroesalute.org per la loro correzione, in ogni modo indicato, o per la loro rimozione, con il diritto di stabilire la rilevanza della eventuale rettifica, compreso anche quanto pubblicato sui social-network. Ogni contribuzione volontaria o entrata pubblicitaria ricevuta da blog-lavoroesalute.org è esclusivamente funzionale al suo mantenimento.
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Cliccando sul tasto o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. Accetto