Lavoratori interinali della sanità. Stabilizzazione a suon di licenziamenti?

Gli infermieri del Cardarelli, come anche quelli dell’Azienda dei Colli (Monaldi, CTO e Cotugno), del Policlinico di Napoli e di tutto il comparto sanitario campano, vivono da anni in una condizione di assoluta precarietà; il dato certo è che le assunzioni interne alle aziende sanitarie in Campania tramite Concorso pubblico, le uniche che garantiscono un contratto a tempo indeterminato, sono bloccate da anni, così centinaia di giovani infermiere e infermieri sono stati assunti negli ultimi anni attraverso le agenzie di collocamento, con tutto ciò che tale posizione comporta in termini di insicurezza e incertezza riguardo al proprio futuro lavorativo.

A luglio il Presidente della Regione De Luca aveva annunciato la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari nell’ambito della sanità pubblica; in particolare nella promessa fatta rientravano anche i lavoratori con contratti atipici, come quello di somministrazione. Ebbene a quasi un anno di distanza da quelle dichiarazioni, l’unico passo concretamente fatto appare essere quello dei 77 licenziamenti (!!!). Se nella testa di De Luca, del Commissario regionale alla sanità e del consiglio dei ministri che ne determina le linee d’azione si considera il diventare disoccupati una forma di ritrovata “stabilità” allora bastava essere più chiari; magari giusto un attimo prima di quelle elezioni che hanno portato alcuni di questi soggetti a trovare la loro, questa sì, personale stabilità sulle poltrone di alcuni palazzi.

“De Luca aveva promesso la stabilizzazione dei precari, ma a che prezzo?” è infatti quello che chiedevano a gran voce ieri, in presidio davanti alla Regione al Centro direzionale di Napoli, gli infermieri del Cardarelli insieme ai colleghi del Monaldi, anche loro preoccupati di questa “stabilizzazione” del proprio lavoro senza il lavoro e dall’imminente scadenza del contratto di appalto.

Il Cardarelli è una realtà nazionale nella quale il personale attualmente in forze risulta essere di gran lunga inferiore a quello necessario per garantire la funzionalità del servizio. La maggior parte degli interinali licenziati sono impiegati nel DEA, Dipartimento di emergenza, che comprende reparti come il pronto soccorso e la terapia intensiva.
Sicuramente i licenziamenti comporteranno gravi ripercussioni sull’attività del Cardarelli e sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) d tutti noi cittadini campani. Attualmente al Pronto soccorso, per fare solo qualche esempio, invece di 11 unità operative ce ne sono soltanto 5 e nella Terapia intensiva dove il rapporto infermiere-paziente dovrebbe essere di un 1 a 2, lavorano 4 infermieri per un totale di circa 40 pazienti! Per garantire il servizio sanitario non basterà quindi all’Azienda ospedaliera richiamare con la mobilità quei lavoratori che, vincitori di vecchi bandi pubblici, vogliono tornare finalmente a Napoli.

Insomma, la battaglia dei lavoratori interinali del Cardarelli va ben al di là delle mura di questa azienda ospedaliera e non riguarda certo solo questi settantasette infermieri. Per chi vuole una sanità pubblica di qualità, per chi pensa che il lavoro sia un diritto, per chi si batte contro tutte le forme di lavoro precarizzato, la battaglia degli interinali del Cardarelli è da sostenere e da supportare.

20/5/2016 http://clashcityworkers.org

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