Lavoro domestico e salute mentale: differenze di genere

Non esiste un termine o definizione universalmente riconosciuta: il lavoro non pagato, pur con le variazioni e differenti interpretazioni, include in modo più ampio tutte le responsabilità e i compiti necessari per mantenere una famiglia e una casa, senza ricevere alcun compenso in danaro.

Il lavoro non pagato è un tema poco studiato, soprattutto per quanto concerne la salute e, in particolare, la salute mentale. Soprattutto, il lavoro non pagato è fortemente condizionato dal genere: le donne in tutto il mondo sono ancora considerate le prime responsabili per il lavoro di cura della casa, impiegando una media di 3-6 ore al giorno, rispetto alle 0.5-2 ore per gli uomini.

Sono molte le donne che combinano lavoro non pagato e lavoro pagato, con un impegno complessivo in termini di tempo ben superiore rispetto agli uomini. Questo duplice carico incide su salute mentale e benessere delle donne, che a livello mondiale hanno  tassi di depressione e ansia sproporzionatamente più alti degli uomini.

Sono ignoti i meccanismi attraverso cui il lavoro non pagato può colpire la salute mentale.  E’ probabile che mutino secondo le norme sociali e culturali delle singole popolazioni e in base ai differenti ambiti del lavoro non pagato. La spiegazione più conosciuta considera la teoria dello stress di ruolo: il carico derivante dallo svolgere contemporaneamente lavoro pagato e lavoro non pagato, aumenta le condizioni di conflitto e sovraccarico che innescano reazioni di stress, con eventuali conseguenze sul benessere psicologico. Inoltre la mancanza di tempo e la fretta, attribuiti alla necessità di svolgere contemporaneamente un doppio lavoro, hanno effetti negativi su salute e benessere psicofisico. E  le donne sono le più esposte.

In passato la letteratura ha considerato il caregiving non pagato nei confronti degli anziani e ha riscontrato un impatto negativo sulla salute mentale. Tuttavia la revisione Erwin 2022, pubblicata sul Lancet public health per la prima volta considera l’associazione tra lavoro non pagato e salute mentale in una popolazione di adulti che hanno un’occupazione, prendendo in esame le differenze in base al genere. Viene perciò esclusa la popolazione disoccupata e il lavoro volontario, mentre i disturbi mentali, principalmente ansia e depressione, sono stati diagnosticati da un medico o gli eventuali sintomi autoriferiti e misurati da strumenti validati.

La revisione Erwin ha incluso 19 studi (in totale 70.310 partecipanti), la qualità delle evidenze era da bassa a moderata, 5 dei 19 studi sono stati esclusi dalla sintesi per importante rischio di errori. Il lavoro non pagato viene classificato secondo tre dimensioni: lavoro non pagato complessivo, senza distinzioni di mansioni, lavoro domestico e cura dei figli.  Cinque studi hanno valutato il lavoro complessivo, quattro hanno distinto tra lavoro domestico e cura dei figli e altri cinque hanno considerato solo il lavoro domestico.

Complessivamente, considerando i risultati, la revisione suggerisce un’associazione negativa tra lavoro non pagato e salute mentale, per le donne, mentre per gli uomini non risulta alcuna associazione. In sintesi il lavoro non pagato ha un impatto negativo sulla salute mentale delle donne. Il basso livello di qualità e l’eterogeneità degli studi inclusi impediscono di raggiungere solide conclusioni. Anche valutare se e quanto le tre dimensioni del lavoro non pagato (complessivo, domestico e cura dei figli) incidono sulla salute mentale è difficile, nessuno degli studi inclusi ha preso in esame in modo separato le tre dimensioni, rendendo impossibile un confronto diretto. 

Gli uomini sembrano meno vulnerabili all’ impatto negativo del lavoro non pagato sulla salute mentale. Quali sono le ragioni?  Lo studio avanza alcune ipotesi.

Gli uomini potrebbero avere una maggiore resilienza dovuta a differenti stili di coping e risposte emotive.

Più convincente, la disparità potrebbe risiedere in una divisione per genere della tipologia di lavoro non pagato e dei compiti da svolgere. Gli uomini spesso si occupano di lavori meno urgenti e più programmati, per esempio faccende fuori casa o di manutenzione, più divertenti e perciò protettivi. Per le donne invece, il lavoro a casa implica anche un importante carico mentale, un’ora di lavoro non pagato è più intensa e ha un impatto maggiore per le donne che per gli uomini e potrebbe non essere messa direttamente a confronto.

Le radicate e consolidate attese socioculturali insiste nella divisione di genere del lavoro non pagato, potrebbero probabilmente influenzare molto il modo in cui vengono vissuti la mancanza di tempo e il conflitto tempo-lavoro.
Un esempio: numerose società hanno, per tradizione, riposto attese minime sugli uomini nell’ambito del lavoro non pagato, cosicché gli uomini che contribuiscono più della norma sono molto lodati e ricevono consensi e ricompense positive per i loro sforzi. Mentre per le donne è scontato che spettino certi compiti. Uno studio svedese di dimensioni ridotte (Harryson 2016),riferisce che gli schemi di genere fortemente stereotipati, nella divisione dei lavori domestici, influenzano lo stress e il benessere femminile. Un altro studio (Milkie 2021) riferisce un divario di genere reale nell’aumento di tempo dedicato al lavoro a casa: per le donne è fonte di stress mentre per gli uomini è maggiormente associato alla sensazione di non avere realizzato gli obiettivi quotidiani.

In linea con gli studi una revisione globale (Cabezas-Rodriguez 2021) ha esaminato i determinanti intermedi delle disuguaglianze di genere nella salute mentale. Nel dominio della casa e della cura, in merito al carico di lavoro pagato e non pagato, avere bambini ed una situazione non equa nel rapporto di coppia sono fattori di rischio per le donne, mentre la paternità è elemento protettivo per gli uomini.  

In conclusione lo studio Erwin indica una sostanziale differenza di genere nell’esposizione al lavoro non pagato e conferma persistenti iniquità nella divisione del lavoro non pagato. Tutto a discapito delle donne che si sobbarcano il carico maggiore di ore di lavoro non pagato, mettendo più a rischio il loro benessere psicologico. Infine il lavoro non pagato è associato ad una salute mentale carente nelle donne, mentre negli uomini gli effetti sono meno evidenti. Per mutare la situazione sarebbero opportune e urgenti alcune sostanziali leve politiche come l’assistenza infantile universale e rendere norma il lavoro flessibile per gli uomini.

Riferimenti bibliografici 

  • Erwin J, Taouk Y, Fleitas Alfonzo L  et al. Gender differences in the association between unpaid labour and mental health in employed adults: a systematic review. Lancet piblic health 2022; 7: e775-86
  • Harryson L, Aléx L, Hammarström A. “I have surly passed a limit, it is simply too much”: women’s and men’s experiences of stress and wellbeing when living within a process of housework  resignation. BMC Public Health 2016; 16: 224.
  • Milkie MA, Wray D, Boeckmann I. Gendered pressures: divergent experiences linked to housework time among partnered men and women. J Comp Fam Stud 2021; 52: 147–79.
  • Cabezas-Rodríguez A, Utzet M, Bacigalupe A. Which are the intermediate determinants of gender inequalities in mental health? A scoping review. Int J Soc Psychiatry 2021; 67: 1005–25.

Paola Capra

21/10/2022 https://www.dors.it

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