Lavoro, la strage continua

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In Italia si muore di lavoro nonostante la crisi economica. Dalla Relazione annuale Inail del 2015, presentata questa mattina, emerge che il numero degli infortuni mortali (complessivamente 1246) va in pareggio al 2014 (con una variabile di circa il 2% in piu’ o in meno in funzione dei casi ancora in istruttoria) e agli stessi livelli di quando il Pil era almeno il doppio. Sono dati che smentiscono la valutazione iniziale date dall’Inail circa l’andamento decrescente degli infortuni. I numeri rimangono decisamente “gravi e preoccupanti”, sottolineano i sindacati. Alla soglia quindi di vent’anni dal primo recepimento della direttiva europea sulla prevenzione negli ambienti di lavoro- dichiara un sindacalista della Cisl – la mortalita’ per causa lavorativa registra ancora un dato drammatico di circa 4 morti al giorno. L’aumento importante poi delle denuncie di malattie professionali e in particolare di quelle del sistema osteomuscolari “rende chiaro come occorre fare ancora molto sul piano della sicurezza, ma non meno della salute, intervenendo sulle procedure di lavoro, l’organizzazione, l’ergonomia delle postazioni di lavoro e i dispositivi di protezione o di vigilanza”. Rimane infine alto e costante il numero delle vittime dell’amianto che rappresentano circa il 33% vale a dire un terzo dei deceduti per malattie professionali nel 2015. Il complessivo numero dei deceduti per lavoro, quindi, per l’anno 2015 per difetto e’ di 2.708 casi, considerati i 1.246 incidenti mortali dichiarati e i 1.462 casi per accertate malattie professionali. “Inoltre e’ assente nell’analisi dell’Inail un riferimento alle strategie per la promozione della
partecipazione dei lavoratori e la crescita delle relazioni industriali sui temi della salute e sicurezza sui posti di lavoro
nonostante sia questo uno dei cardini della legislazione nazionale ed europea”, conclude la nota della Cisl.

La senatrice Camilla Fabbri, Presidente della Commissione d’Inchiesta sugli infortuni sul lavoro, commenta: “La strada da
percorrere rimane quella dei controlli (87,4 % delle aziende sono risultate irregolari) e degli incentivi alle imprese sulla strada
tracciata dall’Inail che ha stanziato 83 milioni per progetti di bonifica da materiali contenti amianto e dalla legge di stabilita’ che ha istituito un fondo per l’innovazione tecnologica in agricoltura con 80 milioni di euro tra il 2016 e 2017. Risulta ancora piu’ importante la necessita’ di un testo unico sull’amianto, su cui la Commissione sta lavorando da mesi e che sara’ pronto per la seconda Assemblea nazionale sull’amianto del prossimo novembre”.

Fabrizio Salvatori

22/6/2016 www.controlacrisi.org

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