Le parole del cambiamento climatico, spiegate

Secondo un sondaggio promosso nel 2019 dalla Commissione europea, il 93% dei cittadini dell’UE considera i cambiamenti climatici un problema grave e il 79% lo ritiene un problema molto grave. Se guardiamo all’Italia, almeno una persona su cinque, fra quelle intervistate, considera il cambiamento climatico la sfida più grave ed importante da affrontare a livello globale.

A sostegno di queste preoccupazioni, la scienza fornisce un’enorme mole di dati, eppure l’incertezza che caratterizza la climatologia, così come molte altre discipline, se non comunicata correttamente ed in modo chiaro e semplice, può generare incertezza e sfiducia alimentando le fila dei negazionisti.

Cosa fare dunque per rendere più comprensibile quanto sta succedendo al nostro pianeta? È la sfida cruciale del nostro tempo, e un cittadino consapevole è la chiave per affrontarla. Se i cittadini hanno gli strumenti necessari a comprendere lo stato del pianeta, le cause e le soluzioni, avranno la forza di chiedere ai governi di intraprendere un cambiamento reale.

Partiamo quindi dal linguaggio: ci sono alcune parole chiave che è necessario conoscere per orientarsi nel complicato mondo della scienza del clima. Ce ne sono molte, in realtà, di parole da conoscere, ma iniziamo da quelle più utilizzate quando si parla di cambiamento climatico.

Le parole del cambiamento climatico: un glossario minimo

parole cambiamento climatico

Adattamento

In biologia descrive la capacità degli organismi viventi di adeguarsi e sopravvivere ad un ambiente che cambia in continuazione. Nella scienza del clima, tale termine implica la consapevolezza che il cambiamento climatico è una realtà attuale ed i suoi impatti sono destinati a continuare: aumento delle temperature, variazione dei regimi pluviometrici (pioggia), scioglimento di neve e ghiacci, innalzamento del livello del mare ecc. Pertanto, nonostante gli sforzi messi in atto dai governi per contrastarne gli effetti, alcuni aspetti del cambiamento climatico sono inevitabili ed è dunque necessario attuare delle strategie che ci consentano di convivere, adattandoci, con alcuni degli impatti.

Fonte.

Biodiversità

Ne esistono molteplici definizioni e tutte evidenziano come tale termine identifichi molto di più del semplice conteggio delle specie presenti sul pianeta, bensì ne includa la variabilità. La Convenzione sulla Diversità Biologica del 1992 (CBD) la descrive come la variabilità degli organismi viventi di ogni origine compresi, tra gli altri, gli ecosistemi terrestri, marini ed altri ecosistemi acquatici e i complessi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità nell’ambito delle specie e tra le specie e la diversità degli ecosistemi.

I meccanismi con cui i cambiamenti climatici possono mettere a rischio la biodiversità sono diversi, fra cui i più importanti: i cambiamenti nelle temperature terrestri e marine, le modificazioni nel regime delle precipitazioni, nel livello dei mari, nell’estensione e durata dei ghiacci terrestri e marini, nell’albedo, nella frequenza e nell’intensità degli eventi meteorici estremi.

L’analisi curata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che registra lo stato in cui versano le specie di mammiferi e uccelli, indica che quasi la metà (il 47%) delle specie di mammiferi marini monitorate e quasi un quarto degli uccelli (24,4%) subiscono l’impatto negativo dovuto ai cambiamenti climatici. In totale si tratta di circa 700 specie.

Di più sulla biodiversità.

Cambiamenti climatici

Variazione di lungo periodo dei modelli climatici su scala regionale e globale. Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, tale definizione include l’insieme dei cambiamenti del clima attribuibili direttamente, o indirettamente, alle attività umane e che alterano la composizione dell’atmosfera in aggiunta alla variabilità climatica naturale osservabile su di un medesimo lasso temporale.

Di più sui cambiamenti climatici.

Ecosistema

È l’unità funzionale fondamentale dell’ecologia (scienza che studia le interazioni tra l’uomo, gli organismi animali e vegetali, e l’ambiente in cui vivono) ed è definibile come l’insieme delle interazioni che si svolgono tra gli organismi che popolano un determinato ambiente e tra gli organismi e l’ambiente stesso.

Effetto serra

È un effetto atmosferico-climatico naturale che rende le temperature del pianeta Terra compatibili con la vita. Si deve all’azione di gas (principalmente anidride carbonica, metano, vapore acqueo e ossido di diazoto) che agiscono come il tetto di vetro di una serra, da qui il nome dell’effetto, e consentono alla luce solare di filtrare liberamente fino alla Terra, impedendone però la rifrazione (o deviazione) del calore. Il problema, ancora una volta, è nato nel momento in cui i gas serra prodotti dalle attività umane si sono accumulati in atmosfera causando un accumulo eccessivo di calore che surriscalda il pianeta.

Fonte.

Emissioni

Sostanze inquinanti, di origine antropica o naturale, rilasciate in atmosfera in forma gassosa o particellare. Si misurano in chilogrammi e tonnellate.

Fonte.

Inquinamento

È una alterazione dei cicli della materia e dei flussi dell’energia degli ecosistemi. In particolare, l’inquinamento atmosferico deriva dalla presenza nell’aria di sostanze, in concentrazioni superiori ad un minimo ritenuto innocuo, capaci di diminuire il benessere fisiologico dell’uomo, di provocare danni alla vegetazione, agli animali ed alle cose. Il particolato, il biossido di azoto e l’ozono troposferico sono attualmente considerati i tre inquinanti che in maniera più significativa incidono sulla salute umana. È attualmente dibattuto il ruolo dell’inquinamento atmosferico nella dispersione di covid-19. Ne abbiamo parlato qui e qui.

Fonte.

Mitigazione

Strategie, azioni e misure volte a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra dovute alle attività umane. Le misure di mitigazione sono definibili come misure intese a ridurre al minimo o addirittura a sopprimere l’impatto negativo di un piano o progetto durante o dopo la sua realizzazione.

Di più sulla mitigazione.

Resilienza

Il termine ha diverse accezioni a seconda dell’ambito di applicazione. In ecologia è la capacità di un’area, un ecosistema, una comunità vitale di resistere ai colpi, di attutirne gli effetti devastanti, di ritornare al suo stato iniziale, dopo una perturbazione che l’ha allontanata da quello stato. In generale possiamo definirla come capacità di ritornare all’equilibrio originale, di “recuperare” dopo l’impatto negativo.

La resilienza può anche essere intesa come la capacità di una popolazione, delle organizzazioni e dei sistemi vulnerabili a resistere e persino a prosperare in seguito a imprevedibili eventi distruttivi, è un concetto relativamente nuovo ma strategico per rispondere prontamente agli effetti del cambiamento climatico. All’interno di questo contesto troviamo quelle che vengono definite le “città resilienti”, ossia realtà urbane e metropolitane che adottano un modello di sviluppo urbano equilibrato e sostenibile basato sull’integrazione delle dimensioni della sostenibilità sociale, ambientale ed ecologica.

Di più sulla resilienza.

Riscaldamento globale (global warming)

Fa riferimento all’aumento di temperatura a lungo termine del sistema climatico terrestre osservato a partire da periodo preindustriale (tra il 1850 e il 1900) e causato dalle attività antropiche, in primo luogo dai combustibili fossili, che hanno determinato un aumento dei livelli di gas ad effetto serra intrappolati in atmosfera.

Di più sul riscaldamento globale.

Sostenibilità e Sviluppo Sostenibile

Con il termine sostenibilità si fa riferimento ad un complesso di azioni che, pur ricavando un beneficio dallo sfruttamento delle risorse ambientali, non inficiano il diritto degli altri essere umani ad usare in seguito la stessa risorsa. È un concetto strettamente collegato alla definizione di Sviluppo Sostenibile fornita dal Rapporto Bruntland, Our Common Future (pdf), pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, che lo descrive come:

Uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.

Transizione Giusta

È un processo economico che produce i piani, le politiche e gli investimenti che portano a un futuro in cui tutti i lavori sono sostenibili e dignitosi, le emissioni nette sono azzerate, la povertà è eradicata e le comunità sono fiorenti e resilienti. In ambito europeo, con tale definizione si fa riferimento ad un meccanismo finalizzato a garantire che la transizione verso un’economia climaticamente neutra avvenga in modo equo e non lasci indietro nessuno.

È collegato al piano di investimenti del Green Deal europeo, che si prefigge di soddisfare le esigenze di finanziamento di tutte le regioni fornendo un sostegno mirato a quelle più colpite nell’intento di mobilitare almeno 100 miliardi di euro nel periodo 2021-2027, attenuando così l’impatto socio-economico della transizione.

Valeria Barbi

18/7/2020 https://www.lenius.it

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *