L’Inail impone l’assicurazione per i rider, Deliveroo risponde cancellando gli incentivi

Da ieri è scattato l’obbligo di assicurazione Inail per  i lavoratori “che svolgono attività di consegna di beni per conto altrui, in ambito urbano e con l’ausilio di velocipedi o veicoli a motore, attraverso piattaforme anche digitali”, ossia i rider. Con una nota del 23 gennaio, l’istituto assicurativo ha fornito le prime istruzioni per la corretta applicazione delle nuove disposizioni. Con il nuovo regime assicurativo, ai rider spettano le stesse prestazioni previste per i lavoratori dipendenti, in caso di infortunio e malattia professionale: “Oggi è una data storica per il movimento rider – ha commentato il collettivo di ciclofattorini Deliverance Milano – i fattorini inquadrati in regime autonomo e occasionale, hanno diritto alla copertura assicurativa da dipendenti, tutela inserita dal provvedimento di legge che estende a tutti i lavoratori del delivery quanto confermato anche dalla sentenza della Corte di Cassazione nel processo Foodora di Torino: ai rider vanno riconosciuti tutti i diritti dei subordinati. La strada è aperta”.

deliverancemilano

Queste novità comportano  una serie di adempimenti per le aziende di delivery che dovranno entro 30 giorni “presentare la denuncia di variazione delle attività, comunicando le successive modificazioni di estensione e di natura del rischio rispetto a quello già coperto dall’assicurazione, con riferimento all’attività di consegna di beni per conto altrui attraverso lavoratori autonomi precedentemente non denunciati”. Dovranno inoltre indicare il mezzo utilizzato dai lavoratori per individuare la voce di rischio, perché la voce di rischio da attribuire alle lavorazioni può variare in funzione del mezzo usato per le consegne (auto, scooter, bicicletta o a piedi). Inoltre, il premio assicurativo è totalmente a carico dell’impresa e deve essere versato in anticipo. Per ottenere le prestazioni i ciclofattorini dovranno dare immediata notizia al datore di lavoro di qualsiasi infortuno gli accada, anche di lieve entità, anche in itinere, o denunciare la malattia professionale.

Un bel passo in avanti dopo la sentenza del 24  gennaio con cui la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Torino che si era espressa a favore dei 5 rider ex-Foodora, precisando che oltre ad aver diritto agli stessi trattamenti retributivi dei lavoratori subordinati (retribuzione prevista dal contratto nazionale della logistica ferie, permessi, tredicesima e quattordicesima mensilità se prevista, TFR.), i rider hanno diritto alla stessa tutela dei lavoratori dipendenti in caso di licenziamento ingiustificato.

Poche settimane fa, al tribunale di Bologna, per la prima volta in Europa, tre categorie nazionali della Cgil (Filt, FilCams e Nidil) hanno inoltre depositato un ricorso contro l’algoritmo di Deliveroo, chiamato “Frank“, per condotta antisindacale. Per le tre sigle si tratterebbe di uno strumento discriminatorio nei confronti dei lavoratori in materia di salute e diritti sindacali. Secondo le sigle sindacali, “la ‘cecità’ di Frank rispetto alle possibili condizioni personali, produce effetti discriminatori in quanto penalizza il diritto di sciopero, la malattia e i lavoratori con esigenze di conciliazione vita/lavoro”.

Ricorsi, sentenze, obblighi che non piacciono alle piattaforme digitali che in tutta risposta, scaricano sui lavoratori il peso delle novità normative a favore dei rider. Deliveroo ha immediatamente abolito l’incentivo degli “ordini minimi”, che garantiva fino a 7,50 euro (lordi) l’ora, già a partire dal primo febbraio, “cancellando  di fatto – denuncia Deliverance Milano – l’unica forma di salario minimo rimasta nel delivery food, in molte zone di diverse città in Italia dove il servizio è presente, e scarica i costi d’impresa dei nuovi diritti sul lavoratore al fine di terrorizzarlo”.

deliveroo

2/2/2020 Fortebraccio News

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