Maledetto Uranio Impoverito

Sull’impiego di munizioni all’uranio impoverito da parte della Nato, il generale Roberto Vannacci, già comandante del contingente italiano a Baghdad, si è rifiutato di fare parte di quella catena omertosa che da decenni coinvolge gli alti vertici militari e i ministri della Difesa.

Vannacci, depositando regolare denuncia alla Procura della Repubblica di Roma e alla Procura militare, ha riferito di “gravi e ripetute omissioni nella tutela della salute e della sicurezza del contingente militare italiano” e di soldati sottoposti “all’esposizione all’uranio impoverito senza che alcuna informazione fosse fornita al riguardo e senza che alcuna mitigazione dei rischi fosse attuata”. Prima di rivolgersi alla giustizia civile e militare il generale aveva inutilmente riferito all’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta (5 stelle) e al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli.

L’attuale ministro della Difesa Guerini (PD) ha qualcosa da dire o farà anche lui orecchie da mercante come tutti quelli che lo hanno preceduto? Secondo l’Osservatorio Militare, che ha inutilmente chiesto udienza al ministro, l’esposizione all’uranio impoverito in teatri di guerra ha già provocato la morte di 372 militari italiani e ne ha fatti ammalare di tumore altri 7.693.

Il movimento dei familiari delle vittime sta ancora attendendo che gli stessi risultati della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’Uranio Impoverito si concretizzino in atti legislativi precisi e aderenti.

Ma questa è soltanto la punta dell’iceberg, perché la strage silenziosa per uranio impoverito continua a colpire intere popolazioni, come quella serba bombardata dalla Nato nel 1999.

Rifondazione Comunista si oppose a quella guerra, a tutte quelle che la seguirono e all’impiego criminale di munizioni all’uranio impoverito da parte della Nato.

Da trent’anni in Italia la politica estera e della difesa è governata da un partito trasversale che procede col pilota automatico: servire fedelmente la Nato e garantire i fatturati dell’industria bellica nazionale. Questo è il risultato del così detto Nuovo modello di Difesa, un modello vecchio di trent’anni, che ha voluto trasformare i soldati in volontari per poterli mandare all’estero senza dichiarare la guerra a servire non certo gli interessi della “patria”, ma interessi molto particolari.

Trent’anni di professionismo bellico possono quindi bastare e questo modello di Difesa che ha militarizzato la politica estera va abbandonato.

Dimissioni immediate dei vertici militari che hanno responsabilità dirette nelle omissioni denunciate dal generale Vannacci.

Si riconoscano le cause di servizio alle famiglie dei soldati deceduti e agli oltre settemila ammalati.

Si ritirino i soldati dalle missioni di occupazione all’estero e si impieghino nella sola difesa dell’integrità territoriale del Paese e a supporto della Protezione civile nelle crisi ambientali.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Marco Consolo, Responsabile Area Esteri e Pace

Gregorio Piccin, Responsabile Dipartimento Pace

21/6/2020 http://www.rifondazione.it

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