Marcia popolare No Tav

Si è da poco conclusa la marcia popolare No Tav che da Bussoleno si è diretta al Presidio di San Didero.

5000 persone hanno sfilato lungo la statale 25 prendendo parola sul complesso momento storico che il Pianeta tutto sta vivendo. Lo striscione di apertura del corteo citava “Lottiamo per il nostro futuro contro guerre e devastazioni” a testimoniare la volontà di forte denuncia del Movimento No Tav rispetto a politiche nazionali e internazionali basate su decisioni e scelte dissennate volte a favorire una forsennata economia di guerra.

I diversi interventi che si sono susseguiti, hanno spaziato dall’attualità del conflitto in Ucraina, alla contrarietà alla guerra e al riarmo; dall’urgenza dell’utilizzo dell’energie rinnovabili per salvare il Pianeta, alla contrarietà alla devastazione dei territori in virtù di un profitto per pochi, con la conseguente militarizzazione degli stessi, fino al diritto al dissenso.

Tra chi ha preso parola, anche la vicesindaca di Bussoleno, Cinzia Richetto, ha sottolineato la notizia dell’assegnazione da parte di Telt degli appalti riguardanti la direzione dei lavori di due grandi cantieri, direttamente collegati alla costruzione del Tav Torino – Lione, nonostante al Comune di Bussoleno non sia pervenuta alcuna comunicazione ufficiale.

Non sono mancati duri attacchi al governo Draghi e alla scelta di investire il 2% del Pil nella produzione di armi che parlano di morte e distruzione, lo stesso governo che ha chiesto a chi vive il Paese di tornare a fare enormi sacrifici vista la grande crisi economica che la guerra porta con sé. Questa è quella che viene chiamata economia di guerra, rivolta esclusivamente a foraggiare le aziende che producono armi, a rimpolpare le già ricche tasche delle società energetiche (come ad esempio l’Eni che ha chiuso lo scorso bilancio con un utile di 6 miliardi di euro) e la grande speculazione prodotta dall’aumento delle materie prime.

Come se questo non bastasse, si aggiungono anche le scelte scellerate di proseguire nella costruzione delle grandi opere inutili e dannose, come il Tav per cui sono già stati aumentati i prezzi dei materiali per garantire le aziende che hanno in mano gli appalti dei lavori dentro il cantiere di Chiomonte.

Parallelamente, abbiamo una valle militarizzata dove all’interno del cantiere della Maddalena, ma anche a San Didero, ogni giorno decine di forze dell’ordine sollazzano pagate lautamente per proteggere un fortino vuoto fatto di recinzioni in ferro retrosaldato e filo spinato israeliano, il tutto a protezione del nulla.

Una marcia che ha visto la partecipazione di diverse realtà che da nord a sud, da anni, si battono per la salvaguardia dell’ambiente e per una vita dignitosa per tutte e tutti, sempre con uno sguardo attento nei confronti del presente che stiamo vivendo.

Inoltre, attraverso il collegamento telefonico con Alice, attualmente in via cautelare agli arresti domiciliari, si è fatto riferimento al lungo elenco di No Tav ristretti della propria libertà che ancora si ritrovano coinvolti in procedimenti giudiziari.

Arrivati al Presidio No Tav di San Didero, il corteo si è diretto davanti alle recinzioni del presunto cantiere dove è cominciata una partecipata e sonante battitura che ha accompagnato la chiusura della giornata.

Abbiamo un solo pianeta e oggi non è più sufficiente solo rispettarlo, oggi dobbiamo difenderlo in tutti i modi. Il cambiamento per la giustizia climatica e per la libertà dei popoli può partire solo da noi.

Avanti No Tav! Lottiamo per il nostro futuro contro guerre e devastazioni.

16/4/2022 https://www.notav.info

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