Le lotte per il lavoro e la giustizia lenta

«Intanto facciamo festa. Speriamo che questa prima bellissima notizia sia il segno di una diversa considerazione di tutta la vicenda giudiziaria e che possa fare passi avanti anche alla difesa della presenza della fabbrica recuperata a Trezzano», hanno scritto sulla pagina Facebook di Ri Maflow.

Ri Maflow è una delle esperienze di autogestione più interessanti che siano mai nate in Italia.

Era un tempo una fabbrica chiusa e abbandonata che ha portato al licenziamento di oltre 300 lavoratori.  Questo nel 2012. Ma, sulla scia delle esperienze di autogestione e recupero nate in Argentina e America Latina durante la crisi economica, la fabbrica è tornata a funzionare grazie all’impegno dei lavoratori e degli attivisti. È stata costituita una cooperativa che, giorno dopo giorno, è riuscita a mettere in piedi un sistema economico e di lavoro basato sull’ecologia, sulla solidarietà e sul mutualismo.

Ri Maflow ha dato lavoro a 120 persone ed è diventata uno dei punti di riferimento in Italia per quanto riguarda le esperienze di autogestione operaia. Dimostrando che la gestione collettiva e solidale svincolata dal ricatto padronale può essere veramente una valida alternativa al buco nero in cui la crisi economica e le regole del mercato hanno gettato molti lavoratori.

Massimo Lettieri è stato arrestato in seguito a un’indagine antimafia: la Ri Maflow è stata accusata di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata allo smaltimento illegale di rifiuti. Un’accusa che tutti i lavoratori e gli attivisti che fanno parte di quest’esperienza respingono con forza.

Soprattutto perché, sin dalla sua nascita nel 2012, Ri Maflow si è sempre impegnata – in un territorio dominato dalla ndrangheta – a contrastare con il suo operato la criminalità organizzata. «La nostra unica ‘illegalità’ è quella di essere ancora in attesa di un titolo di utilizzo del sito da quando quasi sei anni fa la Maflow ha chiuso licenziando 330 persone e abbandonando la fabbrica», hanno ribadito in un comunicato.

Massimo Lettieri, arrestato perché presidente e legale di Ri Maflow (qui la sua lettera dal carcere), è adesso agli arresti domiciliari senza nessuna restrizione. La nuova misura è stata disposta subito dopo il primo interrogatorio effettuato dal giudice, che non ha ritenuto necessaria la permanenza in carcere.

Redazione

4/10/2018 www.dinamopress.it

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