Modugno: i perchè di una strage rimossa

Le stragi operaie sono state tante nell’ultimo secolo nel mondo e purtroppo continueranno, se non si cambia registro mettendo in discussione sia il modo che l’oggetto della produzione.

Si continuerà a produrre tante merci in quanto davvero indispensabili e qualche rischio su lavoro esisterà sempre; ma produrre fuochi artificiali: “vale la pena” ? Cosa spinge l’uomo (contemporaneamente) a correre rischi per la sua vita, sprecare risorse e inquinare l’ambiente?

Il post-covid pare avere dato un freno allo spreco inquinante e rischioso anche se si rintracciano ancora eventi pubblici funestati da fuochi artificiali.

Il primo “certo” che viene in mente è la festa del santo patrono di Lido Adriano (Ravenna) il 14 agosto. Chiediamo a chi legge, se d’accordo, di inviare n messaggio al sindaco perchè si eviti l’ennesimo inquinamento “inutile”. Ritorna il quesito: ne vale la pena ? Poi cosa c’entra il santo patrono se non per una strumentalizzazione all’interno dell’antica politica dittatoriale “festa/farina/forca”.

I fuochi artificiali inventati in Cina nell’XI° secolo sono usanza da archiviare per rischi professionali mortali ed inquinamento.

Chi ha a cuore l’ambiente e la giustizia sociale non rimuove il ricordo della strage operaia di Modugno; 10 operai sfracellati da un modo di produzione che mette il profitto e lo spreco al primo posto.

Cosa è stato dei morti di Modugno? Come mai sono caduti nel dimenticatoio? Per quale motivo non è stato redatto e pubblicato un dossier sul tragico evento per spiegare la dinamica dei fatti e per descrivere cosa è stato accertato dal punto di vista delle responsabilità e dei risarcimenti? Ma soprattutto, visto che il ceto politico annuncia – quasi ad ogni nuovo lutto da “botti”- norme di sicurezza più stringenti, che però non arrivano mai: cosa è cambiato dopo Modugno? Ancora si va alla ricerca della sicurezza sul filo del rasoio e non abbiamo ancora invece deciso di azzerare il rischio alla fonte. Oppure sta soltanto prendendo piede la strategia della delocalizzazione del rischio (Cina, Albania, sud America) per limitarsi in Italia al solo consumo piuttosto che anche alla produzione?

I blandi limiti al consumo si riducono, quando ci sono, a una gruviera. Vanno comunque sostenuti i sindaci che deliberano limitazioni d’uso.

Abbiamo segnalato a Bologna un impiego non consentito di botti da parte di un ristorante il 31 dicembre 2019; è stato fatto un controllo? Chiesto formalmente 4 volte … ma il magnifico apparato comunale (URP) che gestisce il passaggio di informazioni tra cittadini e Palazzo ancora non ha fatto sapere niente.

La pandemia ha avuto tra i suoi effetti collaterali anche riduzione dell’inquinamento ambientale: l’aeroporto di Bologna registra un calo del 90% nel giugno 2020 rispetto al giugno 2019. Questo vuol dire che, per certi inquinanti, l’epidemia ha fatto “meglio” del ceto politico che parla del principio di precauzione, sperando di guadagnare consensi, ma si guarda bene dall’intervenire dove e quando il principio di precauzione è ampiamente superato.

Questo per sottolineare che l’attuale calo dei botti e dei fuochi artificiali non è la conseguenza di scelte dei decisori politici maun effetto “non voluto” della attuale contingenza.

RIMANE UN PROBLEMA. ANCHE PER RISPETTO AI QUASI DIMENTICATI MORTI DI MODUGNO NON CI ACCONTENTIAMO DELLA CONTINGENTE RIDUZIONE DEL RISCHIO E DELL’INQUINAMENTO. PORTIAMO AVANTI UN PROGRAMMA CONCRETO DI ELIMINAZIONE ALLA FONTE DI RISCHI E MERCI NOCIVE TRA LE QUALI I FUOCHI ARTIFICIALI SONO AI PRIMI POSTI DELLA LISTA ASSIEME ALLE ARMI E AL TABACCO (SIA QUELLO BRUCIATO CHE QUELLO RISCALDATO).

E dobbiamo/possiamo farlo da Modugno luogo storicamente incline alla rimozione in cui la attività industriale ha, in passato, prodotto qualcosa di ancora più raccapricciante dei fuochi artificiali: mine anti-uomo, per la precisione anti-bambino, con cui la Tecnovar (Valsella sud) ha inondato vaste aree del pianeta. Se ci sono posti dove la rimozione sarebbe una grave colpa , uno di questi è Modugno.

Da tempo abbiamo proposto la costituzione di un coordinamento nazionale, dal basso, dai comuni sede di stragi di lavoratori: Torino-TYSSENKRUPP, Bologna-OGR-Casaralta, Ravenna Mecnavi-Enichem, Arena Po-porcilaia, Molfetta-manutenzione serbatoi, Modugno-fuochi artificiali Bruscella, Ribolla-miniera, Casale Monferrato-Eternit, Taranto-Ilva, Monfalcone-cantieri navali, Rubiera-Eternit, Pozzuoli- Sofer … e purtroppo l’elenco non finisce qui. Si tratta di una proposta sulla quale abbiamo registrato adesioni e sensibilità.

Soprattutto dobbiamo concentrarci su un obiettivo comune: AL BANDO LE PRODUZIONI MORTALI PER I LAVORATORI E DEVASTANTI PER L’AMBIENTE.

CHIEDIAMO AD OGNI LAVORATORE , AD OGNI CITTADINO DEMOCRATICO DI METTERE IN CAMPO AZIONI DI CONTRASTO CONTRO LE PRODUZIONI DI MERCI MORTIFERE E CONTRO IL LORO USO E LA LORO DIPSERSIONE NELL’AMBIENTE.

Vito Totire ,COORDINAMENTO NAZIONALE PER L’ECOLOGIA SOCIALE

Claudio Orsi e Patrizia Beneventi, LEGA ANIMALISTA

Andrea Bianconi, COORDINAMENTO NAZIONALE STOP PRODUZIONE FUOCHI ARTIFICIALI

In “bottega” cfr Modugno: morti dimenticati e… (del 2019) e Come spiegare l’amnesia sulla strage operaia di Modugno? (2018), Modugno: 10 morti da cancellare (del 2017) e Morire di fuochi artificiali a Modugno (del 2016)

23/7/2020 http://www.labottegadelbarbieri.org

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