Neurocapitalismo, Elettrosmog e tecnologia 5G

Quanto puo’ essere costituzionale una Task Force, soprattuto se viene sostituita al parlamento? Cosa stiamo accettando durante questa reclusione forzata?
Tra ronde e droni, come il 5G e le tecnologie del controllo confluiscono in tutto questo? Forse per troppo tempo le persone si sono lasciate sovrastare dalla paura, inziando a perdere di vista dei valori fondamentali della nostra costituzione, parliamo di noi cittadine e cittadini, ed ancor piu’ di tutti coloro che hanno deciso di dedicare piu’ tempo a maledire i runner ed a fotografare i vicini di casa che non rispettano le ordinanze, magari da pubblicare sui social media, se non denunciandoli direttamente alle ronde o alle forze dell’ordine.
Durante questo periodo, arrivando ad accettare, in virtu’ della salute e della sicurezza, cose che mai avremmo potuto immaginare, senza accorgerci chead ammalarsi era il nostro paese. Infatti, tramite il COVID-19, ad infettarsiper prima e’ stata la democrazia, come la nostra costituzione, per arrivare ad una vera e propria Dittatura della Competenza anti-pandemia.
Nascono sempre piu’ comitati, sia sul piano ministeriale che governativo, sia livello locale, che nazionale. Man mano che la famigerata Fase 2 si avvicina,tanto piu’ l’esercito degli esperti e dei consulenti si espande.

Proviamo a fare il punto della situzaione: 12 esperti per il comitato tecnicoscientifico promosso dal ministro della Salute Roberto Speranza, 39 persone per l’unità operativa con a capo il commissario straordinario Domenico Arcuri,76 altri cosi’ detti esperti per la task force per l’Innovazione voluta dalla ministra Paola Pisano, in 123 seguono invece la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina, in 12 sono state chiamate dalla ministra per la Famiglia Elena Bonetti, mentre altri 8 compongono l’“Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al Covid-19 sul web e sui social network” ( battaglia molto difficile da attuare, considerando che anche la comunita’ scientifica e’ divisa ).
Per arrivare a cio’ che piu’ di tutti dimostra i possibili strani interessi che ruotano intorno a tutto questo, ovvero la Task Force nata proprio per dirigere la Fase 2, sostituendosi al parlamento, sotto la direzione del Top ManagerVittorio Colao, ex amministratore delegato

diVodafone,messo adirigere una squadra composta da 17 esperti di varie discipline. La battaglia al Coronavirus ha portato il Paese a dotarsi di una miriade di tavoli di lavoro e commissioni. Così, una Repubblica Parla-mentare è diventata una vera e propria Repubblica delle Task Force, in tutto questo dove sono i politici che gli italiani hanno votato?

Parliamo della task force presieduta da Vittorio Colao, che comprende al suo interno economisti, fisici e psicologi, con lo scopo di portare il paese nelal Fase 2. All’ex CEO di Vodafone ed alla sua squadra e’ stato chiesto di «modificarele logiche dell’organizzazione del lavoro sin qui consolidate, di ripensare alcuni radicati modelli organizzativi di vita economica e sociale».
Tutto questo tramite il silenzio dei suoi 17 membri , tra i quali anche l’ex presidente dell’IstatEnrico Giovannini,tutte e tutti con l’obbligo di riservatezza. Ovvero una Task Force che si sostituisce al Parlamento, doveuna delle prime richieste dei suoi componenti e’ stata l’Immunita’ Parlamentare, cosi’ non prendendo responsabilita’ per le proprie azioni. Ricordiamo che fino a prova contraria stiamo parlando di comuni cittadini,come tutte e tutti noi, ma con piu poteri dei politici che abbiamo votato.

Questa Task Force desta non poche perplessita’, considerando che, mentre siamo obbligati a stare rinchiusi nelle nostre case, i lavori per il 5G proseguono a gran velocita’. Guarda caso, Vittorio Colao e’ le lobbies che rappresenta, sono tra i massimi promotori di questa tecnologia e di tutti i servizi annessi al controllo ed alla sicurezza, come lui stesso promuove nelfilm documentario del 2019 “Italia, paese sempre in crisi. Ma è vera crisi?”, curato da Sergio Noto.

In tutto questo gli italiani si ritroveranno a dover accettare la speriementazione 5G sulla poprie teste, proprio con la scusa del COVID-19, per garantire la sicurezza del paese, ma a scapito della nostra salute. Per questo motivo, come CODAREM, chiediamo a gran voce l’applicazione del Principio di Precauzione, da parte di tutti i piccoli e grandi comuni d’ Italia. Oltre alle nuove antenne, e’ importante fare molta attenzione alle modifiche in atto su tutti i ripetitori preesistenti, dove, con il pretesto di aggiornare gli impianti al 4G Plus, si omologano le antenne

anche per il 5G. E’ doveroso segnalare che lo stesso 4G Plus, come il 5G, e’ senza alcun tipo di speriementazione spendibile in ambito salute, al momento non c’e’ nessuno studio che possa veramente garantirne la sicurezza, come dichiarato dall’Istituto Ramazzini di Bologna ed il National Toxicology Program.

Per questo, ancor piu’ e’ importante che i sindaci decidano di prendere una posizione, seguendo il buon senso, ovvero vietando l’installazione della tecnologia 5G sul proprio territorio comunale, sempre in base al Principio di Precauzione, richiedendo inoltre rendico-ntazione rispetto alle antenne presenti sul proprio territorio ed alle loro emisisoni. Tutto questo sembra surreale, ma mentre siamo rinchiusi nelle nostre case, le antenne vengono costruite e implementate a maggior velocita’ rispetto a prima del virus, proprio perche’ adesso ancor piu’ strategiche sul piano nazionale, grazie alle linee guida ed i programmi della Task Force di Vittorio Colao, come per: networking, app, droni, automazioni varie e sicurezza. Nella speranza che qualcosa possa cambiare, perche’, anche se e’ vero che la Task Force ha l’immunita’ parlamentare e che non e’ stata eletta dai cittadini, questo non vale per i nostri amministratori locali.
I quali hanno grandi resposnsabilita’, dovendo rispettare, oltre che i propri doveri, anche la fiducia concessa dalla cittadinanza.

A differenza della Task Force di Vittorio Colao, gli amministratori sono senza immunita’ parlamentare dietro la quale tutelarsi per le conseguenze delle proprie scelte, in particolare, quelle che ricadono sulla cittadinanza in ambito sanitario e non solo.

Lasciamo la parola a Franca Biglio presidentessa dell’ANPCI ( Associaizone Nazionale Piccoli Comuni Italiane ), che una posizione in merito al Principio di Precauzione l’ha presa eccome:

Inanzitutto occorre precisare che il Sindaco rappresenta la comunitalocale, e che come tale e autorizzato ad esercitare una serie di poteri. Tra questi uno assolutamente importante: quello di autoritasanitaria. Di conseguenza la nostra parola d'ordine non puo' essere altro che: SALUTE. Non diciamo “ No al 5G ” a prescindere, dichiariamo peroche, fino a quando non avremo la garanzia assoluta che tale tecnolgia non abbia una ricaduta negativa sulla salute dei nostri cittadini, noi ci sentiremo in doveredi applicare il Principio di Precauzione, questo e’ sicuro.
I Sindaci conoscono a fondo tutte le necessitadella loro comunita, di conseguenza sono loro che, sentiti i loro cittadini, devono decidere cosa emeglio ed utile per i loro amministrati: nessun altro si puo arrogare questodiritto. Proprio per questo motivo abbiamo scelto di seguire il Principio di Precauzione con la conseguente moratoria, ovvero la sospensione fino a che non ci sara’ la garanzia, ma anche il rispetto dell’ autonomia organizzativa, gestionale e decisionale in capo ai Sindaci. Lo sancisce la stessa Costituzione Italiana.
Sono stata votata, siamo stati votati direttamente dai nostri cittadini: noi dobbiamo rappresentare loro, bene e con grande responsabilitafino in fondo. Tra queste responsabilita', come autorita sanitaria locale non possiamo che pensare alla salute dei nostri cittadini. In questo momento poi, quanti morti, quante persone che soffrono, quante famiglie che piangono.
Come possiamo parlare di 5G, una tecnologia che potrebbe essere un potenziale ulteriore rischio per la cittadinanza, un possibile danno per la nostra salute? Qualora ci verra’ garantita la sua sicurezza, ovvero che non metta a rischio la salute delle persone e dell’ambiente, solo a quel punto si potrebbe prendere in considerazione il 5G. Queste garanzie devono pero, essere messe per iscritto, in modo chiaro e scientificamente provato.
A quel punto bisognera’ anche comprendere a chi potrebbe servire “veramente” o no questa tecnologia, di conseguenza molte cose andrebbero ancora valutate, soprattuto da parte dei Sindaci e dei loro cittadini.

Come CODAREM cogliamo l’occasione per promuovere la raccolta firme contro l’installazione della tecnologie 5G in tutti i piccoli e grandi comuni italiani, per chi fosse interessato a partecipare contattateci su: info.codarem@gmail.com

CODAREM
Comitato Difesa dalle Radiazioni Elettromagnetiche

Articolo pubblicato sul numero di aprile del periodico Lavoro e Salute http://www.lavoroesalute.org/

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