No al criterio maledetto dell’egoismo politico con l’Autonomia Differenziata

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Mi spiace che anche alcune sinistre e i sindacati stiano sottovalutando la gravità del progetto anticostituzionale di Autonomia differenziata. In forme inaccettabili e metodi clandestini il governo, Confindustria, presidenti di regione delle destre e del Pd stanno decidendo la sostanziale liquidazione della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e la trasformazione della Repubblica unitaria in un insieme di staterelli autonomi che sono fondati sulla filigrana della ideologia liberista della “secessione dei ricchi”, come la chiama l’economista Viesti.

Viene abbattuto l’articolo 5 della Costituzione:” La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali…” Appunto: la Repubblica una e indivisibile. Il nostro impegno contro il progetto secessionista e in difesa delle autonomie previste dall’articolo 5 della Costituzione ci richiama al tema fondativo dell’unità democratica del paese e della equità dei diritti.

Non parliamo, infatti, di mere questioni tecnico/giuridiche, come il sistema politico e mediatico vorrebbero farci credere.
Parliamo, insieme, dell’impianto costituzionale e della vita delle persone, dello Stato di diritto, del dipanarsi quotidiano dello Stato sociale.

Penso al fatto che verrebbe abbattuto il contratto nazionale di lavoro, con il ritorno ufficializzato alle gabbie salariali; penso alla sanità pubblica (al servizio sanitario nazionale), all’ambiente, al patrimonio artistico culturale. Penso, soprattutto, che abbattere la scuola pubblica, laica, unitaria, significa distruggere la formazione di base, che tiene insieme una nazione, tanto più nella sua composizione interculturale.

L’autonomia differenziata, in definitiva, è l’istituzionalizzazione della diseguaglianza e della ingiustizia sociale. Il Potere viene, di conseguenza, verticalizzato al massimo. Il Parlamento entra in dissolvenza.

Come scrive giustamente Alessandra Algostino , “il disastro della regionalizzazione della sanità è un tragico dato di fatto che la pandemia ha reso evidente in modo inoppugnabile…Con l’autonomia differenziata si compie un altro passo verso la diseguaglianza e verso l’abbandono di un progetto di emancipazione sociale “.

La Costituzione (articolo 3 comma secondo) delinea il progetto di uguaglianza sostanziale ; indica la giustizia sociale come fondamento della nazione. La cosiddetta “autonomia differenziata”, al contrario, presuppone ed alimenta il piano competitivo. I ricchi avranno servizi più numerosi e migliori. I poveri se la caveranno come possono.

Questo è il criterio maledetto dell’egoismo sociale. Genererà contraddizioni e rancori. Noi tenteremo di trasformarli in lotta di classe. Il Sud d’Italia (tutti i Sud), di conseguenza, sarebbe sempre più a Sud di un Nord mera appendice delle nuove catene del valore che si stanno ristrutturando in Europa. Il vero significato del progetto secessionista è proprio nel processo totalizzante delle privatizzazioni di tutti i servizi, mentre la moneta si autorappresenta imbavagliando il Parlamento, inducendo la politica al suicidio.

L’opposizione è considerata un fastidioso orpello da eliminare, con la repressione dello Stato Penale e attraverso “leggi truffa” del sistema elettorale che evitano rappresentazione e rappresentanza delle minoranze conflittuali e di ogni istanza critica. Continuo a pensare che la più limpida delle soluzioni passa attraverso un confederalismo inclusivo, il monocameralismo, il sistema elettorale proporzionale.

Giovanni Russo Spena

Giurista

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