Una grande manifestazione in occasione del nono anniversario della “liberazione di Venaus”. L’8 dicembre, il Movimento No Tav sarà di nuovo in marcia. Una iniziativa popolare e pacifica come tutti i grandi cortei valsusini. “Le volonta’ di rispondere e di farlo in massa ci sono tutte – dice Francesco Richetto, tra i leader della protesta – e’ necessaria una grande manifestazione ma dobbiamo saper dare una risposta forte dopo le sentenze e, in particolare, dopo quella del processone che vede imputati 53 No Tav. Dobbiamo costruire un percorso di lotta che non dimentica il cantiere”. Saranno, dunque, numerose le iniziative e sara’ rilanciata la rete di solidarieta’ economica poiche’ le ricadute delle sentenze potrebbero essere pesanti anche sotto questo punto di vista.
I tempi previsti vedrebbero, per il 17 dicembre, la lettura della sentenza. “Dobbiamo ribadire che noi tutti, a volte, siamo costretti a fare cose illegali ma non per questo siamo dalla parte del torto. Facciamo semplicemente resistenza civile,” sottolinea Alberto Perino, altro leader del movimento. “Noi non possiamo restare indifferenti e non possiamo lasciare che condannino questi nostri compagni di lotta e che le cose passino sotto silenzio – aggiunge Perino – bisogna essere pronti e la prima cosa opportuna e’ un appello a tutte le realta’ che lottano e sono solidali con movimento No Tav perche’, ognuno a casa propria, organizzino un percorso di lotta dalla data che stabiliremo fino a giorno della sentenza”.
Dichiarazione di Ezio Locatelli, segretario Rifondazione Comunista Torino “Ieri sera sono intervenuto all’assemblea (partecipatissima) di Bussoleno per dare il nostro sostegno al percorso di mobilitazione contro la repressione in atto del movimento No Tav. Nei confronti di esponenti No Tav sono state avanzate ipotesi di reato e di condanna semplicemente assurde. Con le richieste pesantissime di condanna vogliono mandare un messaggio a tutte le espressioni di dissenso e di opposizione che sono presenti o stanno insorgendo in tutto Paese contro le politiche antisociali e di austerità del governo.. Ecco perché è necessario costruire tutti insieme una rete di solidarietà e di lotta in Valsusa come nel resto del Paese. Rifondazione Comunista c’è e ci sarà. La repressione non taciterà le lotte sociali per il cambiamento.”
21/10/2014