Noi donne in Italia

Come stanno le donne in Italia? Secondo gli indicatori selezionati dall’Istat nella rassegna Noi Italiarelativa al 2018, le donne nel nostro paese hanno una speranza di vita alla nascita di quasi 5 anni superiore a quella degli uomini (85,2 anni contro 80,8).

Istruzione. Le donne leggono di più, soprattutto se sono giovani – le ragazze tra i 15 e i 17 anni rappresentano il 64% dei lettori – e abbandonano meno gli studi (12,3% contro il 16,5% dei maschi). Anche se, tra le 2milioni e 64 mila persone d’età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano le ragazze sono di più, il 25,4% della relativa popolazione.

Famiglie. Nella graduatoria europea, l’Italia si colloca all’ultimo posto per fecondità, insieme alla Spagna. Le donne nel nostro paese diventano madri a un’età media di 31,9 anni, prima se vivono nel mezzogiorno, e il numero medio di figli per donna è pari a 1,32, valore sensibilmente inferiore alla soglia che garantirebbe il ricambio generazionale (circa 2,1 figli). Calano i matrimoni, con un quoziente di nuzialità di 3,2 matrimoni per mille abitanti, ma anche i divorzi, con 15,1 divorzi ogni diecimila abitanti, quota tra le più basse in Europa, dove se ne contano 1,9 all’anno ogni mille abitanti.

Lavoro. Se nel 2018 il tasso di occupazione dei 20-64enni è salito al 63,0%, un valore di poco superiore a quello del 2008, si conferma lo squilibrio di genere a sfavore delle donne (è occupato il 53,1% delle donne contro il 72,9% degli uomini), così come il divario territoriale tra centro-nord e mezzogiorno. Nel confronto europeo solo la Grecia ha un tasso di occupazione inferiore a quello italiano, mentre si amplia la distanza con la media dell’Unione, soprattutto per le donne, che rappresentano la quota più elevata di occupati a tempo parziale (32,4% contro 8,5% dei colleghi rispetto al totale) su tutto il territorio nazionale. Le donne sono anche quelle che più facilmente rinunciano a lavorare, il tasso di mancata partecipazione al 19,7% infatti sta sotto la media Ue di 10 punti ma considerando solo le donne sale a 13.

Violenza. Le donne continuano a essere uccise prevalentemente nelle case, in ambito familiare, per mano di partner, ex o parenti: è così nel 72,4% dei casi, un dato grave che pesa più della leggera diminuzione delle vittime. Nel 2017, anno a cui si riferisce la stima, le donne uccise sono state il 34,5% del totale delle vittime di omicidi, 123 casi a fronte dei 357 omicidi volontari totali. È il nord-est a presentare la percentuale più alta di vittime fra le donne (44,9%), ma il mezzogiorno è l’unica area dove la percentuale è in aumento.

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23/5/2019 www.ingenere.it

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