NoTav: Muro popolare e presidio permanente davanti la casa di Dana

Martedi 15 settembre a Bussoleno, paese dove risiede Dana, si è tenuta la conferenza stampa del movimento No Tav dopo la condanna definitiva in carcere per l’attivista valsusina, da 15 anni impegnata nella lotta alla grande voracità. Il tribunale di Torino ha rigettato ogni misura alternativa al carcere, mettendo nero su bianco la natura punitiva della condanna: Dana, infatti, non si è dissociata dai No Tav ed è rimasta a vivere a Bussoleno, dove risiede da anni, restano così una spina nel fianco del dispositivo repressivo, ormai da 30 anni al servizio della lobby ad alta velocità. Il movimento ha annunciato che davanti a casa di Dana è attivo un muro popolare permanente che rallenti il più possibile la traduzione in carcere, non ancora avvenuta.

Prima parte della conferenza stampa Ascolta o scarica

Seconda parte della conferenza stampa  Ascolta o scarica

Dopo la conferenza stampa i No Tav hanno accompagnato Dana a casa e hanno allestito il presidio permanente in Via Pietro Ravetto 38 a Bussoleno per non lasciarla sola. Questa sera alle 21.00 l’Assemblea di Coordinamento dei Comitati No Tav mentre domani, mercoledì 16 settembre è previsto un Aperipranzo alle 12.00 a cui seguira’ alle 18.00 un Aperitivo e Canti Internazionali di Lotta e Resistenza.

Dal muro popolare di via Ravetto 38 Ermelinda storica attivista del Movimento No Tav Ascolta o scarica

Ora e sempre no tav!

da notav.info

15/9/2020

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Dana, compagna no tav e del cs Askatasuna di Torino, decine di volte anche ospite delle nostre frequenze per raccontare le lotte del territorio, andrà in carcere. Da giorni si attendeva l’esito della sentenza del tribunale. I fatti contestati risalgono al 3 marzo 2012, una settimana dopo la caduta da un traliccio di Luca Abbà, inseguito dalla polizia, e in quel momento in coma in ospedale.

I No Tav, quel giorno decisero di liberare i caselli di una delle autostrade più care d’Italia, la Torino Bardonecchia, occupata per diversi giorni: un modo per ribadire i veri problemi della valle e le responsabilità della concessionaria Sitaf nell’affare dell’alta velocità.

Dana, che dovrà scontare 2 anni di carcere, si è vista rifiutare tutte le misure alternative proposte dalla difesa. Il motivo? Dopo la condanna non si sarebbe allontanata dal movimento No Tav né da Bussoleno, dove risiede. A 8 anni di distanza si concretizza così un altro pezzo di criminalizzazione del movimento No Tav.

Con queste parole Dana ha voluto salutare amic* e compagn*

Ho la fortuna di potervi salutare tutt* ancora da qui in attesa di essere tradotta in carcere.
Questa vicenda rivela la vergognosa condotta del tribunale, della Questura e della procura di Torino che hanno lavorato intensamente, in vista della ripresa dei lavori, per eliminare dalla loro strada chi può dare forza al movimento No Tav.
Uno dei motivi per cui vado in carcere, scritto nero su bianco, che non mi sono dissociata dalla lotta No Tav, l’altro che ho continuato a vivere in Valle di Susa.
Sono tranquilla per tutte le scelte che ho fatto in questi anni, ho amato la valle e la lotta No Tav per oltre 15 anni e continuerò a farlo anche se fisicamente lontana.
Intanto vi abbraccio, vi farò avere mie notizie. Vi chiedo di continuare la lotta, con tutta la forza e il coraggio che avete.
A presto compagn*

L’intervista a Francesco Richetto, del movimento No Tav della Valle di Susa Ascolta o scarica

da Radio Onda d’Urto

14/9/2020

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