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Commenti di Mauro Biani

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    Altra Informazione, Blog, Comitati di Lotta, Cronache di Lavoro, Cronache Politiche, Cronache Sindacali, Cronache Sinistra Europea, Cronache Sociali, Politiche di Rifondazione, sanità e salute — Novembre 13, 2017 7:43 am

    Articolo sullo stato del lavoro nel settore della Ricerca in Italia: uno stato che ci parla di precarietà, sottofinanziamento della ricerca pubblica, cooptazione baronale. Insomma sembra che da festeggiare ci sia ben poco.

    Notte della ricerca o notte del precariato?

    Pubblicato da franco.cilenti

    Il 29 settembre in 52 città italiane si è celebrata la cosiddetta “Notte della Ricerca” universitaria, una notte di dimostrazioni, eventi, conferenze e laboratori per far conoscere alla “gente”, a chi a quel mondo si sente estraneo o ne è venuto solo marginalmente a contatto, i frutti della ricerca accademica nei vari ambiti del sapere. Un’iniziativa promossa e cofinanziata dalla Commissione Europea all’interno del Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione Horizon2020 con l’obiettivo dichiarato di “avvicinare il grande pubblico al mondo della ricerca e in particolare alla figura del ricercatore”. Dietro la retorica del “ricercatore come persona normale che fa cose eccezionali” – si veda il sito dell’evento – si cela in realtà un bacino di lavoratori del cosiddetto mondo della conoscenza che vivono una condizione di precarietà lavorativa molto alta in termini di durata media dei contratti, di accesso al welfare e di possibilità di stabilizzazione all’interno del settore, per citarne solo alcuni. La manifestazione che cerca di accrescere “nei cittadini la consapevolezza dell’importanza che la ricerca scientifica riveste per lo sviluppo culturale, sociale ed economico della società” – si veda sempre il sito dell’evento – non ha tuttavia evidenziato le precarie condizioni di lavoro di quanti, a diverso titolo (assegnisti di ricerca e ricercatori), vi sono impiegati. Rispetto a queste si è mobilitata negli anni l’ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani), anche quest’anno presente in alcune piazze italiane con materiale informativo sulla condizione di precariato alla quale sono esposti i lavoratori della ricerca in Italia – 28,31% fra titolari di assegno di ricerca e ricercatori a tempo determinato sul totale del personale universitario (secondo i dati del MIUR al 2016)1. Si tratta in totale di 19303 lavoratori, dei quali 5357 ricercatori a tempo determinato e 13946 titolari di assegni di ricerca. Benché questi ultimi siano in leggero calo rispetto al 2015 (-0.7%), il loro numero è aumentato nel corso degli ultimi dieci anni raggiungendo un picco di 15909 assegni stipulati nel 2014. Gli assegnisti di ricerca rappresentano la componente più precaria del mondo della ricerca in Italia, e come sottolinea il rapporto dell’ADI 2016, la percentuale stimata di titolari di assegno che transiterà verso una posizione a tempo indeterminato nei prossimi anni sfiora appena il 6.5% circa, più del 90% sarà dunque espulsa dall’ambito accademico2.

    La precarietà del lavoro di ricerca nelle Università italiane per i cosiddetti “non-strutturati” non riguarda solo la durata media dei contratti – da 1 a 3 anni per gli assegnisti di ricerca universitari sino ad un rinnovo massimo di 6 annualità3 – ma anche le retribuzioni percepite rispetto ai colleghi europei. Infatti la retribuzione mensile lorda di un assegno di ricerca in Italia parte da 1600 euro circa, mentre in altri paesi europei come Germania e Regno Unito è superiore ai 2000 euro4. Una condizione lavorativa pressoché insostenibile, in cui alla precarietà dei contratti di ricerca e ai bassi salari si aggiunge la mancanza di accesso a un sistema pieno di welfare. È solo dal primo luglio 2017, per esempio, che l’INPS, attraverso la circolare 115, ha riconosciuto l’indennità di disoccupazione (DIS-COLL) per i precari nell’università, escludendo però tra questi i dottorandi che hanno iniziato il percorso nel 2014, quelli senza borsa di studio, i borsisti di ricerca e le lavoratrici e i lavoratori a partita IVA, soggetti privi di qualsiasi protezione a fronte di discontinuità nel reddito5. Tutto ciò contrasta apertamente con quanto scritto nella Carta Europea dei Ricercatori (promossa nel 2005 dalla Commissione Europea e firmata dai rettori italiani), in cui si afferma esplicitamente che “i datori di lavoro e/o i finanziatori dovrebbero assicurare ai ricercatori condizioni giuste e attrattive in termini di finanziamento e/o salario, comprese misure di previdenza sociale adeguate e giuste (ivi compresi le indennità di malattia e maternità, i diritti pensionistici e i sussidi di disoccupazione)”. L’argomentazione relativa all’assenza di copertura finanziaria per la stabilizzazione dei precari dell’università è debole se si pensa che, secondo le stime di FLC CGIL, il costo della trasformazione di tutti gli attuali assegni di ricerca in contratti di ricercatore è di circa 400 milioni nel triennio. In questo periodo, infatti, si prevede il pensionamento di circa il 20% dei professori ordinari e il 15% dei professori associati attualmente in servizio, per un totale di risorse economiche utilizzabili pari a 450 milioni6.

    Questi dati mostrano che accanto alla lettura celebrativa e parziale dello stato della ricerca in Italia, bisognerebbe affiancarne un’altra che evidenzi le condizioni di lavoro precarie della maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nel settore, condizioni molto spesso lontane dai racconti delle istituzioni e dei media, invece comuni ad altri lavoratori – basti pensare ai neo-assunti tramite il Jobs Act – con i quali è sempre più necessario costruire un percorso di lotte e rivendicazioni comuni.

    Valeria Cirillo

    Istituto di Economia, Scuola Superiore Sant’Anna

    Adriano Tiribocchi

    Dipartimento di Fisica, Università di Padova

    Note

    1. http://dati.ustat.miur.it/dataset/2016-personale-universitario
    2. https://dottorato.it/content/vi-indagine-adi-su-dottorato-e-post-doc
    3. https://www.roars.it/online/incrementata-la-durata-massima-degli-assegni-di-ricerca/
    4. Federal Ministry of Education and Research (2016) Research careers in Germany. Disponibile on-line su https://www.research-in-germany.org/en
    5. https://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2FCircolari%2FCircolare%20numero%20115%20del%2019-07-2017.htm
    6. http://www.flcgil.it/universita/subito-una-soluzione-per-il-precariato-delle-universita

    12/11/2017 http://clashcityworkers.org

    Tags: aborto e salute alimentazione e salute alimentazioni e salute ambiente ambiente e inquinamento ambiente e tav ambiente e terremoti appalti in sanità assicurazioni e sanità attac italia bambini migranti beni comuni braccianti migranti capitalismo caporalato e migranti Casa delle Donne civiltà corruzione in sanità costituzione e lavoro crisi e equitalia crisi e ludopatia crisi e salute crisi e suicidi crisi economica crisi sociale Determinanti sociali e diseguaglianze diritti migranti disoccupazione e giovani donne e salute droghe e disoccupazione emergency emigrazione emigrazione italiana Europa e migranti evasione fiscale farmaci farmaci e affari femminismo Franco Basaglia franco cilenti fumo e salute giornalismo indipendente Giovani e crisi Giulio Maccacaro governo igiene e salute immigrate industrie farmaceutiche infermieri critici infermieri in lotta Infermieri migranti infezioni e salute informazione infortuni professionali in sanità infortuni sul lavoro inquinamento isde jobs act lager migranti lavori usuranti lavoro gratuito lavoroesalute Legge 180 Legge 194 libertà e dissenso ludopatia mafia e tav malasanità malattie professionali manicomi giudiziari medici per l'ambiente medici pubblici medici senza frontiere medicina democratica mediterraneo e migrazioni migranti e guerre migranti e salute ministero salute morti sul lavoro. omicidi sul lavoro Movimento NO TAV movimento notav multinazionali Naga ogm ONG operai e crisi Osservatorio contro la repressione osservatorio della repressione precariato in sanità precarietà prevenzione professionalità infermieristica prostituzione e migrazioni repressione lotte rifondazione comunista RLS sanità Rosarno e migranti salute salute e affari Salute e DRG salute e obiezione di coscienza salute internazionale salute mentale sanità calabrese sanità cubana sanità e dgr Sanità e DRG sanità e LEA sanità emiliana sanità inglese sanità integrativa sanità Lazio sanità ligure sanità Lombardia sanità piemonte sanità privata sanità pubblica sanità pugliese Sanità Roma sanità Sardegna sanità siciliana sanità territoriale Sanità toscana sanità USA sanità veneta Sbilanciamoci schiavitù migrante scienza e salute sciopero infermieri sfratti e povertà sindacati e sicurezza lavoro suicidi disoccupati suicidi sul lavoro tav e affari TAv e Costituzione Tav e salute tav terzo valico tecnologia e salute terapie antiretrovirali test Hiv Traffico d'organi traffico di minori migranti Tsipras TTIP TTIP tutele sociali welfare tutele sociali vaccini e affari
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