NUOVO PATTO SULLA MIGRAZIONE E L’ASILO

Gli enormi centri di accoglienza come Mineo e Moria hanno effetti devastanti sulla salute mentale di rifugiati e richiedenti asilo. Forte sovraffollamento; isolamento geografico e sociale; permanenza molto lunga, in attesa dell’ottenimento del permesso di soggiorno; difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria e ai servizi sociali; episodi di degrado sociale e violenza. Queste alcune delle caratteristiche dei megacentri di accoglienza che, in un recente studio di MEDU, si sono dimostrati luoghi favorenti le formi più gravi di disturbo da stress post-traumatico. Il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, presentato lo scorso settembre dalla Commissione europea, rischia proprio di alimentare il modello dei grandi centri di accoglienza alle frontiere esterne dell’Unione europea. E’ quanto denuncia Medici per i Diritti Umani (MEDU) in una lettera pubblicata questa settimana su The Lancet Public Health, una delle più autorevoli riviste medico-scientifiche internazionali. Mentre il Parlamento europeo e il Consiglio europeo si preparano nei prossimi mesi a esaminare il nuovo Patto, è essenziale che i decisori politici sappiano trarre insegnamento dalle esperienze fallimentari del recente passato, prosegue la lettera firmata dal coordinatore generale di MEDU, Alberto Barbieri.
E’ assolutamente necessario abbandonare i modelli di Mineo e di Moria e adottare, in cambio, strategie di accoglienza capaci di favorire una reale inclusione a beneficio dei rifugiati così come delle società che li accolgono.

LEGGI la lettera pubblicata su The Lancet Public Health 
 
LEGGI la versione estesa della lettera in italiano 

Roma, 28 ottobre 2020https://mediciperidirittiumani.org

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