OGGI E’ SCIOPERO GENERALE

invisibili lavoro

Domani (oggi ndr) una bella fetta del sindacalismo di base sarà in sciopero. Sono circa una quarantina le città che tra assemblee, volantinaggi, presidi e cortei (13) verranno coinvolte in una mobilitazione che, per il momento, rimane l’unica contro la Legge di bilancio. Usb, Confederazione Cobas, Unicobas e Usi-Roma le sigle protagoniste. L’altra iniziativa si è svolta un paio di settimane fa indetta da Sgb. Si-Cobas, Usi (Milano) e Cub.

“In generale- spiegano le sigle sindacali che promuovono la giornata di lotta- i lavoratori di tutte le categorie sciopereranno contro le politiche fiscali e previdenziali del Governo e gli effetti, giudicati disastrosi, di un’austerita’ vista come continua minaccia per i diritti dei lavoratori. Non solo in tema di ferie, malattie, congedi e riposi, ma anche contro l’innalzamento dell’eta’ pensionabile, la precarieta’ dilagante del lavoro, i sotto-salari e la piaga delle ‘esternalizzazioni’, i tagli e gli appalti nella sanita’,
Autonomie locali e servizi pubblici, le privatizzazioni delle strutture pubbliche e dei beni comuni”.

“Le sanno gli operai delle aziende in crisi dei cui licenziamenti si discute come si trattasse di numeri e non di persone in carne e ossa; – si legge in una nota sul sito Usb dal titolo “Le ragioni dello sciopero Usb ognuno le sa”- le sanno i braccianti sfruttati dai caporali e tenuti in condizioni miserabili; i facchini della logistica alle prese con le cooperative “di sfruttamento”; le sanno i lavoratori del pubblico impiego in attesa da anni del contratto a cui vogliono rifilare l’ennesimo bidone, gli autisti e i lavoratori tutti dei trasporti alle prese con la fame di privatizzazioni; le sanno le donne e gli uomini del commercio a cui tocca lavorare trecentosessantacinque giorni l’anno e della cui vita familiare non frega nulla a nessuno;le sanno gli insegnanti e gli studenti a cui hanno trasformato la loro scuola in una azienda; le sanno gli sfrattati e i cittadini in difficoltà con i pagamenti dell’affitto e del mutuo; le sanno tutti coloro che sono costretti a curarsi e trovano un servizio sanitario pubblico ridotto al lumicino per far ingrassare la sanità privata; le sanno i migranti e i rifugiati che combattono ogni giorno per la sopravvivenza in mezzo a razzismo e xenofobia.
Le sanno tutti coloro che assistono increduli alla ignobile pantomima in corso sull’allungamento dell’età pensionabile da 66 anni e 7 mesi a 67 anni come se il problema fosse quello e non il fatto che la Fornero, con l’acquiescenza dei sindacati gialli, ha massacrato le aspettative di milioni di italiani e italiane facendoli lavorare fino allo sfinimento e forse alla morte. Le sanno i pensionati che non arrivano a fine mese.
Le sanno i giovani, e quelli che non sono più nemmeno tanto giovani, alle prese con un mercato del lavoro fatto solo di precarietà e sfruttamento, di totale assenza di futuro costretti a girovagare da un lavoretto all’altro e che la pensione pubblica non la vedranno mai e nemmeno potranno farsi quella privata – come auspicano assicurazioni e fondi pensione gestiti dai sindacati gialli – perché non hanno i soldi per pagare oggi i premi che dovrebbero poi assicurargli uno straccio di pensione.
Le sanno tutti quelli che ogni giorno affrontano a muso duro un sistema che garantisce profitti ai padroni e miseria a tutti gli altri”.

Per i lavoratori del Pubblico impiego si richiede inoltre un risarcimento che faccia recuperare “almeno quanto perso (il 20%) a causa del blocco contrattuale che va avanti da 10 anni, ma anche la copertura delle carenze di organico nelle strutture e nei servizi pubblici, il ripristino della tutela contro i licenziamenti illegittimi cancellata dal Jobs Act, il monopolio della rappresentanza assegnato da tutti i governi ai sindacati concertativi, il diritto di assemblea per tutti i lavoratori e sindacati, per difendere il diritto di sciopero contro tutti i tentativi di annullarlo o ridurlo ulteriormente”.

Un occhio di riguardo va dato poi al mondo scolastico, che vede docenti e personale Ata contestare l’aumento di 50 euro mensili: una misura giudicata irrisoria di fronte non solo ai “10 anni di blocco contrattuale”, ma anche all’aumento, di contro, “di 500 euro previsto per i presidi, sancendo cosi’- accusano i sindacati di base- il loro ruolo ‘padronale’, origine di soprusi continui verso chi non si piega alle logiche aziendalistiche”. Un altro tema caldo, sempre per il mondo scolastico, e’ quello dell’alternanza scuola-lavoro, vista tanto dai professori quanto dagli studenti come una “grottesca forma di addestramento al lavoro gratuito”.
Ma nel mirino finiscono anche i quiz Invalsi, la chiamata diretta e i ‘bonus’ decisi dai dirigenti. Viene invece richiesta “l’immediata assunzione dei vincitori del concorso, degli abilitati e dei precari con tre anni di servizio su tutti i posti disponibili in organico” ma anche “il potenziamento degli organici Ata, le immissioni in ruolo sui posti vacanti e il ripristino delle supplenze temporanee”.

Fabrizio Salvatori

9/11/2017 www.controlacrisi.org

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