Omicidio sul lavoro. Mattia Battistetti

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Sono Monica Michielin, un’insegnante di Scuola Primaria e abito a Montebelluna, un Paese in provincia di Treviso. La vita con me è stata molto dura: il 29 Aprile 2021 in un cantiere edile della ditta Bordignon a Montebelluna, è stato ucciso mio figlio, Mattia Battistetti di 23 anni, da un carico di 15 quintali di impalcature che si è sganciato da una gru in movimento colpendolo alle spalle. Subito dagli accertamenti tecnici si è chiarita la dinamica dell’incidente con la denuncia della scarsa sicurezza nel cantiere: la gru vecchissima con manutenzioni superficiali, non vi erano vie di fuga, il carico della gru “volava” sopra la testa dei poveri operai, gli addetti alla sicurezza dispersi!!
Per la morte di Mattia sono state rinviate a giudizio 6 persone per omicidio colposo; il 26 Gennaio 2023 ci sarà la prima udienza del processo penale presso il Tribunale di Treviso dove è sato organizzato un sit-in. Sto urlando il mio grido di dolore ovunque: nei giornali, nelle TV locali, al Presidente Mattarella che mi ha onorato di una Sua risposta… perché in molti stiamo chiedendo giustizia per Mattia. Noi contiamo veramente che sia il PM che il GUP in occasione dell’udienza diano un segnale forte ed incisivo affinchè chi ha sbagliato paghi, affinchè si faccia giustizia vera su quanto è accaduto a Mattia e il sacrificio costato a Mattia serva da monito perché non accadano più tragedie simili. Nessuno ci darà indietro Mattia, si va avanti dopo una tale tragedia sopravvivendo, si cerca giustizia e, a chi ha ucciso mio figlio per negligenza, auguro di addormentarsi la sera e di risvegliarsi al mattino con i miei stessi pensieri, con la mia stessa tristezza, con la mia stessa disperazione, con l’ergastolo nel cuore al quale hanno condannato solo noi!

Montebelluna 2/1/2023


Sicurezza sul lavoro e giustizia per Mattia Battistetti

Mattia Battistetti era un operaio; gli è stata tolta la vita sul lavoro, in un cantiere a Montebelluna, a 23 anni. Il 29 Aprile 2021, all’inizio della mattinata lavorativa, un carico di quindici quintali di ferro si è staccato dalla gru e l’ha colpito mortalmente. Ciò che ha contraddistinto i venti mesi trascorsi ed il caso di Mattia Battistetti da troppe altre pagine della continua strage di lavoratrici e lavoratori, sono la determinata ed incessante ricerca di giustizia della mamma Monica Michielin, del papà Giuseppe e della sorella Anna, e la generosità estrema che vede la famiglia percorrere la strada della sensibilizzazione sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, affinché questa mattanza abbia fine.

E’ stata continua l’attività dell’Associazione in memoria di Mattia Battistetti, nel mantenere una alta e costante attenzione dei media locali sul tema, troppo spesso derubricato nelle cronache nazionali.
La prima battaglia è far emergere la falsità della narrazione fatalista. I 1400 omicidi annui di lavoratrici e lavoratori hanno cause ben precise, che vanno dalla negligenza, al doloso risparmio delle aziende in materia di sicurezza, alle condizioni di lavoro; nel contesto di una sostanziale assenza di controlli, determinata da strutture inadeguate negli organici; basti pensare al grave sottodimensio-namento dell’ispettorato nazionale del lavoro, che opera nel trevigiano con una dotazione di circa un quarto rispetto al piano dei fabbisogni del ministero del lavoro, e nel Veneto con circa 70 ispettori reali (esclusi amministrativi ecc.) chiamati a controllare 400.000 aziende. E’ logico ricondurre anche a queste mancanze il fatto che ci trovi nella regione del Paese con il maggior numero di morti sul lavoro in rapporto agli abitanti e nella seconda se guardiamo ai casi assoluti.

Il combinato tra l’assenza di controlli e la risibilità sanzionatoria e penale, determina il cinico interesse delle aziende al risparmio sulla sicurezza. Va stigmatizzata la sostanziale assenza di volontà politico-istituzionale nel produrre misure realmente deterrenti a negligenza e scorrettezza; e va ricondotta ad una volontà complessiva che la classe politica dimostra: il non pestare i piedi all’impresa e favorirla pesantemente nelle scelte, con una progressiva perdita di diritti e forza nei rapporti di lavoro per i lavoratori dipendenti. Precarietà, subappalti, ritmi e condizioni sociale e del lavoro rappresentano il contesto generale che mette in pericolo, mediante ricatti e forzature, la salute e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori.

Sarà fondamentale far vivere la necessità di un reale cambiamento dei rapporti di forza anche nel presidio, organizzato dall’Associazione in memoria di Mattia, presso il piazzale del Tribunale di Treviso in occasione della prima udienza del processo. Dovremo esserci in tante e tanti, il 26 gennaio alle 9 a Treviso, consapevoli che la rivendicazione di giustizia per Mattia e per i morti sul lavoro sarà efficace se potrà contare su un’ampia partecipazione di lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini.

Gabriele Zanella

Treviso 5/1/2023

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