• Archivio Lavoro & Salute
  • Medicina Democratica
Log in
Close
Lost your password?
Lavoro & Salute – Blog
Visita Rifondazione.it
  • Home
  • Archivio
    • Cronache Politiche
    • Cronache Sociali
    • Comitati di Lotta
    • Cronache di Lavoro
    • Cronache Sindacali
    • Movimenti di Liberazione
    • Altra Informazione
  • Sito LeS Cartaceo
  • Editoriali
  • Annali
  • Altro Blog
SFOGLIA IL GIORNALE INTERATTIVO
Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, scriva a info@lavoroesalute.org Distribuito gratuitamente da 38 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori. Tutti i numeri in pdf www.lavoroesalute.org

  •  Seguici su Facebook Lavoro E Salute
  •  Seguimi su FacebookFranco Cilenti
Visita Medicina Democratica

LA RIVISTA NAZIONALE
MEDICINA DEMOCRATICA


Rifondazione Due per mille

Rifondazione Due per mille

Su La Testa – Argomenti per la rifondazione comunista

Su La Testa - Argomenti per la rifondazione comunista

Su La Testa - Argomenti per la rifondazione comunista

Sinistra Europea

Visita Sinistra Europea
Free Palestine
  • Intifada
  • OLP
  • Free Palestine FB Page

Blog Lavoro e Salute – Categorie

  • Ambiente e salute (2.359)
  • Blog (12.505)
    • Altra Informazione (10.779)
    • Comitati di Lotta (9.780)
    • Cronache di Lavoro (8.647)
    • Cronache Politiche (10.872)
    • Cronache Sindacali (7.884)
    • Cronache Sinistra Europea (9.111)
    • Cronache Sociali (10.750)
    • Culture (7.993)
    • Editoria Libera (6.389)
    • Movimenti di Liberazione (826)
    • Politiche di Rifondazione (10.202)
    • Storia e Lotte (7.097)
  • cronache sindacali (54)
  • Internazionale (2.069)
  • lavoratrici (31)
  • OSS sanità (11)
  • sanità e salute (5.110)
  • servizio sanitario privato (55)
  • sicurezza lavoro (1.712)
  • Uncategorized (101)

Archivio Settimanale

  • Gennaio 30, 2023–Febbraio 5, 2023
  • Gennaio 23, 2023–Gennaio 29, 2023
  • Gennaio 16, 2023–Gennaio 22, 2023
  • Gennaio 9, 2023–Gennaio 15, 2023
  • Gennaio 2, 2023–Gennaio 8, 2023
  • Dicembre 26, 2022–Gennaio 1, 2023
  • Dicembre 26, 2022–Gennaio 1, 2023
  • Dicembre 19, 2022–Dicembre 25, 2022
  • Dicembre 12, 2022–Dicembre 18, 2022
  • Dicembre 5, 2022–Dicembre 11, 2022
  • Novembre 28, 2022–Dicembre 4, 2022
  • Novembre 21, 2022–Novembre 27, 2022
  • Novembre 14, 2022–Novembre 20, 2022
  • Novembre 7, 2022–Novembre 13, 2022
  • Ottobre 31, 2022–Novembre 6, 2022

Archivio Mensile

  • Febbraio 2023 (30)
  • Gennaio 2023 (207)
  • Dicembre 2022 (169)
  • Novembre 2022 (193)
  • Ottobre 2022 (178)
  • Settembre 2022 (155)
  • Agosto 2022 (110)
  • Luglio 2022 (171)
  • Giugno 2022 (152)
  • Maggio 2022 (156)
  • Aprile 2022 (148)
  • Marzo 2022 (204)
  • Febbraio 2022 (178)
  • Gennaio 2022 (202)
  • Dicembre 2021 (210)
  • Novembre 2021 (181)
  • Ottobre 2021 (152)
  • Settembre 2021 (144)
  • Agosto 2021 (68)
  • Luglio 2021 (180)
  • Giugno 2021 (167)
  • Maggio 2021 (192)
  • Aprile 2021 (219)
  • Marzo 2021 (200)
  • Febbraio 2021 (174)
  • Gennaio 2021 (203)
  • Dicembre 2020 (211)
  • Novembre 2020 (205)
  • Ottobre 2020 (192)
  • Settembre 2020 (149)
  • Agosto 2020 (124)
  • Luglio 2020 (184)
  • Giugno 2020 (123)
  • Maggio 2020 (135)
  • Aprile 2020 (166)
  • Marzo 2020 (221)
  • Febbraio 2020 (161)
  • Gennaio 2020 (148)
  • Dicembre 2019 (143)
  • Novembre 2019 (127)
  • Ottobre 2019 (113)
  • Settembre 2019 (114)
  • Agosto 2019 (83)
  • Luglio 2019 (116)
  • Giugno 2019 (103)
  • Maggio 2019 (120)
  • Aprile 2019 (107)
  • Marzo 2019 (114)
  • Febbraio 2019 (111)
  • Gennaio 2019 (106)
  • Dicembre 2018 (117)
  • Novembre 2018 (100)
  • Ottobre 2018 (112)
  • Settembre 2018 (99)
  • Agosto 2018 (91)
  • Luglio 2018 (104)
  • Giugno 2018 (102)
  • Maggio 2018 (103)
  • Aprile 2018 (96)
  • Marzo 2018 (108)
  • Febbraio 2018 (98)
  • Gennaio 2018 (86)
  • Dicembre 2017 (81)
  • Novembre 2017 (100)
  • Ottobre 2017 (98)
  • Settembre 2017 (73)
  • Agosto 2017 (50)
  • Luglio 2017 (115)
  • Giugno 2017 (100)
  • Maggio 2017 (94)
  • Aprile 2017 (108)
  • Marzo 2017 (112)
  • Febbraio 2017 (139)
  • Gennaio 2017 (126)
  • Dicembre 2016 (109)
  • Novembre 2016 (94)
  • Ottobre 2016 (97)
  • Settembre 2016 (66)
  • Agosto 2016 (37)
  • Luglio 2016 (82)
  • Giugno 2016 (76)
  • Maggio 2016 (65)
  • Aprile 2016 (78)
  • Marzo 2016 (67)
  • Febbraio 2016 (71)
  • Gennaio 2016 (71)
  • Dicembre 2015 (87)
  • Novembre 2015 (90)
  • Ottobre 2015 (91)
  • Settembre 2015 (64)
  • Agosto 2015 (28)
  • Luglio 2015 (71)
  • Giugno 2015 (69)
  • Maggio 2015 (77)
  • Aprile 2015 (87)
  • Marzo 2015 (96)
  • Febbraio 2015 (105)
  • Gennaio 2015 (107)
  • Dicembre 2014 (101)
  • Novembre 2014 (89)
  • Ottobre 2014 (120)
  • Settembre 2014 (34)
  • Agosto 2014 (18)
  • Luglio 2014 (33)
  • Giugno 2014 (33)
  • Maggio 2014 (29)
  • Aprile 2014 (27)
  • Marzo 2014 (65)
  • Febbraio 2014 (22)
  • Ottobre 2013 (11)

Visitatori Blog da Ottobre 2016

  • 73Questo articolo:
  • 2627223Totale letture:
  • 1073933Totale visitatori:
  • 294Ieri:
  • 823Visitatori per mese in corso:
  • 3Utenti attualmente in linea:
Altra Informazione, Blog, Comitati di Lotta, Cronache di Lavoro, Cronache Politiche, Cronache Sindacali, Cronache Sinistra Europea, Cronache Sociali, Culture, Editoria Libera, Politiche di Rifondazione, Storia e Lotte — Gennaio 22, 2021 9:54 am

Sono impiegate in lavori di servizio o cura, spesso lontane dalla propria famiglia, oppure si occupano dei familiari e della casa senza poter ambire a un impiego fuori

Per le donne immigrate l’emancipazione è un miraggio

Pubblicato da franco.cilenti

«Molti anni fa, un ragazzo genovese di tredici anni, figliuolo d’un operaio, andò da Genova in America – solo – per cercare sua madre. Sua madre era andata due anni prima a Buenos Aires, città capitale della Repubblica Argentina, per mettersi a servizio di qualche casa ricca, e guadagnar così in poco tempo tanto da rialzare la famiglia, la quale, per effetto di varie disgrazie, era caduta nella povertà e nei debiti. Non sono poche le donne coraggiose che fanno un così lungo viaggio con quello scopo, e che grazie alle grandi paghe che trova laggiù la gente di servizio, ritornano in patria in capo di pochi anni con qualche migliaio di lire. La povera madre aveva pianto lacrime di sangue al separarsi dai suoi figlioli, l’uno di diciott’anni e l’altro di undici; ma era partita con coraggio, e piena di speranza». (Edmondo De Amicis, ‘Cuore’, 1886, Fratelli Treves Editori, Milano).

La storia di Marco, protagonista di uno dei più commoventi racconti del libro ‘Cuore’, Dagli Appennini alle Ande, testimonia come la migrazione femminile è assai più antica di quanto non si pensi, sebbene la storiografia l’abbia in genere trascurata, vuoi perché le donne erano in buona misura occupate nelle case private, vuoi perché non erano di utilità per l’esercito, per cui i loro movimenti non destavano l’interesse dei governi. Da alcuni decenni, invece, studiosi e agenzie internazionali parlano di femminilizzazione per descrivere uno dei tratti distintivi della mobilità umana dell’epoca contemporanea: il peso delle donne nei flussi migratori – esse sono circa la metà dei migranti internazionali – e il ruolo economicamente attivo che le rende spesso le principali breadwinner (procacciatrici di reddito) delle loro famiglie. In molti paesi d’origine si è così consolidata una cultura femminile della migrazione, che per un verso riflette il dramma della femminilizzazione della povertà e per l’altro dice di una profonda trasformazione della condizione femminile e dei regimi di genere.

Anche in Italia la transizione migratoria fu annunciata, negli anni 70, proprio dall’arrivo di donne straniere che, come la mamma di Marco, trovavano lavoro (e alloggio) presso le case borghesi delle grandi città: le cosiddette colf, una riedizione della figura della cameriera ma che, per molti versi, ne riproduce la natura “familiare” – con tutta la sua ambivalenza – e i caratteri di un mestiere servile ma soprattutto femminilizzato, ovvero costruito socialmente come particolarmente adatto alle donne. Significativamente, molte datrici di lavoro (magari impegnate in iniziative per le pari opportunità e l’empowerment femminile) utilizzano disinvoltamente l’espressione “la mia donna” quando parlano della propria collaboratrice domestica, o ancora “la mia filippina”, a evocare l’etnicizzazione che ha investito il la- voro per le famiglie (di cui è emblema un termine come “badante”) e che richiama alla mente un ordine castale, dov’è l’appartenenza etnica a decretare il posto di ciascuno nella società.

I percorsi migratori femminili riflettono un sistema di interdipendenze globali che lega le famiglie dei paesi a forte pressione migratoria, coi loro bisogni di sopravvivenza e sviluppo, a quelle del “Nord globale”, coi loro bisogni di cura e sostegno. Non v’è allora da stupirsi se, a decenni dall’avvio della vicenda migratoria italiana, le famiglie sono ancora il principale datore di lavoro delle immigrate: il comparto assorbe oltre 4 straniere su 10 e si caratterizza per tutte le criticità di un lavoro che continua a non essere considerato esattamente come tale, a partire dall’impressionante diffusione dell’occupazione irregolare (stimata pari al 60% degli addetti).

Tuttavia, la migrazione femminile ha anche altri volti, che rispecchiano la tradizionale configurazione del ciclo migratorio, in cui i primi a migrare sono gli uomini. Parliamo del volto delle donne arrivate attraverso il ricongiungimento familiare, che da anni rappresenta la principale ragione d’ingresso in Italia. E di quello delle loro figlie, talvolta al centro di episodi drammatici, sebbene si tratti di episodi isolati rispetto a una realtà fatta in prevalenza di (buona) integrazione. Molte sono infatti le giovani immigrate e figlie di immigrati che incarnano i sogni di riscatto delle loro famiglie, si impegnano a scuola, ottengono un lavoro qualificato e fanno sentire la propria voce nello spazio pubblico. E tuttavia, gli episodi che ci parlano di regimi patriarcali sollecitano a interrogarsi su una realtà composita e ancora in parte poco conosciuta.

La realtà, ad esempio, delle migliaia di donne originarie da paesi come Egitto, India, Pakistan, Bangladesh che si ritrovano (per scelta o per forza?), a volte giovanissime (in base ai “nostri” standard), a svolgere il ruolo di moglie e casalinga: il tasso di inattività femminile, in questi gruppi, supera l’80 o addirittura il 90%. Si tratta di situazioni che percepiamo distanti dal principio dell’equità di genere, se non addirittura come una minaccia alla parità faticosamente affermata. Ma che, da un’altra prospettiva, potrebbero essere la spia di quanto tale obiettivo sia ben lontano dall’essere concretamente raggiunto, e non certo a causa della presenza di comunità immigrate custodi di culture arretrate. Nel deprimente scenario demografico italiano, sono spesso queste donne a fare (un po’) più figli e in alcune comunità immigrate sono elevatissime le percentuali delle 18-64enni che dichiarano di doversi occupare della cura dei figli o di altri familiari: 95,2% delle egiziane, 75,2% delle tunisine, 72,2% delle bangladesi, 70% delle pakistane. Occorrerebbe allora chiedersi se il trade-off tra impegno professionale e ruolo familiare sia per loro, ancor più che per le donne italiane, il principale fattore che ne scoraggia la partecipazione al mercato al lavoro.

I molteplici fattori che spiegano il tasso di inattività femminile sono tutti pertinenti con la situazione di molte donne straniere: il livello di istruzione (tanto più basso, quanto più probabile l’uscita dal mercato alla nascita del primo figlio, se non il mancato ingresso), le basse retribuzioni (che pesano sulle scelte di allocazione tra lavoro familiare e lavoro retribuito), le capacità di negoziazione col partner (che possiamo ipotizzare meno presenti nelle donne arrivate per ricongiungimento familiare). Ma verosimilmente incide anche l’atavica debolezza del sistema italiano di conciliazione, accentuata dall’assenza dei nonni (che in genere non vivono in Italia): tra le donne con figli minori di 5 anni, dichiara di rinunciare al nido o ad altri servizi perché troppo costosi l’8,9% delle italiane, il 31,2% delle straniere comunitarie e il 37,2% delle straniere comunitarie. Ne deriva che mentre il 57,2% delle donne italiane con carichi di cura è occupata, questo valore scende al 48,1% per le straniere comunitarie e al 35,5% per le extra-comunitarie. E se concentriamo l’attenzione sulle giovani Neet, non solo la loro incidenza raggiunge livelli straordinariamente elevati tra le immigrate extra-Ue (addirittura il 46%, rispetto al 23% delle italiane), ma tra di esse ben il 32,9% dichiara di dover far fronte a esigenze familiari non retribuite (rispetto all’8,3% delle italiane) e oltre la metà si dichiara indisponibile al lavoro.

Com’è noto, l’esclusione protratta dal mercato del lavoro rende probabile restarne per sempre ai margini, per tutti ma in particolar modo per le immigrate, non per caso individuate come target prioritario delle politiche europee di promozione dell’occupabilità. Occorre dunque far presto per impedire che molte giovani che vivono in Italia e che qui fanno crescere i loro figli (e le loro figlie) siano perennemente escluse da questo fondamentale veicolo di emancipazione economica e partecipazione sociale, ovvero dalle opportunità che caratterizzano la condizione femminile in una democrazia europea.

9/1/2021 https://www.avvenire.it

Tags: donne immigrate donne migranti emarginazione giovani NEET lavoro di cura lavoro domestico migranti sfruttamento donne
  • Condividi questo post:
  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • Digg
Autore: franco.cilenti

Lascia un commento

Fai clic qui per annullare la risposta.

— required *

— required *

© Copyright 2023 — Lavoro & Salute – Blog. All Rights Reserved - Created by Pep Web - Privacy Policy
blog-lavoroesalute.org è un blog collettivo di giornalisti e di autori e non una testata giornalistica. Il suo aggiornamento è infatti senza periodicità. blog-lavoroesalute.org non è quindi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. I contenuti e le opinioni di blog-lavoroesalute.org devono per questo motivo essere considerati espressione esclusiva di chi ne è autore e, in ogni senso, sotto la sua individuale e personale responsabilità. I contributi multimediali utilizzati da blog-lavoroesalute.org- testi, foto, video, audio e grafiche - se non di produzione o di proprietà dei giornalisti e degli autori o concessi esplicitamente da autori terzi o dalle persone ritratte, sono di pubblico dominio perché, ove possibile, offerti dalla rete e trattati, in relazione alle loro opzioni di riproduzione o elaborazione, come contenuti di blog-lavoroesalute.org, nel rispetto dei 6 livelli di tutela dell’autorialità previsti dalla versione inglese e dalle bozze italiane del CCPL 4.0 per la gestione della pubblicazione e della elaborazione di Creative Commons. Se gli autori o i soggetti ritratti o riprodotti fossero contrari, nella forma utilizzata o in assoluto, alla pubblicazione su blog-lavoroesalute.org di contenuti che li riguardano, hanno facoltà di inviare una segnalazione a blog-lavoroesalute.org per la loro correzione, in ogni modo indicato, o per la loro rimozione, con il diritto di stabilire la rilevanza della eventuale rettifica, compreso anche quanto pubblicato sui social-network. Ogni contribuzione volontaria o entrata pubblicitaria ricevuta da blog-lavoroesalute.org è esclusivamente funzionale al suo mantenimento.
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Cliccando sul tasto o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.
Accetto
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA