Perché è sparito dal sito de “La Stampa” un articolo del 2014 sui neonazisti ucraini?

La domanda gira di blog in blog, di social in social, di bacheca in bacheca: perché, dal sito de “La Stampa”, è sparito un articolo del novembre 2014, firmato Maria Grazia Bruzzone, sui neonazisti ucraini e sulla risoluzione Onu contro il nazifascismo approvata con 115 voti a favore, 55 astenuti e 3 contrari (Usa, Canada e Ucraina)? Domande, solo domande.

L’articolo scomparso

Un articolo che descriveva minuziosamente, documentandole, le origini neonaziste e il ruolo militante, all’interno dei battaglioni paramilitari di matrice neonazista, di qualche esponente della politica ucraina (un dato politico che non sminuisce certo le responsabilità della Russia nell’aggressione militare all’Ucraina e al popolo ucraino cui va tutta la nostra solidarietà). Un articolo che parlava anche della “svolta” degli Usa nell’approccio ad una questione come il nazifascismo, verso cui l’America sarebbe diventata improvvisamente tollerante, fino a votare contro la risoluzione. “La svolta ideologica – scrive Maria Grazia Bruzzone nell’articolo sparito – sarebbe il minor problema se neo-Nazisti in carne e ossa venissero non solo tollerati ma addirittura utilizzati, finanziati, premiati con cariche parlamentari, ministeriali e non solo. E’ quel che accade in Ucraina come, a un anno dalla cosiddetta “rivolta di Maidan” e in coincidenza col voto all’ONU, documentano svariati post (diversi sul sito canadese Global Research)”. Niente, non risulta raggiungibile come potete vedere collegandovi al sito de “La Stampa”.

Qualcuno potrebbe chiedersi se per caso “La Stampa” non abbia cancellato per qualche ragione tecnica tutti gli articoli antecedenti al 2014 e non soltanto quello sui neonazisti ucraini. Non sembrerebbe. Tutti gli articoli antecedenti al 2014, compresi quelli della stessa autrice Maria Grazia Bruzzone, sembrerebbero lì al loro posto. Per esempio questo del settembre 2014.

Dal blog indipendente “La Fionda”

E dunque, a risultare non raggiungibile, sarebbe – almeno così pare – solo l’articolo sui neonazisti ucraini che riportiamo integralmente e che potete trovare in vari blog (qui e qui). Perché non risulta più raggiungibile? Magari problemi tecnici? Chissà. Domande, solo domande. Qui l’articolo integrale.

I neo-Nazi imperversano in Ucraina, ma il Nazismo non è più il “male assoluto”(per l’Occidente)

Una settimana fa l’assemblea generale dell’ONU ha approvato una mozione presentata dalla Russia che condanna i tentativi di glorificazione dell’ideologia nazista e la conseguente negazione dei crimini di guerra nazisti, compreso l’Olocausto. La risoluzione rileva e condanna anche l’aumento di attacchi razzisti in tutto il mondo e propone di applicare la Convenzione Internazionale sull’eliminazione di ogni forma di Discriminazione Razziale adottata in sede Onu nel 1969 ma mai davvero messa in pratica.

I media italiani hanno quasi del tutto ignorato la notizia, che invece presenta aspetti interessanti, sottolineati da blog alternativi (es qui), anche nostrani (qui e qui). Del resto parlano poco anche delle atrocità che continuano ad essere compiute in Ucraina, come testimonia anche l’ultimo rapporto ONU.

Si dirà che la mozione ricalcava altre risoluzioni del genere approvate alle Nazioni Unite, anche recentemente (2010, 2012).

Si dirà che quest’ultima risoluzione era una furbesca mossa propagandistica del Cremlino per raccogliere una condanna indiretta del nuovo governo ucraino, nato da un “colpo di stato” sponsorizzato da Stati Uniti e avvallato dalla UE.

Fatto sta che, se in altre occasioni simili c’era stata l’unanimità o quasi, questa volta è andata diversamente.

I voti favorevoli sono stati 115, 3 i contrari, 55 gli astenuti. A votare contro sono stati USA, Canada e Ucraina – è la prima novità. La seconda è che ad astenersi sono stati i paesi dell’Unione Europea (ambigui e un po’ ipocriti, come spesso capita) più vari stati nordafricani. Astenuta anche la Germania, mentre Israele non ha potuto negare il suo sì, associandosi al resto del mondo

Una svolta ideologica. La sottolinea un blog italiano decisamente “di sinistra” che osserva come in questa occasione il “merito” della mozione (la condanna del Nazismo) perda di peso, non conti più. L’importante è contrastare l’avversario (la Russia) e sostenere l’alleato (l’Ucraina di Poroshenko e Pravy Sektor).

Un voto puramente “politico”, certo. Ma che rovescia un modo di pensare radicato nella tradizione culturale occidentale e in particolare europea – ne sa qualcosa la generazione cresciuta nel dopoguerra nel mito degli USA “salvatori” dell’Europa dal perfido criminale Hitler gasatore di ebrei e minoranze (ma del ruolo decisivo della Russia nel fermare il Furer, e dei 23 milioni di russi morti, tra militari e civili, poco si parlava e si parla).

” Con questo voto il concetto di “male assoluto”, storicamente e unitariamente identificato nel nazifascismo, non possiede più dei contorni valoriali riconosciuti e riconoscibili da tutti – osserva il blog – ma diventa semplicemente l’etichetta da affibbiare al “nemico di turno”. L’integralismo islamico-sunnita dell’Isis può essere nominato come il nuovo “male assoluto”, mentre i nazifascisti in carne-ossa-spranghe-fucili – in qualsiasi paese alleato dell’Occidente – non lo sono più “.

E’ una svolta che data ormai da decenni. Quanti “nuovi Hitler” sono stati additati, da Noriega a Saddam Hussein, da Milosevich a Gheddafi? Fino allo stesso Putin negli ultimi mesi. Ma senza ribaltare i termini della questione, senza negare esplicitamente il “male assoluto“ Nazista originario, come fa invece il recente voto negativo all’ONU da parte di US, Canada e Ucraina.

Ucraina e neo-Nazisti.La svolta ideologica sarebbe il minor problema se neo-Nazisti in carne e ossa venissero non solo tollerati ma addirittura utilizzati, finanziati, premiati con cariche parlamentari, ministeriali e non solo. E’ quel che accade in Ucraina come, a un anno dalla cosiddetta “rivolta di Maidan” e in coincidenza col voto all’ONU, documentano svariati post (diversi sul sito canadese Global Research).

E’ accaduto del resto fin dall’inizio, quando fazioni di estrema destra ultranazionalista, con bandiere e chiari simboli neo-Nazi, hanno giocato un ruolo decisivo nel “colpo di Stato” che ha rovesciato il presidente Viktor Yanukovich (corrotto quanto si vuole ma regolarmente eletto) e dato vita al governo di Arseniy Yatseniuk. Un copione scritto da tempo dal Dipartimento di Stato americano, è stato ampiamente provato, contro la volontà degli europei che col presidente uscente avevano siglato un accordo, rinnegato il giorno seguente dopo i furiosi, oscuri scontri di piazza nella notte tra polizia e dimostranti fra i quali spiccavano le milizie del Settore Destro (Pravy Sektor) e misteriosi cecchini, disordini che misero in fuga Yanukovich.

Neo-Nazi in Ucraina al governo… Sono tanti, a dispetto della scarsissima affermazione del loro partito. Farne un elenco è inevitabile.

Andry Parubiy. Segretario del Consiglio Ucraino di Difesa e Sicurezza Nazionale. Parubiy aveva fondato il Partito Nazional Socialista dell’ Ucraina, formazione di estrema destra ultranazionalista e neo-Nazista nata nel 1991 che, malgrado il nome cambiato in Svoboda(=libertà) siede in parlamento(con soli 6 eletti invero) continuando a usare tranquillamente simboli e bandiere naziste e a richiamarsi a a Stepan Bandera, il collaborazionista ucraino dell’Ovest schierato dalla parte di Hitler, che era invece combattuto dagli Ucraini dell’Est alleati con l’Unione Sovietica di Stalin. Di qui, e da ancor più antiche ostilità, l’odio feroce che oppone le due parti dell’Ucraina. Sarebbe utile approfondire per meglio capire le posizioni.

Oleh Tyahnybok,leader di Svoboda, partito che siede in parlamento (Tyahnybok fotografato un anno fa col futuro premier Yatseniuk insieme al senatore US John McCain e a Victoria Nuland, assistente di John Kerry per Europa e Eurasia, falco Neocon nonché moglie di Robert Kagan, la vera architetta del piano ucraino costato $5 miliardi, dichiarò lei stessa, di cui venne resa nota la telefonata in cui mandava esplicitamente a farsi fottere gli europei.

Dmytro Yarosh, vice Segretario per la Sicurezza Nazionale. Leader di Pravy Sektor, sovrintende le forze armate con Parubiy. Pravy Sektor include il gruppo di estrema destra Patrioti dell’Ucraina e i paramilitari di UNA-UNSO (ne parliamo più avanti). Nelle loro insegne ci sono rune naziste, svastiche e altri simboli nazi.

Oleksandr Sych, vice Primo Ministro. Sych è membro del partito Svoboda,Ihor Shvaika, ministro dell’Agricoltura, idem, Andriy Mokhnyk, ministro dell’Ecologia. Mokhnyk di Svoboda è vice leader.

…e in parlamento,capi dei battaglioni di milizie che seminano terrore nell’Est. Squadre di volontari/mercenari che affiancano/surrogano esercito regolare di Kiev e Guardia Nazionale nella guerra etnica contro i cosiddetti “separatisti filo-Russi “. Sarebbero 34 o 50 e conterebbero varie migliaia di militi, 7000 solo il Dniepr secondo AFP.

Oleg Lyashko, capo del Radical Party che porta anche il suo nome, nonché del battaglione “Shaktar”. Human Right Watch e Amnesty International ne hanno condannato le azioni nell’Est Ucraina, ma pure sequestri di persona e torture nei confronti di suoi concorrenti (video qui). Global Researchaggiunge accuse di stupri e di giovani volontari costretti a prostituirsi (video), sebbene Lyashko, che era un candidato alla presidenza, sia considerato un politico in ascesa.

Sergey Melnichuk, comandante del battaglione “Aydar”dalle incerte sorti, deputato scelto da Lyashko.

Andrij Teteruk, neo senatore e comandante del battaglione “Myotvorets” (=che porta la pace), milizia di polizia che “restaura l’ordine negli insediamenti liberati, li ripulisce dai criminali e dalle armi”, a suo dire. Tradotto: milizie punitive.

Semen Semenchenko, nuovo senatore anche lui, il suo battaglione “Donbass” è responsabile di molti orrori contro i civili delll’Est.

Yuri Bereza, neo senatore, comanda il battaglione“Dniepr1” finanziato da Ihor Kolomoysky, il potente oligarca banchiere 2° o 3° più ricco del paese, da poco nominato governatore di Dniepropetrovsk. Kolomoysky, passaporto ucraino, cipriota e israeliano, avrebbe pianificato e finanziato il massacro di Odessa in cui sono stati torturati, mutilati e infine bruciati 37 civili, 19 dei quali ebrei. Il battaglione pullula di svastiche e mercenari Neo-Nazi. “Animali neonazisti”, li ha bollati l’assistente dell’oligarca.

Andrij Biletsky, capo dei gruppi neo-Nazisti Assemblea Social-Nazionale e Patrioti dell’Ucraina è il fondatore e comandante del battaglione “Azov”, il più tristemente noto. Responsabile di rapimenti, stupri, torture e assassini di civili nella regione del Donbass ma anche a Mariupol dove è basato, fra i suoi emblemi oltre a rune e svastiche (viste in tv pare abbiano impressionato molto i tedeschi, per il WashingtonPost sono romanticherie giovanili) c’è il simbolo occulto del Sole Nero usato dalle SS naziste.

Circa 500 uomini, “apertamente neo-Nazisti” li definì Foreign Policy in un pezzo di agosto dedicato al battaglione (ma forse sono be di più), alla pari degli oltre 50 “battaglioni punitivi”, unità paramilitari che combattono nell’Est. L’”identità europea” propugnata dall’ideologo Odnorozhenko è molto diversa dal liberalismo americano ed europeo, osserva FP. Biletsky propugna apertamente la superiorità Ariana. “La storica missione della nostra nazione in questo momento critico e guidare le Razze Bianche del mondo in una crociata finale per la loro sopravvivenza” ha detto alTelegraph (ripreso qui da Consortiumnews in un post che linka i grandi media come NYTimes ecc, che finalmente a settembre si accorgono dei neo-Nazi in Ucraina.

E sul loro sito si leggono frasi così: “Sfortunatamente oggi fra le genti Ucraine ci sono molti Russi (per mentalità), ebrei, americani, europei dell’UE, Arabi, Cinesi e così via, ma non molti specificamente Ucraini . Non è chiaro quanto tempo e quanti sforzi ci vorranno per sradicare questi pericolosi virus dal nostro popolo”.

Conclude FP: “I pro-Russi dicono di combattere contro nazisti e fascisti , nel caso di Azov e altri battaglioni queste accuse sono essenzialmente vere”.

Di sfuggita: qualche giorno fa il vicecomandante del battaglione “Azov” Vadim Troyan, è stato nominato Capo della Polizia della Regione di Oblast dal ministro dell’Interno Arsen Avakov (che la Russia chiede venga ricercato dall’Interpol per metodi di guerra proibiti, assassini e altri reati).

Da segnalare anche l’apparente processo di “nazificazione” in corso nelle scuole, come testimoniato dal dal tweet del presidente Poroshenko sull’addestramento militare a lezione e dall’immagine dei simboli nazisti in questa classe.

Eppure il governo US li aiuta e li finanzia. “Se solo il pubblico sapesse che il governo US aiuta mostri del genere”, scrive Global Research raccontando di una delegazione Ucraina in arrivo a Washington per reclamare altri soldi e aiuti militari. In realtà armi, anche letali, ne hanno appena ricevute, in coincidenza con la recente visita a Kiev del vicepresidente Usa Joe Biden – come ha rivelato il sito di hackers CyberBerkut che ha messo in rete elenchi e documenti originali (segnalato qui, in it.). Del resto un provvedimento per bloccare gli aiuti militari US all’Ucraina neo-Nazi, presentato da un deputato dem, sarebbe stato bloccato, sorprendentemente, dalla lobby israeliana.

La potente lobby ultranazionalista Ukrainian Congressional Committee of America (UCCA) sa come attivarsi. Dal dopoguerra porta avanti la piattaforma di estrema destra dell’OUN (Organization of Ukrainian Nationalist) compreso il culto del filo-Hitleriano Bandera e ha solidi canali nella destra americana Neocon.

E se il partito Svoboda fosse solo il fronte elettorale di organizzazioni neo-Naziste e ultranazionaliste non nuove, ben conosciute e appoggiate dalla stessa UCCA, come l’UNA-UNSO? Se questi organizzazioni non fossero tanto espressione dell’opposizione ucraina quanto delle forze segretamente utilizzate dalla NATO che usano l’Ucraina come base, e non da oggi? Se a giocare un ruolo decisivo negli episodi di violenza che portarono al collasso del governo ucraino che era uscito dalle elezioni fosse questa organizzazione militare neo-Nazista legata alla NATO?

Una tesi ardita, anche se ormai è difficile stupirsi di alcunché. A sostenerla, in un post del marzo scorso rilanciato ora dal solitamente attendibile Global Research, è l’analista geopolitico F. William Engdahl, basandosi anche su fonti personali tra i quali veterani dell’intelligence americana.

Engdhal che scriveva a ridosso di quei primi eventi, ricostruiva l’accaduto, Yanukovich forzato a fuggire come un criminale, accusato di aver rifiutato l’offerta di un ingresso dell’Ucraina nella UE preferendo un accordo con la Russia che offriva il taglio di $15 miliardi di debiti ucraini e gas a prezzi ridotti. Ricordava l’accordo di compromesso raggiunto con Yanukovich dai ministri degli Esteri di Germania, Francia e Polonia – senza gli US, prova dei diversi punti di vista e metodi europei – la telefonata in cui la Nuland spiegava al “suo” ambasciatore quale governo e quale coalizione volesse a Kiev, col famoso “F..k the EU”, l’Europa si fotta, appunto.

E arriva al precipitare degli eventi, quel 22 febbraio, quando a piazza Indipendenza la polizia si ritirò in preda al panico, sotto il fuoco incrociato dei cecchini.

Chi aveva schierato i cecchini? è la domanda finora senza risposta, si chiedeva l’autore. Secondo fonti di veterani dell’intelligence US i cecchini arrivarono dall’organizzazione militare di ultra destra conosciuta come Ukrainian National Assembly–Ukrainian People’Self Defense (UNA-UNSO).

(Una sigla che abbiamo già incontrato in un altro post dove era vista ricadere sotto l’ala del Pravy Sektor, il Settore Destro).

L’autore ricorda come il leader di UNA-UNSO Andrij Shkil dieci anni fa divenne il consigliere di Julia Tymoshenko, appoggiata dagli US. Durante la “Rivoluzione Arancione” appoggiò il candidato pro-NATO Yushenko contro il pro-Russia Yanukovich. Si dice anche che abbia legami stretti col Partito Nazionale Democratico in Germania (NDP)

“Dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991 i membri dell’organizzazione para-militare UNA-UNSO sono stati dietro ogni rivolta contro l’influenza Russa – afferma Engdahl. Il filo che connette le violente campagne è sempre anti-Russia. L’organizzazione, secondo le fonti di veterani dell’ intelligence americana, è parte di una GLADIO segreta della NATO, e non è un gruppo nazionalista come quello che viene descritto dai media occidentali.

Secondo tali fonti UNA-UNSO avrebbe partecipato agli eventi Lituani nell’inverno 1991 (confermato ufficialmente), al colpo di Stato Sovietico nell’estate 1991 (defenestrazione di Gorbaciov, ndr), nella guerra anti Mosca di Abkhazia del ’93, a quella in Cecenia, alla campagna organizzata dagli US in Kosovo contro la Serbia, alla guerra in Georgia nel 2008. I para-militari dell’UNA-UNSO sarebbero stati coinvolti in ogni guerra sporca della NATO nel post guerra fredda. Si tratta di pericolosi mercenari usati ovunque sia per combattere guerre sporche sia per incastrare la Russia, perché pretendono di essere forze speciali Russe (per Wikipedia nel ’91 membri di UNA–UNSO avevano servito nelle forze armate sovietiche).

Gli avvenimenti in Ucraina sono andati avanti secondo le linee suggerite da Engdhal (al governo Arsenij Yatseniuk pilotato dagli US, forte ruolo di Svoboda), che chiudeva con una frase quasi profetica.

“Il dramma non è affatto finito. In gioco c’è il futuro della Russia, le relazioni Europa /Russia e il potere globale di Washington o almeno di quella fazione che a Washington vede ulteriori guerre come primo strumento della politica”.

13/3/2022 https://fortebraccionews.it
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