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    Altra Informazione, Blog, Comitati di Lotta, Cronache di Lavoro, Cronache Politiche, Cronache Sindacali, Cronache Sociali, Politiche di Rifondazione — Dicembre 14, 2016 9:14 am

    Mentre nelle fabbriche si continua a morire. Fca Termoli: “Un nostro collega è morto stanotte mentre lavora, dopo quasi 30 anni di fiat. Anche lui, come tanti, aveva chiesto di non tornare a lavorare su questo turno massacrante con un lavoro già di per sé pesantissimo. È morto in una fabbrica virtuosa, che oltre al necessario, sovvenziona ulteriori progetti di “salute e sicurezza”, tra i quali l’ultimo, “il progetto cuore”. … Una fabbrica che, evidentemente non ha tenuto nella giusta considerazione i precedenti malori di Massimo, sopraggiunti mentre lavorava. … Che non ha tenuto conto che Massimo prendesse la pillola per la pressione. … Che non ha tenuto conto che Massimo avesse espressamente chiesto di non fare la notte perché non ce la faceva. Questa è la stessa fabbrica che non ha tenuto conto, delle richieste di tanti di noi, che invece, al posto di Massimo, avevano contemporaneamente chiesto di poter lavorare la notte, magari perché monoreddito, ed in miglior salute. A Massimo si è fermato il cuore e noi avremmo voluto che tutta la fabbrica si fermasse con lo sciopero proclamato. perché di lavoro e sul lavoro non si può è non si deve morire.” Stefania Fantauzzi- RSA USB – FCA Termoli – 13 dicembre 2016

    Perché il rinnovo dei metalmeccanici ci riguarda tutti

    Pubblicato da franco.cilenti

    FIOM, FIM e UILM hanno da poco raggiunto l’intesa con Federmeccanica per il rinnovo del contratto collettivo dei metalmeccanici. Un accordo vergognoso, come abbiamo qui analizzato, che la FIOM ha accettato pur di tornare a siglare un contratto unico con gli altri sindacati dopo 8 anni di divisioni.

    Peccato che per raggiungere questo obiettivo Landini abbia abdicato a tutte le battaglie degli scorsi anni: aumenti per tutti, rifiuto a scambiare salario con welfare aziendale, flessibilità oraria, diritto di sciopero. Un’intesa tanto negativa per i lavoratori da costringere l’area di opposizione della CGIL ad abbandonare il tavolo, per lanciare un segnale sulla pericolosità di questo accordo.

    Nessun aumento salariale: gli stipendi verranno soltanto adeguati ex-post all’inflazione reale, quindi al momento non si sa nemmeno se e quanto cresceranno le buste paga. Al posto degli aumenti in busta paga i lavoratori potranno usufruire di benefit (buoni sconto) e welfare (assistenza sanitaria e previdenza integrativa). Così le aziende risparmiano sulle tasse mentre i lavoratori ci rimettono tre volte: rinunciano agli aumenti salariali; benefit e welfare non rientrano nel calcolo di tredicesima, quattordicesima, TFR e contributi INPS abbassandone l’importo; infine il diritto a ricevere questa forma di salario indiretto è subordinato all’adesione a fondi privati (come il Cometa) e rende ancor più ricattabili i lavoratori che si trovano ad essere dipendenti dall’azienda non solo per il salario ma anche per un welfare sempre più privatizzato.
    Non migliore sarà la parte normativa che recepisce le clausole di raffreddamento del conflitto (i sindacati firmatari si impegnano a non scioperare) ed accetta la definizione di un orario flessibile plurisettimanale (cioè le aziende potranno non pagare gli straordinari andando poi in compensazione).

    Insomma un accordo davvero vergognoso e pericoloso per migliaia di lavoratori. Ma la battaglia non è ancora finita! L’accordo sarà sottoposto ad approvazione da parte dei lavoratori metalmeccanici tramite il referendum del 19-20-21 dicembre. Sarà dura con FIM e UILM, come sempre schierate compatte per il SI’ a fianco dei padroni, ed una FIOM che cercherà in tutti i modi di presentare l’accordo come l’unico possibile, dati i tempi di crisi. Ma noi non ci arrendiamo anche perché questa battaglia non riguarderà solo i metalmeccanici, ma tutti i lavoratori e le lavoratrici: come già annunciato da Confindustria e confederali che si apprestano a riprendere il dialogo per il cosiddetto “Patto di Fabbrica”,il contratto dei metalmeccanici potrebbe diventare il modello per una nuova tipologia contrattuale valida in tutti i settori.

    Per questo è necessario informare tutti i metalmeccanici sul contenuto inaccettabile dell’accordo e costruire una campagna non solo in difesa degli interessi degli operai ma anche di quelli di tutti gli altri lavoratori. Per questo è parimenti importante informare tutti i lavoratori di altri settori e chiedere sostegno per i metalmeccanici, perché la loro lotta è la lotta di tutti noi. Ci riguarda tutti perché se passa il referendum dei metalmeccanici, presto potremmo trovarci tutti nuovi contratti con zero aumenti, salario barattato con buoni sconto e pacchetti di welfare, più flessibilità oraria e divieto di sciopero. Il sogno di Confindustria e Federmeccanica, l’incubo dei metalmeccanici e di tutti i lavoratori. Ma per fermare questa deriva non ci basta aprire gli occhi, dobbiamo organizzarci con tutti gli strumenti a nostra disposizione che, come abbiamo visto col referendum costituzionale, sono moltissimi.

    Invitiamo allora ad aderire all’appello di alcuni delegati che promuovo il NO all’ipotesi di accordo per il rinnovo del Ccnl metalmeccanico e che, dopo l’incontro del 6 dicembre a Firenze, si stanno organizzando per costruire un’opposizione forte e diffusa a questo contratto.

    Non abbiamo i loro mezzi economici, mediatici, politici, ma siamo tanti e siamo determinati perché sappiamo che in ballo c’è il nostro futuro. Per questo invochiamo il contributo di tutti, chiedendo di:

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    –    Organizzare iniziative ed assemblee dentro e fuori i luoghi di lavoro (se avete bisogno di aiuto scriveteci a cityworkers@gmail.com) per informare gli operai sul contenuto dell’accordo.

    –    Organizzare iniziative che allarghino la solidarietà a lavoratori di altri settori facendo capire l’importanza che avrà l’esito di questa battaglia per tutti i lavoratori.

    –    Organizzare volantinaggi (ad esempio con questovolantino) e megafonaggi davanti ai cancelli delle imprese metalmeccaniche.

    –    Inventarvi qualunque altra forma di comunicazione per estendere informazione e solidarietà: noi ad esempio ci stiamo organizzando per dei tour con i nostri furgoni, come già sperimentato per il referendum, con cui megafonare in giro nelle città e nelle aree industriali.

    Per firmare l’appello per il NO invia la tua adesione a: peril.no.ccnl2016.metal@gmail.com

    Segnalaci sulla pagina FB o per mail (cityworkers@gmail.com) ogni iniziativa organizzata così da aggiornare questa sezione.

    Qui la diretta di “Corrispondenze Operaie” su Radio Onda Rossa con Dario Salvetti, delegato della GKN di Firenze.

    13/12/2016 http://clashcityworkers.org

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