Potere al popolo! Si parte, davvero!

 

Potere al Popolo, stavolta erano anche di più. Più degli 800 che erano arrivati al Teatro Italia ventinove giorni fa. Più di mille, stavolta, a gremire l’Ambra Jovinelli dopo aver prodotto un’ottantina di assemblee locali le cui immagini, ingrandite, scorrono sul maxischermo alle spalle della presidenza. Sugli spalti anche gli striscioni multilingue del corteo del giorno prima.

Potere al popolo, nel frattempo, è diventato il nome della lista. C’è un simbolo, ora, essenziale, con le sue mezzelune rosse e quella stella sghemba e rossacome se fosse scritta su un muro, di corsa, durante una giornata di lotta. Programma e manifesto politico stanno già circolando in rete. Il programma è credibile, radicale, radicalmente riformista ma riesce a far venire in mente parole che sembravano desuete e vengono pronunciate da molti oratori: rivoluzione, passione e anche popolo nella sua accezione di mondo degli umili, degli esclusi, degli sfruttati, senza l’ambiguità del grillismo e di ogni populismo. Per i candidati, verrà detto alla fine, saranno gli ambiti territoriali a compilare le liste prima del rush finale della raccolta di firme. Intanto, anche per squarciare la congiura del silenzio della stampa per bene, la lista si manifesterà già il 26 dicembre volantinando davanti ai centri commerciali aperti.

L’assemblea di Roma doveva imprimere lo slancio a militanti e attivisti venuti un po’ da tutte le parti, molti restati in città dopo la manifestazione Diritti per tutti. E così è stato. Bisognava ufficializzare i risultati di un lavoro di tessitura e socializzazione che in quattro settimane ha mutato il paesaggio a sinistra dopo l’eutanasia del percorso, per altro non esaltante e ambiguo fin dall’inizio del Brancaccio, perché potesse nascere la lista Grasso “pompata” da Repubblica emanifesto come sedicente antidoto al Pd.

Uno sguardo ravvicinato su questo teatro rivela che «c’è del metodo in questa follia», per rubare le parole ad Eleonora Forenza, l’eurodeputata Prc/Altra Europa. E’ stata una cerimonia, insomma, con il passaggio di testimone importante dalle generazioni di una sinistra che ha visto vittorie e sconfitte alle nuove leve. Apre Haidi Giuliani, la mamma di Carlo ma anche ex deputata del Prc al tempo del secondo Prodi, seguirà l’adesione appassionata di Nicoletta Dosio, storica esponente del movimento No Tav che interviene dopo i saluti degli ospiti internazionali (Monereo di Podemos, Amard di France Insoumise e Maite Mola di Izquierda Unida). «Non sembra proprio un’assemblea elettorale», osserva la docente di greco in pensione venuta dalla Valle che continua a resistere. Molte voci prima e dopo spiegheranno che questa storia non si consumerà con le elezioni, che è un’irruzione di lunga durata per non lasciare la sinistra nelle mani degli autori del massacro sociale degli ultimi vent’anni e per rompere con la stagione del neoliberimo. Giorgio Cremaschi di Eurostop, Maurizio Acerbo, segretario Prc, l’omologo del Pci, Mauro Alboresi, Franco Turigliatto di Sinistra Anticapitalista che ha scelto questo percorso rispetto a una lista più identitaria con Pcl e Scr. In presidenza, ancora una volta, due donne di Je so’ pazz, il centro sociale napoletano che ha occupato l’ex Opg e che, dopo l’eutanasia del Brancaccio, ha riempito e dilatato lo spazio che Mdp, Si e Possibile avrebbero voluto saturare e ridurre al silenzio.

Si alternano al microfono, con pari dignità, le voci delle lotte, le testimonianze dai nodi locali – da Lampedusa alla Valle di Susa, dalla ThyssenKrupp ad Almaviva, e i volti più noti delle organizzazioni politiche. Parlerà lo scrittore Christian Raimo che sta conducendo un’inchiesta su studenti e politica, e, ad infiammare la platea prima delle conclusioni, Francesca Fornario, popolare autrice satirica ormai frequentatrice abituale di Potere al Popolo. Lei conosce un sacco di donne che «sono state innamorate ma poi hanno sposato Giovanni». Ora è il tempo di non votare Giovanni, di stare «dove ci batte il cuore».

Checchino Antonini

17/12/2017 http://popoffquotidiano.it

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