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    Altra Informazione, Blog, Comitati di Lotta, Cronache di Lavoro, Cronache Politiche, Cronache Sindacali, Cronache Sinistra Europea, Cronache Sociali, Culture, Politiche di Rifondazione — Giugno 7, 2019 7:38 am

    Un fenomeno in forte crescita negli ultimi anni, tanto da far toccare nel 2017 il record di poveri assoluti, almeno in base ai dati disponibili dal 2005 ad oggi. Nella scheda l’analisi dei dati Istat e i grafici per comprendere meglio l’evoluzione della povertà nel nostro Paese

    Povertà in Italia: tutti i numeri

    Pubblicato da franco.cilenti

    soldi

    La povertà in Italia è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni. Ad accelerare l’espansione del fenomeno in tutto il territorio nazionale è stata la crisi economica e finanziaria del 2007. Da allora, l’Istat ha rilevato una inarrestabile avanzata che trova il culmine nel 2017 (ultimi dati disponibili). Secondo l’Istituto nazionale di statistica in Italia ci sono 1 milione e 778 mila famiglie e 5 milioni e 58 mila individui in condizione di povertà assoluta. In entrambi i casi si tratta del valore più alto registrato dal 2005, anno in cui l’Istat ha iniziato a monitorare la povertà assoluta in Italia. Nel 2005, infatti, si contavano circa 1,9 milioni di individui in povertà. Nel 2006 il dato più basso della serie: 1,66 milioni di poveri assoluti. Poi il costante aumento.

    Grafico povertà assoluta in Italia

    Per meglio comprendere la portata dei dati è utile parlare di incidenza della povertà assoluta sia tra le famiglie italiane che tra i singoli individui. L’incidenza è rapporto tra il numero di famiglie con spesa media mensile per consumi pari o al di sotto della soglia di povertà e il totale delle famiglie residenti. Anche l’incidenza della povertà assoluta nella popolazione mette in evidenza un costante incremento della quota di popolazione povera, dal 2007 ad oggi l’incidenza della povertà assoluta tra gli individui è più che raddoppiata passando da un 3,1 per cento di persone povere assolute nella popolazione ad un 8,4 per cento. L’incidenza della povertà assoluta per le famiglie è del 6,9 per cento nel 2017. Nel 2017, inoltre, si stima siano 3 milioni 171mila le famiglie in condizione di povertà relativa (con un’incidenza pari a 12,3 per cento tra tutte le famiglie residenti), per un totale di 9 milioni 368 mila individui (15,6 per cento dell’intera popolazione).

    Grafico Incidenza povertà assoluta in Italia

    È il Sud Italia a presentare la situazione più grave. Secondo l’Istat, infatti, l’incidenza della povertà assoluta è aumentata prevalentemente nel Mezzogiorno sia per le famiglie (passando dall’8,5 del 2016 al 10,3 per cento) sia per gli individui (dal 9,8 a 11,4 per cento). Una famiglia su dieci, al Sud Italia, quindi versa in condizioni economiche critiche. Significativo anche l’aumento di povertà nei centri e nelle aree metropolitane del Nord, specialmente in Lombardia e Veneto. Le famiglie residenti nelle periferie delle aree metropolitane e nei grandi comuni del Nord, infatti, vedono peggiorare la propria condizione, con un’incidenza di povertà assoluta che tocca quota 5,7 per cento, contro il 4,2 del 2016. Nel Mezzogiorno, invece, cresce l’incidenza di povertà assoluta nei centri delle aree metropolitane (passata da 5,8 del 2016 al 10,1 per cento) e nei comuni più piccoli fino a 50 mila abitanti (passata dal 7,8 al 9,8 per cento).

    Grafico Incidenza povertà assoluta famigliare in Italia

    Secondo l’ultima indagine Istat, le donne in povertà assoluta sono 2 milioni 472mila (con un’incidenza dell’8 per cento), i giovani tra i 18 e i 34 anni sono 1 milione e 112mila (10,4 per cento, valore più elevato dal 2005), mentre gli anziani sono 611 mila (ovvero il 4,6 per cento). I minorenni in povertà assoluta sono 1 milione 208 mila, ovvero il 12,1 per cento, quindi più di un bambino su dieci. In questa categoria, l’incidenza della povertà assoluta è passata dal 10 per cento del 2014 al 12,5 per cento del 2016, facendo registrare quindi una lieve flessione nel 2017. I livelli di povertà assoluta, inoltre, sono elevati per le famiglie con cinque o più componenti (17,8 per cento), soprattutto se coppie con tre o più figli (15,4 per cento). L’incidenza della povertà, infine, cresce fra i non occupati, ma valori elevati di incidenza di povertà assoluta si registrano anche tra chi ha un lavoro, quando la condizione professionale è quella di operaio e assimilato, dove l’incidenza raggiunge l’11,8 per cento.

    Grafico Minori in povertà assoluta in Italia

    I più poveri tra i poveri sono le persone senza dimora. Le ultime stime risalgono al 2014, grazie alla seconda indagine sulla condizione delle persone che vivono in povertà estrema, frutto di una convenzione tra Istat, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora (fio.PSD) e Caritas Italiana. Secondo lo studio, sono 50 mila 724 le persone senza dimora che, nei mesi di novembre e dicembre 2014, hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni italiani in cui è stata condotta l’indagine. Ovvero il 2,43 per mille della popolazione iscritta presso i comuni considerati dall’indagine. Un valore in aumento rispetto a tre anni prima, quando era il 2,31 per mille (47 mila 648 persone). Stabile rispetto al 2011 la presenza di persone senza dimora nelle regioni del Nord-ovest (38 per cento), del Centro (23,7 per cento) e delle Isole (9,2 per cento). In diminuzione nel Nord-est (dal 19,7 al 18 per cento), contro l’aumento nel Sud (dall’8,7 all’11,1 per cento). Si tratta per lo più di uomini (85,7 per cento), stranieri (58,2), con meno di 54 anni (75,8).

    Documenti utili

    • Povertà in Italia. Dati Istat 2017 (pdf)
    • Senza dimora in Italia. Seconda indagine a cura di Istat, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora (fio.PSD) e Caritas Italiana. (pdf)

    Parole chiave

    Povertà assoluta. Per l’Istat, una persona è considerata assolutamente povera se la sua spesa è inferiore o pari alla soglia assoluta, corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, è considerato essenziale a uno standard di vita minimamente accettabile (il valore della soglia si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e ampiezza demografica del comune di residenza). Ad esempio, per un adulto (di 18-59 anni) che vive solo, la soglia di povertà è pari a 826,73 euro mensili se risiede in un’area metropolitana del Nord, a 742,18 euro se vive in un piccolo comune settentrionale, a 560,82 euro se risiede in un piccolo comune del Mezzogiorno (Rapporto Istat 2017).

    Povertà relativa. Per l’Istat, una persona viene detta relativamente povera se la sua spesa è inferiore o pari ad una soglia, determinata annualmente rispetto alla spesa media mensile pro-capite per consumi delle famiglie italiane (cui si applica una scala di equivalenza relativa al numero di componenti della famiglia). Nel 2017 questa spesa è risultata pari a 1.085,22 euro mensili.

    30/5/2019  www.redattoresociale.it

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