Pubblico impiego: che sciopero è stato?

All’indomani dello sciopero nella Pa sono tornati ad incontrarsi cgil cisl uil e Ministro della Pa Fabiana Dadone . Lo sciopero è fallito non solo per il personale in smart working (attualmente il 46% della forza lavoro della Pa viene impiegata in modalità agile) ma perchè non sono stati chiari gli obiettivi di questa iniziativa tanto che i dati forniti dal Governo parlano di una adesione pari al 5%, mentre cgil cisl uil (ma con quali dati?) rivendicano una delle piu’ alte partecipazioni registrate nell’ultimo decennio. Chi ha ragione ? Vedremo i dati ufficiali per farcene una ragione.

Sempre in questi giorni è arrivata una sentenza del Tribunale di Bologna che obbliga i versamenti di parte dei proventi dell’articolo 208 del codice della strada a favore del fondo previdenziale Sirio Perseo che, guarda caso , sono cogestiti dalle stesse organizzazioni sindacali promotrici dello sciopero e in teoria a difesa della sanità e previdenza integrativa. Non siamo allora in presenza di un conflitto di interessi? E siamo certi che i lavoratori e le lavoratrici della Pa siano sempre meno coinvolti nelle dinamiche contrattuali non percependo con chiarezza gli obiettivi alla base dello sciopero?

Forse stiamo correndo troppo, fatto sta che la Legge di Bilancio ha stanziato altri 400 milioni prevendo 3,8 miliardi per i rinnovi contratti 2019/2021 nella Pa centrale. E allo stesso tempo si impone a Regioni, sanità, enti locali e università, chiamate di trovare 2,9 miliardi dai propri bilanci (e dal fondo sanitario!!!!) se vorranno consentire gli stessi aumenti al loro personale.

La logica è perversa perchè il giusto ed equio rinnovo dei contratti nazionale potrebbe determinare la riduzione di spesa per le assunzioni in sanità e negli enti locali o una ulteriore contrazione dei costi per alcune voci dirimenti per la gestione dei servizi pubblici.

Ma questa semplice considerazione non viene fatta propria dai sindacati cgil cisl uil per i quali, nelle settimane antecedenti lo sciopero, sarebbe stato sufficiente denunciare la logica perversa che sta dietro al rinnovo contrattuale, la iniqua merce di scambio tra aumenti e tutela del servizio pubblico.

Ma se avessero denunciato l’inghippo sarebbe stata delegittimata una trattativa della quale poco o nulla sanno gli stessi lavoratori della Pa, chi sta in smart e ha subito decurtazioni salariali e quanti sono rimasti ad operare in presenza senza alcun incremento a compensare il maggiore rischio per la salute.

Non una parola poi viene spesa sull’Ipca, l’indice dei prezzi al consumo, in base al quale si calcola la stessa dinamica degli stipendi pubblici, in base al quale gli aumenti dovrebbero essere meno di un terzo di quelli richiesti da cgil cisl uil. Perchè allora non mettere in discussione il sistema e lo stesso Ipca? Di questo non troviamo traccia alcuna nelle rivendicazioni di cgil cisl uil che continuano a rafforzare invece sanità e previdenza integrativa a discapito del pubblico.

Altro aspetto dirimente viene rappresentato dalla richiesta del Governo e di Confindustria di legare gli aumenti contrattuali al Pil, il salario diventa una variabile dipendente dai profitti ma anche questo argomento, oggetto del confronto tra Landini e Bonomi non viene sufficiente analizzato dal sindacato cosiddetto rappresentativo.

Come è possibile rivendicare aumenti contrattuali senza rimettere in discussione la sostenibilità finanziaria degli enti locali e lòa necessità di porre fine al sistema stabilito negli anni passati?

E come evidenziare le ragioni extra-retributive della protesta quando invece si dimentica la parte normativa e si opera per il rafforzamento di sanità e previdenza integrativa? E come sarà possibile rivendicare assunzioni quando è evidente che, scaricando su Regioni e sanità parte dei costi del rinnovo contrattuale, non saranno sufficienti i fondi a disposizione?

Crediamo che queste, e non altre, siano le contraddizioni dello sciopero della Pa e di una iniziativa del Governo che ha messo in contraddizione assunzione e aumenti contrattuali smentendo le previsioni del Governo Conte 1 e Conte 2 che parlava di aumento degli organici in sanità e negli Enti locali.

Federico Giusti

13/12/2020 http://www.controlacrisi.org/

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