Pubblico impiego, il Governo Renzi pronto a schiaffeggiare i dipendenti pubblici. Ecco la riforma!

Pubblico impiego ad un passo dallo sciopero generale di tutte le sigle sindacali. L’incontro di oggi, sbandierato dal ministro Madia come “concertativo” in realtà non è approdato a nulla, anzi. Ai sindacati è stata consegnata a voce una nota omertosa e poco chiara. E domani il presidente del Consiglio Renzi è pronto a dare un altro schiaffo ai dipendenti della pubblica amministrazione. Cgil, Cisl e Uil, prudentemente, per il momento “non escludono di scioperare”, mentre Usb dopo la protesta di questa mattina a palazzo Vidoni confermano l’astensione dal lavoro già in programma per il 19 giugno.

I tre sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, che si sono visti rifiutare anche le controproposte a questo punto aspettano le carte di palazzo Chigi. Qualora non dovessero arrivare “risposte a garanzia dei cittadini e dei dipendenti pubblici sulla riforma della Pubblica amministrazione” allora si dicono pronti “ad usare ogni strumento a disposizione”. I sindacati che sono stati convocati oggi ad un tavolo dal ministro Madia proprio ieri hanno presentato alla stampa un documento unitario con le loro proposte: in cima alle priorità espresse dai sindacati c’è il rinnovo del contratto di lavoro e la richiesta di 100 mila assunzioni a fronte delle 400 mila uscite degli ultimi anni nel pubblico impiego.
E’ prevista la mobilita’ obbligatoria. Al contrario di quanto chiedono i lavoratori della P.a., nessun riferimento al rinnovo del contratto, il 45esimo punto aggiunto dai sindacati. Non si ipotizzano risorse da destinare alla contrattazione integrativa e anzi si introduce il principio, anche questo di tenore privatistico, che la retribuzione individuale sarà legata all’andamento economico del Paese. Su questo nelle scorse settimane si erano già espressi alcuni ministri.

E’ prevista una riduzione e della cosiddetta “staffetta generazionale” nell’incontro non si e’ parlato. L’inserimento dei giovani e’ il primo dei 44 punti del governo che recita “abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio”, che produrrebbe, secondo i conteggi del Governo oltre 10mila posti in piu’ per i giovani, a costo zero. Ma queste cifre sono state contestate dai sindacati. La mobilita’ volontaria e obbligatoria e’ il secondo punto. Il terzo punto del documento prevede l’introduzione dell’esonero dal servizio, il quarto l’agevolazione del part time, il quinto limiti ai compensi cumulabili, il sesto la possibilita’ di affidare mansioni assimilabili quale alternativa per il lavoratore in esubero, il settimo maggiore flessibilita’ delle regole sul turnover. Tutti argomenti su cui i sindacati aspettano di saperne di piu’. Il comportamento del governo e del ministro della funzione pubblica Marianna Madia e’ “antisociale e autoritario”, dice Massimo Betti, dell’esecutivo nazionale Usb, lasciando l’incontro tra ministro e sindacati sulla rifoma della P.a. “Il ministro non ci ha presentato il decreto legge che andra’ domani in Consiglio dei ministri – ha riferito Betti – ha fatto solo un’informativa, perche’ il governo pensa che i sindacati siano un orpello. Ma non e’ pensabile – ha aggiunto – che le relazioni con i lavoratori siano tenute in questo modo, credendo che basti una e-mail”.
L’Usb conferma quindi lo sciopero del 19 giugno e la manifestazione prevista a Roma per il 28. “Non permetteremo a Madia e a Renzi – ha concluso – di tagliare le retribuzioni, diritti e permessi sindacali”.

Fabio Sebastiani

12/6/2014 www.controlacrisi.org

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *