QUESTA È LA NUOVA CIVILTÀ DEL LAVORO PERMESSA DAL JOBS ACT ?

LA LETTERA

“Caro lavoratore”, Dalle verifiche effettuate, a fronte di un tasso di assenteismo complessivo rilevato nel sito di ***** significativamente più elevato rispetto a quello riscontrabile presso gli altri siti produttivi del Gruppo **** e, in generale, tra le aziende del settore, e’ emersa un sua presenza al lavoro del tutto discontinua, caratterizzata da ripetute assenze di breve periodo, imputate a titoli diversi, potenzialmente tali da determinare un oggettivo impedimento alla possibilità di un utile impiego della sua prestazione lavorativa. Più specificatamente, nel corso del periodo analizzato (dal xx/xx/xxxx al xx/xx/xxxx) Ella e’ stata assente dal lavoro per un totale di xx giorni lavorativi, maturati in xx episodi di assenza per causali diverse, con una media dunque di x,x giorni a episodio. Il difficile contesto economico che caratterizza i mercati in cui opera la nostra azienda impone l’adozione di adeguate misure di correzione degli abusi di istituti (di per se’ legittimi), ove si trasformino in periodi di assenza abnormi: la discontinuità della sua prestazione lavorativa, come sopra dettagliata, rappresenta un elemento di vanificazione dell’impegno posto in essere dalla collettività dei nostri dipendenti per superare le difficoltà dell’attuale momento. Alla luce di ciò, desideriamo pertanto raccomandarle per il futuro un attivo impegno per assicurare una maggiore assiduità della prestazione lavorativa. Le segnaliamo altresì che, laddove non constatassimo cambiamenti, fermo il diritto della nostra società di verificare l’effettiva giustificazione di ciascuna sua assenza, ci vedremo costretti a trarre tutte le conseguenze derivanti dalla mancanza di utilità e/o interesse per una prestazione caratterizzata da modalità siffatte.

Distinti saluti

segue firma del responsabile “risorse umane”

da www.diarioprevenzione.it

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Ancora non reintegrata Simona, 40 anni, affetta dal cancro: licenziata per le troppe assenze “per malattia”.

Simona, 40 anni, malata oncologica e dipendente del negozio Saturn del centro commerciale Romaest di Roma, licenziata per «superamento del periodo di comporto», ancora non è stata reintegrata.
Secondo Usb Mediamarket S.p.A. “si trincera dietro un tecnicismo, la consegna della certificazione che comprova una patologia grave e continuativa che comporti terapie salvavita periodicamente documentata da specialisti del Servizio Sanitario Nazionale, e lo fa mentre Simona è impegnata nelle cure riabilitative post operatorie”. “Appare strano che la multinazionale non abbia contezza dello stato di salute di Simona – si legge ancora nel comunicato di Usb – e ci chiediamo se la stessa Simona abbia ricevuto, nel tempo, la corretta sorveglianza sanitaria a salvaguardia della sua salute, come riportato tra l’altro dal Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.

L’USB chiede con forza il reintegro di Simona e si attiverà in tutte le sedi per verificare la corretta applicazione della Legge 81/08. Questa rigidità della multinazionale, sommata alle tante segnalazioni di altri casi analoghi in altrettante aziende, evidenzia, se ancora ce ne fosse bisogno, la necessità di una legge a tutela dei malati affetti da patologie gravi.

L’USB raccoglie l’appello del Forum Diritti/Lavoro e chiede alle forze politiche e all’opinione pubblica democratica di agire per giungere rapidamente a misure che fermino lo stillicidio di licenziamenti di lavoratrici e lavoratori malati gravi; intende inoltre dare avvio ad una campagna di sensibilizzazione su questa gravissima violazione dei più elementari diritti del lavoro e della civiltà.

Fabrizio Salvatori

19/2/2015 www.controlacrisi.org

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