Restare a casa, con i bambini

La pandemia ci ha insegnato una lezione importante sulla divisione di genere del lavoro domestico: madri e padri si sono trovati costretti ad affrontare insieme le conseguenze di una nuova organizzazione del lavoro di cura e del lavoro retribuito, imposta dall’isolamento forzato che ha rinchiuso tutti noi tra le mura domestiche per quasi due mesi.

Prima di questo momento, ad occuparsi del lavoro di cura della casa e dei figli erano prevalentemente le madri, in tutti i paesi e i gruppi sociali, anche tra coloro che hanno un elevato grado di istruzione (Urdinola e Tovar, 2019), nei paesi del nord Europa, sebbene fra i più egualitari (Bernhardt et al. 2008) e tra le coppie in cui è la donna ad avere una retribuzione maggiore (Chesley, 2012).

In Italia la situazione è particolarmente drastica da questo punto di vista. Insieme alle donne rumene, le donne italiane detengono il record tra le europee per il lavoro familiare quotidiano con una media di 4,5 ore al giorno, contro 1,5 ore per gli uomini italiani (Eurostat 2019). Inoltre, mentre le donne italiane sono le più attive nel lavoro di cura, gli uomini sono meno attivi che in altri paesi.

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Alessandra Minello

23/6/2020

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