Reti sociali e solidarietà.

Le pratiche sociali si mettono in rete. E se possibile una rete internazionale, quanto meno europea. Un universo variegato che va dal dentista allo sportello per difendersi dai creditori, all’emergenza casa passando, perché no, per gli acquisti solidali e a chilometri zero. Una lista lunga e articolata che si può racchiudere però in pochissime parole: solidarietà contro la crisi. Anni fa il Prc su questo punto sviluppò un intervento piuttosto interessante. Intervento che produsse alcune esperienze di primordine, come le Brigate della solidarietà, nuclei di compagni e compagne che intervennero nei campi del terremoto dell’Aquila e in altre “calamità naturali”.

Alcuni giorni fa si è tenuto presso la Festa in Rosso di Seriate, a una manciata di chilometri da Bergamo, l’incontro nazionale, con l’obiettivo di riannodare i fili di un impegno che in realtà non si è mai interrotto del tutto. Perno del confronto, soprattutto da un punto di vista organizzativo, l’esperienza di Lodi e della provincia di Piacenza dove l’autoproduzione sta addirittura producendo alcuni posti di lavoro e tutto si va lentamente coagulando nella struttura del Comune solidale. Il lodigiano ha una forte memoria storica di mutualismo. E tuttavia, il punto rimane quello di una “reinvenzione” di qualcosa che stenta già di per sé a rimanere circoscritto nel perimetro dell’iniziativa individuale o di gruppo e a poco a poco guadagna spazi sempre più ampi all’intervento politico. 

Certo, questo è uno dei tanti schemi attraverso il quale si può leggere il fenomeno del mutualismo e della solidarietà, ormai, per fortuna, non più pratica circoscritta alla carità cristiana, che rimane pur sempre un intervento “dall’alto” verso il “basso”. Esiste una via laica, e di classe, la cui parola d’ordine è condivisione, e quindi con una forte sottolineatura orizzontale.
Una dimensione dettata innanzitutto dalla crisi economica che oltre a produrre una “scarsità artificiale” nell’esercizio senza fine del ricatto, produce un vuoto mostruoso della politica. Ovvero, come ha spiegato Andrea Viani nella sua introduzione, un “pieno” di autoritarismo che di fatto cancella gli spazi della vertenzialità e della mediazione politica, dell’avanzamento delle condizioni sociali e di una rappresentanza dei ceti deboli.

E se in Grecia, con Solidariety for All, e in Spagna, con Solidarida popular, i processi sono più avanzati, proprio in relazione alla durezza della crisi, qui in Italia la sinistra antagonista si trova a fare i conti con il consolidamento di alcune esperienze positive. Ma questo non toglie che ora il nesso è trovare una dimensione europea, e provare a dare un impulso anche negli altri paesi. “Le pratiche sociali sono il luogo in cui provare a ricostruire un tessuto solidale, di classe e politicizzato”, ha sottolineato Francesco Piobbichi. Un’idea che si avvicina molto alla ricostruzione della rete dei consigli, nella versione diffusa e non circoscritta al solo luogo di lavoro, nella prospettiva della ricostruzione della sovranità territoriale. La tipologia dei gruppi, delle associazioni, delle reti che si muovono nell’ambito del mutualismo e dei circuiti solidali del consumo, è molto variegata. Ma questo è esattamente il punto di forza. Si va dai più classici Gap e Gas, a volte nella versione di mutuo aiuto per chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, alla produzione di detersivi biologici alla spina, all’autoproduzione orticola fino agli sportelli legali che intervengono in caso di debiti o di emergenza abitativa.

Da un punto di vista organizzativo, intanto c’è un comitato provvisorio che diventa di fatto la sede di un primo coordinamento di tutte le esprienze in giro per l’Italia. Il comitato curerà anche la pubblicazione di un manuale su come si comincia un percorso associativo in questo ambito, che avrà anche una parte pratica su autoproduzione e organizzazione. E’ prevista una riunione per settembre in cui si tornerà a fare la mappa precisa delle varie realtà che hanno decisio di entrare nel coodinamento e si formalizzerà una rete italiana con la quale andare ad interloquire a livello europeo. Controlacrisi sarà mediapartner di questo processo.
Hanno partecipato all’iniziativa di Seriate: Gianluca Nigro (Puglia), Daniela Ruffini – Fiorenzo Fasoli (Veneto), Vito Albanese – Elisa Corridoni – Eliana Ferrari – Lino Anelli (Emilia Romagna), Jean Vecoli – Michelangelo di Beo – Niccolò Martinelli (Toscana), Giuliano Brandoni (Marche) – Giuseppe Tremolzi – Valter Rapattoni (Abruzzo),– Marco Cataldo (Molise), Giuseppe Balducci (Puglia), Francesco Campolongo (Calabria), Fabio Cochis – Luca Cerpelloni (Lombardia), Matteo Melis (LIguria),i compagni e le compagne del Piemonte.

Fabio Sebastiani

8/7/2015 www.controlacrisi.org

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