Rischio Aids per chi usa droghe in Italia maggiore del 15% che in Europa.

Support, don't punish

Nel nostro Paese il 43% delle persone che assumono sostanze per via iniettiva arriva tardi alla diagnosi da Hiv contro il 29% della media europea, a causa dello scarso uso del test, che è assente in quasi il 70% dei Sert italiani.

Come LILA chiediamo un piano nazionale per la riduzione del danno e un cambio di approccio alla questione in vista della conferenza Onu sulle droghe Ungass 2016.

In Italia il 43% delle persone che assumono sostanze per via iniettiva arriva tardi alla diagnosi da Hiv, una percentuale ben maggiore di quella europea che è del 29%: lo abbiamo denunciato in un comunicato stampa inviato in occasione della giornata internazionale sulle droghe, il 26 giugno. La causa di questa situazione è da ricercarsi nell’assenza di offerta dei test nel 69,5% dei Sert italiani e nella completa assenza nel nostro paese di una politica di riduzione del danno. Questa situazione fa sì che molte persone che consumano sostanze scoprono di avere l’Hiv solo quando il loro sistema immunitario è fortemente compromesso. Insieme alla diagnosi di Hiv, viene quindi fatta quella di Aids, con gravi ripercussioni sia sulla salute degli individui sia sulla collettività.

L’offerta del test Hiv, la disponibilità di siringhe sterili e la terapia sostitutiva per i gruppi vulnerabili – come le persone che usano sostanze per via iniettiva – sono pratiche di riduzione del danno raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Salute e dall’Unaids che l’Italia sta ignorando completamente. In particolare la situazione è drammatica nelle carceri dove è vietato l’uso di siringhe, così di condom, nonostante diversi studi abbiano affermato che vengono consumate droghe.

Valutiamo con favore la nuova apertura del Dipartimento per le Politiche Antidroga ha avviato un percorso di consultazioni delle organizzazioni della società civile per la preparazione della prossima conferenza nazionale sulle dipendenze cui parteciperemo.

A livello internazionale, in vista della prossima Assemblea Onu sulle droghe (Ungass 2016), auspichiamo un cambio di scenario nell’approccio al tema, che comprenda la revisione delle convenzioni internazionali e la legalizzazione regolamentata delle sostanze, perché la criminalizzazione e l’illegalità nella quale sono costrette milioni di persone che usano droghe sono i miglior alleati dell’Hiv.

Il VI Libro Bianco sulla legge sulle droghe (edizione 2015) è disponibile a questo indirizzo.

http://www.lila.it/it/notizie/671-rischio-aids-droghe

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