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Commenti di Mauro Biani

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    Altra Informazione, Ambiente e salute, Blog, Comitati di Lotta, Cronache di Lavoro, Cronache Politiche, Cronache Sindacali, Cronache Sinistra Europea, Cronache Sociali, Culture, Politiche di Rifondazione, sanità e salute — Febbraio 1, 2020 8:24 am

    Dall’inizio dell’anno altre due persone sono morte mentre erano sotto la custodia dello Stato, a Caltanissetta e Gradisca d’Isonzo. È inaccettabile che un Paese democratico privi della libertà e recluda chi non ha commesso reati. I Cpr violano i diritti umani e vanno chiusi. Vakhtang Enikidze è morto il 18 gennaio nel Centro di permanenza per i rimpatri di Gradisca di Isonzo, dove di fatto era detenuto senza aver commesso nessun reato. A 36 anni, tre anni fa era venuto in Italia dalla Georgia per cercare lavoro. >>> Il nuovo numero del settimanale LFT in edicola

    Ritratto di un’Italia che non vuole cambiare

    Pubblicato da franco.cilenti

    Il copione è sempre lo stesso. I partiti e i politici lottano per ottenere le poltrone, senza esclusione di colpi, usando indifferentemente mezzi leciti e illeciti. Durante questa battaglia, tutto si ferma e, in un momento di particolare difficoltà per l’Italia, la situazione diventa sempre più drammatica nell’indifferenza totale. L’Italia purtroppo è stata data in mano, per la misera illusione di tentare un cambiamento, per ribellione, o per qualsiasi altro motivo, a gente che non sarebbe in grado di gestire neanche un piccolo negozio di provincia, figuriamoci un Paese complesso e contraddittorio come il nostro. Nel frattempo mafie, corruzione ed evasione fiscale, le uniche realtà attive continuano a prosperare.

    Ci si affida ai vaniloqui e alla sete di potere di gente che, in molti casi, non ha mai lavorato e che si trova, all’improvviso e senza il minimo merito, ad avere ruoli decisionali che non è in grado di assolvere. Questa è l’Italia che non cambia mai, neanche quando si pensa potrebbe farlo. Il potere una volta entrato in circolo corrompe e schiavizza. È come le droghe pesanti, spesso una volta provate non se ne può più fare a meno e si diventa approfittatori, furbi e parassiti. Non può cambiare perché ogni blocco di potere si muove sempre in direzione opposta e contraria. Perché chi arriva al potere tutela prima se stesso, poi i suoi familiari, i suoi amici, mai il cittadino.

    L’Italia non può cambiare perché il patto tra lo Stato e le mafie è così evidente da essere sotto gli occhi di tutti ma nessuno vuol vederlo o ammetterne l’esistenza. L’Italia non può cambiare perché chi parla ai giovani, lo fa per vendergli l’ennesimo sogno che poi si trasformerà in inganno e sarà con precisione assoluta disatteso.

    L’Italia non può cambiare perché ha sacrificato sull’altare degli interessi personali le sue menti migliori (dai suoi magistrati, fino ai suoi cittadini più onesti). Un sacrificio sull’altare del potere e del voto di scambio. Un patto ambiguo che infetta Region, Province, Comuni, istituzioni pubbliche e private. È il patto elettorale scellerato che porta politici corrotti al potere e denaro nelle casse delle organizzazioni criminali.

    L’Italia non può cambiare perché, troppo spesso, chi avrebbe la possibilità di cambiarla è colluso, complice, porta in tasca la tessera di un partito, di una lobby, di un gruppo di potere. Come possiamo educare ed essere di esempio a un ragazzo e insegnargli l’etica, la morale? Come può cambiare un Paese che ha messo da parte il concetto di giustizia sociale – tanto anelato da Sandro Pertini – credendo che l’unica giustizia sia l’assunto che il potere logora chi non c’è l’ha?

    Non è ponendo al centro dell’esistenza umana potere e denaro che prospera una Nazione. Un paese cresce nella cultura, nell’educazione, nella scuola, nella ricerca, nei buoni esempi con i quali s’insegna che essere onesti conviene e non il contrario. Perseguire la giustizia sociale e abbattere il divario che separa il ricco dal povero, questo dovrebbe essere il compito primario dello Stato democratico di matrice solidaristico sociale come il nostro. Se ciò non accade, vuol dire che siamo dinanzi ad uno pseudo Stato e ad una pseudo democrazia.

    L’Italia non può cambiare perché quando si discute di legge elettorale, lo scopo non è mai la sovranità popolare ma sempre la tutela di un interesse di partito, del pacchetto di voti, del proprio io. Non può cambiare perché nell’ultimo mese abbiamo avuto un magistrato che ha provato a colpire i poteri forti in Calabria, ma pochi giorni dopo in quella stessa regione ha vinto il partito che aveva tra i suoi fondatori un mafioso.

    Non può cambiare perché la legge elettorale con la quale abbiamo eletto gli ultimi due Parlamenti era incostituzionale eppure il Parlamento ha dato la fiducia a cinque Presidenti del Consiglio ed eletto due Presidenti della Repubblica. Non può cambiare perché noi italiani non abbiamo una visione a lungo termine ma tiriamo sempre a campare. Non può cambiare perché se la disoccupazione giovanile tocca picchi altissimi non c’è futuro per nessuno. Non può cambiare perché nessuno si assume la responsabilità di questo disastro, è sempre colpa del Governo precedente. Non può cambiare perché nessun politico, nessun partito ha pensato alle generazioni prossime.

    Non può cambiare perché per cambiare bisogna essere onesti e liberi e poiché mancano gli esempi positivi, la cultura, i valori di uguaglianza e di libertà. Noi italiani, onesti e liberi non lo saremo mai, perché in fondo non vogliamo cambiare e stiamo bene anche se rimaniamo sull’orlo di un precipizio.
    Vincenzo Musacchio

    Giurista, è professore associato per il Diritto penale alla School of Public affairs and administration della Reuters university di Newark

    30/1/2020 left.it

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    Tags: Centri per i rimpatri Cpr decreto Minniti-Orlando Decreto sicurezza DECRETO SICUREZZA BIS immigrazione migranti odio razziale razzsimo Tortura Vincenzo Musacchio
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    Autore: franco.cilenti
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