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Commenti di Mauro Biani

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    Altra Informazione, Blog, Comitati di Lotta, Cronache di Lavoro, Cronache Politiche, Cronache Sindacali, Cronache Sinistra Europea, Cronache Sociali, Politiche di Rifondazione, sanità e salute, sicurezza lavoro — Giugno 12, 2019 8:02 am

    Forse in pochi ricordano la promessa di incrementare il Fondo sanitario nazionale (Fsn) di 2 miliardi nel 2020 e 1 miliardo e mezzo in più per il 2021. Non solo una vaga promessa ma impegno di spesa presente nella legge di Bilancio dopo l’accordo Stato Regioni, ebbene questi soldi a inizio Giugno sono a rischio e si va parlando di ridurre il fabbisogno del Servizio Sanitario Nazionale. Eppure, il via libera all’ultima legge di Bilancio scaturiva proprio dall’impegno di accrescere il Fondo sanitario nazionale destinando poi 4 miliardi per l’edilizia sanitaria e le nuove tecnologie visto che gran parte degli ospedali sono ospitati in strutture vecchie e fasticenti per ristrutturare le quali servono tanti soldi, soldi che oggi l’Italia non potrebbe avere. Con la minaccia di apertura della procedura d’infrazione della Ue contro l’Italia potrebbero essere proprio le risorse destinate alla sanità e al sociale le prime ad essere tagliate. Ma in Italia esiste una reale emergenza legata alla salute e sicurezza, sicurezza nei luoghi di lavoro e derivante dalla possibilità di accedere alle cure, alla prevenzione;.basterebbe ricordare che un italiano su tre ha rinunciato a curarsi o a sottoporsi a visite preventive per mancanza di soldi. La sanità oggi è già al collasso, il rinnovamento degli organici è una esigenza insopprimibile visto che decine di migliaia tra medici e personale sanitario andranno in pensione nei prossimi 3 anni, eppure nonostante tutto si pensa a tagliare dove invece dovremmo investire.

    Sanità, in quasi dieci anni sottratti al Servizio sanitario nazionale 28 miliardi

    Pubblicato da franco.cilenti

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    28 miliardi dal 2010 al 2019, cure essenziali non garantite a tutti, sprechi e la progressiva crescita di fondi integrativi per ammortizzare la spesa privata per la salute. Questo mix di 4 fattori sta “facendo cadere a pezzi il Servizio Sanitario Nazionale”. Ill quarto Rapporto della Fondazione Gimbe sulla Sostenibilità dell’Ssn, presentato oggi in Senato, parla molto chiaro, con la forza dei numeri. “Nel periodo 2010-2019 sono 37 i miliardi sottratti al Ssn – precisa il presidente Gimbe, Nino Cartabellotta – e, parallelamente, l’incremento del fabbisogno sanitario nazionale è cresciuto di quasi 9 miliardi”, con una differenza di 28 miliardi e “con una media annua di crescita dello 0,9%, insufficiente anche solo a pareggiare l’inflazione (+1,07%)”. “Nessuna luce in fondo al tunnel”, visto che il DEF 2019 riduce il rapporto spesa sanitaria/PIL dal 6,6% nel 2019-2020 al 6,5% nel 2021 e 6,4% nel 2022, mentre l’aumento di 8,5 mld in tre anni previsto dalla Legge di Bilancio 2019 è subordinato ad una crescita che non sarà tale.

    La spesa sanitaria nei paesi a capitalismo avanzata, eccezion fatta per gli Usa dove questa spesa è ad appannaggio dei privari e del business assicurativo, non deve diminuire ma piuttosto aumentare.
    Esiste uno standard ben definito di cure per garantire prestazioni sanitarie efficienti ed innovative tanto che si parla di una spesa, nei paesi del G7, destinata ad arrivare a 230 miliardi nel 2025. Ebbene oggi siamo sotto i 155 miliardi di spesa sanitaria, si parla di ridurre il Fondo sanitario nazionale di circa 8,5 miliardi solo nel prossimo triennio.
    Le spese per istruzione e sanità sono un termometro dello stato di salute di un paese capitalistico, se guardiamo all’Italia si capisce la mancata crescita del pil, il ritardo nei processi di ricerca e di innovazione.
    Da troppi anni, ogni volta che si parla di riduzione del debito e della spesa pubblica, sanità e istruzione diventano le vittime sacrificali, si dimentica come potrebbero invece rappresentare uno strumento di crescita, innovazione e di investimento . Solo la sanità rappresenta il 6,6% del Pi nazionale, ma se guardiamo invece all’intera filiera della salute superiamo l’11 per cento.In Italia ci sono troppi ospedali vecchi e fatiscenti, troppi medici e personale sanitario prossimo alla pensione, si investe poco in ricerca e quando lo si fa la struttura pubblica non riesce a valorizzarne i risultati. Se una crisi esiste non riguarda tanto gli sprechi ma l’assenza di investimenti e di attenzione verso le problematiche legate al mondo della sanità
    La tendenza diffusa è quella di ridurre la spesa di personale ma nessuno fino ad oggi ha spiegato e documentato i costi del personale interinale o delle strutture private in convenzione, si continua a dire che la sanità pubblica assorbe troppo denaro a causa degli sprechi ma questi sprechi non vengono mai individuati e colpiti. Piuttosto alla voce sprechi troviamo la spesa di personale giudicata eccessiva o quella per gli appalti con la conseguente riduzione dei costi che si scarica interamente sulla forza lavoro.
    In Italia i ricercatori sono pochi e mal pagati, il personale sanitario di altri paesi a capitalismo avanzato guadagna di piu’ (anche il 30%) di quanto percepisca in Italia, poi ci saranno le inefficienze amministrative, gli sprechi, gli acquisti di forniture e servizi a costi eccessivi, ma è evidente che se ne parli da anni senza costrutto, senza mai documentarsi per un utilizzo migliore delle risorse economiche.
    La posta in gioco è veramente elevata: il servizio pubblico non puo’ reggere il peso di altri tagli e la ennessima spending review rischia di abbbattersi sulla forza lavoro, specie quella degli appalti. Allo stesso tempo, se la spesa sanitaria non puo’ andare al di sotto di una certa percentuale in rapporto al pil, cosa intende fare il Governo Conte? Rivedere i criteri di spesa, tagliare fondi indistintamente, mantenere il numero chiuso nell’accesso universitario o decidere, una volta per tutte, che investire in ricerca, istruzione e sanità è il modo migliore per guardare al futuro? In gioco non sono solo la sicurezza e la salute dei cittadini ma la tenuta di un intero sistema, giusto per non rivivere gli scenari greci con ospedali e università chiuse dopo le misure di austerità in un paese al collasso e costretto a svendere parti del suo territorio per pagare gli interessi del debito.

    Federico Giusti

    11/6/2019 www.controlacrisi.org

    Tags: aborto affari alimentazione ambiente anmil antiretrovirali assicurazioni saniitarie associazioni contro l’amianto Associazioni infermieri attac italia Autonomia regionale differenziata Basaglia beni comuni burnout capitalismo Caporalato Casa delle Donne civiltà corruzione costituzione diseguaglianze disoccupazione dissenso donne DRG droghe economia emergency emigrazione Europa evasione fiscale farmaci farmaci e affari femminismo franco cilenti fumo e salute giornalismo giornalismo indipendente giovani Giulia Grillo Giulio Maccacaro governo GOVERNO DI MAIO SALVINI governo e tagli sanità Guerre hiv igiene immigrate industrie farmaceutiche infermieri Infermieri migranti infezioni informazione Informazione web infortuni professionali infortuni sul lavoro inquinamento internet isde jobs act lager lavori usuranti lavoro lavoro gratuito lavoro nero lavoroesalute LEA Legge 180 Legge 194 Loredana Marino ludopatia mafia malasanità malattie professionali manicomi giudiziari medici medici per l'ambiente medici senza frontiere medicina democratica mediterraneo migranti migrazioni Ministero della salute ministero salute minori morti di amianto morti sul lavoro. omicidi sul lavoro movimento notav multinazionali Naga NoTAp obiezione di coscienza ogm ONG operai PRC precariato precarietà prevenzione professionalità prostituzione repressione repressione lotte rifondazione comunista RLS sanità Rosa Rinaldi salute salute internazionale salute mentale sanità calabrese sanità emiliana sanità integrativa sanità Lazio sanità ligure sanità Lombardia sanità piemonte sanità privata sanità pubblica sanità pugliese Sanità Roma sanità Sardegna sanità siciliana sanità territoriale Sanità toscana sanità veneta Sbilanciamoci schiavitù scienza e salute sfratti e povertà sicurezza lavoro social web stalking suicidi suicidi sul lavoro tav tecnologia terzo valico Traffico d'organi TTIP tutele sociali vaccini e affari welfare
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