Se dalla Francia il vento soffiasse più forte …

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Il secondo turno delle elezioni legislative in Francia si è chiuso la sera del 19 giugno con lo straordinario risultato elettorale della NUPES (Nouvelle Union populaire ècologiques et sociale), la nuova alleanza delle sinistre unite La stampa e la politica italiana hanno raccontato con superficialità e parzialità questo fatto straordinario mettendo innanzitutto strumentalmente in connessione causale il grande risultato della Nuova Unione con il vertiginoso aumento delle destre. In questo modo non si è dato conto delle ragioni complesse di questo risultato, di ciò che lo ha preparato e soprattutto del significato che esso può avere per la Francia e per tutta l’Unione Europea, per le sorti delle tante soggettività che lottano per una alternativa al neoliberismo.

Innanzitutto le destre sono via via aumentate in conseguenza delle politiche antisociali e antipopolari di Macron; macronismo e lepenismo sono opzioni diverse e anche in conflitto, ma tutte interne al campo neoliberista. Non a caso la paura del successo della sinistra unita è stato il leitmotiv della narrazione pubblica nella lunga campagna elettorale di Macron Mentre alle elezioni presidenziali al secondo turno Macron strizzava l’occhio alla sinistra per ricostruire il fronte repubblicano contro le destre, alle elezioni legislative il nemico era la coalizione della sinistra unita Al secondo turno delle legislative in caso di ballottaggio fra un candidato di sinistra e uno di destra i macroniani hanno dato indicazione di astensione o di scheda bianca. Mélenchon è tornato ad essere descritto e indicato come il male maggiore per il paese il comunista che “mangia i bambini” come ironizzava in una copertina il quotidiano Libération, lo Chavez gallico, “colui che imporrà la ghigliottina fiscale con tasse senza limiti”, “porterà il paese alla rovina con le sue ricette economiche di stampo sovietico” e via di questo passo, mentre ben 300 economisti, fra cui Thomas Piketty avevano speso il loro nome per garantire la sostenibilità finanziaria del programma economico e sociale della Nupes.

Questo programma non solo era sostenibile ma semplice, chiaro e immediatamente comprensibile dall’elettorato popolare: il salario minimo a 1400 euro, l’età pensionabile a 60 anni con 40 anni di contributi,, il congelamento dei prezzi dei generi di prima necessità ( carburante, energia, alimentari etc ), l’abbandono dell’ allevamento intensivo , del maltrattamento degli animali , dell’uso del glifosato e degli altri pesticidi, il ripristino della sanità pubblica e l’ assunzione di 100.000 addetti , una nuova democrazia laica rispettosa del diritto all’autodeterminazione sul proprio corpo , la nazionalizzazione dei settori strategici, la pianificazione rigorosa della transizione ecologica, il ripristino delle 35 ore e il passaggio alle 32 nei settori di lavoro gravoso e con turni notturni.

Il programma sintetizza e connette in modo organico e compiuto le rivendicazioni storiche del movimento operaio e popolare e quelle che in Francia in questi anni di governo macroniano sono state formulate e agite da forti conflitti sociali, con mobilitazioni di massa che per mesi interi hanno riempito le piazze e mobilitato vasti settori popolari a partire dal movimento dei Gilet Jaunes , da un forte movimento sindacale dalle lotte femministe e antirazziste, e per i diritti degli immigrati senza permessi, fino a quelle specifiche e settoriali, ma altamente simboliche e intersezionali come quelle del Collettivo“ femmes des chambres” organizzato dietro le bandiere della CGT. Per due anni questo Collettivo ha inchiodato alle sue inadempienze la direzione della grande catena alberghiera degli Hotel Ibis; le donne hanno lottato perché sono pagate miseramente a cottimo (quante stanze riescono a pulire in un’ora) minacciate di licenziamento perché spesso immigrate e madri sole e possibili vittime di abusi. Hanno vinto, il virus della loro resistenza si è diffuso in altre catene alberghiere fuori Parigi e oltre gli hotel. 11 donne ucraine si sono ribellate allo sfruttamento di una società di lavori domestici denunciando le condizioni di lavoro non dissimili da quelle negli hotel. Ora Rachel Kéké , la portavoce del Collettivo, è arrivata all’Assemblea Nazionale.

Il governo Macron ha affrontato il conflitto sociale con la violenza e la repressione. La sinistra sociale e politica, in particolare la France Insoumise, agendo la internità e la solidarietà ai movimenti sociali ha saputo uscire dalla fase del conflitto nascente, della semplice elaborazione dell’obiettivo e dello scontro con la controparte e con lo stato ,per sperimentare una modalità di relazione fra sociale e politico all’altezza della attuale composizione sociale del blocco delle classi subalterne, ha saputo mettere a valore la differenza dei vari conflitti sociali, ricercare nuove forme di agire collettivo e le modalità di stare insieme di soggetti diversi.

La ricerca non è conclusa e compiuta, ma si rintraccia la sua continuità, il suo procedere per tentativi ed errori nel corso degli avvenimenti politici nella capacità di superare in avanti i limiti e le contraddizioni. Questa capacità di ricerca con uno sguardo al futuro non attribuibile solo alla capacità di un indiscutibile e sperimentato laeder quale Mèlanchon è stata sperimentata in modo positivo nel tempo breve che ha separato le elezioni presidenziali da quelle legislative. A Mélanchon sono mancati 420 mila voti per arrivare al ballottaggio con Macron; se il Partito Comunista Francese avesse rinunciato a presentare il suo candidato Presidente al primo turno delle Presidenziali i suoi 800.000 voti (il 2,3%) avrebbero fatto la differenza.
Ma France Insoumise e Mélanchon non hanno perso un’ora a recriminare sul passato, hanno accantonato rimbrotti e insulti e con una mossa lungimirante e rapida hanno lanciato un progetto e una proposta unitaria e la hanno portata a conclusione. La chiarezza e la determinazione dell’obiettivo hanno fatto superare difficoltà e diffidenze che tutti noi possiamo immaginare.

Quella della NUPES è una coalizione elettorale e programmatica che ha impegnato France Insoumise, Comunisti, Verdi e Partito socialista con un chiaro profilo antiliberista e anticapitalista , il percorso unitario è in salita. Dopo le elezioni non è stata accettata da tutti i componenti la coalizione la proposta di costruire un gruppo parlamentare unico, che sarebbe il maggiore e darebbe il vantaggio di presiedere le Commissioni parlamentari , ma quella della unità è strategicamente la prospettiva utile e necessaria di quella che possiamo definire la sinistra sociale e politica unita francese; in Italia qualcuno agita le acque e la vorrebbe confondere con il già traballante “campo largo “ di Letta per impedire che anche in Italia si possa costruire una esperienza simile.

Questo risultato molto incoraggiante si colloca in un contesto più complesso di aumento dell’astensione, che al primo turno delle politiche era superiore al 52,7%, cioè un cittadino francese su due non ha ritenuto importante votare. Ci consegna un dato non solamente francese di crisi della democrazia rappresentativa, di distacco crescente fra governanti e governati, motivato da esperienze e vissuti diversi ma tutti convergenti nella sfiducia verso la politica e l’agire collettivo, una faglia sempre più profonda fra basso e alto che incide fortemente sulle soggettività politiche e collettive e sulle loro pratiche.
Ma Macron e il suo progetto sono stati sconfitti; pur essendo stato recentemente rieletto presidente nel ballottaggio con la destra ha perso la maggioranza assoluta in parlamento a scapito dell’alleanza di sinistra Nupes e della destra del Rasseamblement National di Marine Le Pen.

La sinistra unita ritorna seconda forza nel paese Si apre per la Francia un delicato periodo di trattative a tutti i livelli per suggellare alleanze, rimpasto di governo e negoziare posizioni di responsabilità nella nuova Assemblea. Emmanuel Macron, che aveva esortato i francesi a dargli “una maggioranza forte e netta”, dovrà fare i conti con un agguerrito e cosciente gruppo di opposizione, che in ogni momento del suo agire contro le politiche neoliberiste potrà far valere il suo programma di alternativa di governo e il suo radicamento nei conflitti sociali. Mélanchon nel suo discorso sui risultati definitivi delle legislative, ribadisce “il fallimento elettorale di Macron E’ il fallimento, più grave, il fallimento morale di queste persone che davano continuamente lezione a tutti e che pretendevano di essere la diga dell’estrema destra e che hanno avuto il principale risultato di rafforzarne le fila e su 65 casi di contesa fra il Nupes e il NR, i professori di Macron non sono stati in grado di dare una indicazione chiara in 52 casi. Il che li squalifica, mi sembra, d’ora in poi, dal dare lezioni morali a chiunque.
Che soddisfazione aver visto l’eliminazione di Mr. Blanquer (1) al primo turno, l’espulsione di Castaner (2) della guastatrice Amelie Montchalin (3). Il mio messaggio stasera, ancora una volta, è un messaggio di combattimento. Incredibili opportunità si presenteranno davanti in particolare davanti a voi le
giovani generazioni, che sono quelle che con maggior forza chiedono una rottura con questo mondo e le sue regole organizzative. Opportunità, dico, perché ora vi è un magnifico strumento di combattimento, di cui eravamo privati per così tanto tempo. Questo strumento è Nupes. Sono i suoi parlamentari, operai, operai, impiegati di ogni genere, da tutte le regioni della Francia, che arrivano a decine sui banchi dell’Assemblea nazionale. Il macronismo non solo è andato in bancarotta, ma ha precipitato il paese in un vicolo cieco. E poco fa abbiamo sentito che bisognava andare oltre le divisioni. Non c’è divisione da superare con noi, perché non siamo dello stesso mondo. Non abbiamo gli stessi obiettivi. Non abbiamo gli stessi valori. Non crediamo nello stesso futuro, come pensiamo che tutti sappiano”.

Si apre dunque un possibile cammino per l’alternativa in Francia e in Unione Europea.

La Francia insieme alla Germania è uno dei pilastri costituenti della Unione Europea; Mélanchon non potrà fare il Ministro, ma come punto di riferimento di una grande coalizione popolare potrà inceppare il ruolo che la Francia gioca nel processo di integrazione europea e nella determinazione delle sue politiche neo coloniali in Africa e nel Mediterraneo e nei confronti della guerra in Ucraina, della rinnovata e aggressiva alleanza Atlantica rigenerata proprio per difendere l’ordine internazionale neoliberista.

Per dare la idea concreta del carattere di rottura del processo in corso e del potenziale di cambiamento che può essere agito a partire dalla Francia dai compagni della Nupes, riporto la dichiarazione dei deputati di France Insoumise della Commissione affari Esteri a proposito della guerra in Ucraina nel momento in cui a Madrid in giugno si teneva il vertice Nato.
Riaffermiamo il nostro sostegno al popolo ucraino mobilitato per la sua difesa e agli oppositori russi alla guerra. Riaffermiamo che questo sostegno deve andare di pari passo con una diplomazia indipendente e non allineata. Il vertice NATO che si sta concludendo va contro questo obiettivo. Conferma il servizio reso da Vladimir Putin a un’alleanza che cerca di giustificarne l’esistenza. La guerra in Ucraina è un pretesto per accelerare il rafforzamento e l’espansione della NATO, a qualunque costo. La revoca del veto turco all’ingresso di Svezia e Finlandia nell’alleanza è avvenuta sulla pelle dei nostri alleati curdi che combattono contro Daesh, ancora attivo in Medio Oriente L’invito di Giappone e Corea del Sud lancia il segnale di un’estensione della NATO all’Asia contro la Cina.

Il rafforzamento della presenza militare statunitense in Europa completa la riduzione a nulla del presunto rafforzamento di qualsiasi “autonomia strategica europea” Queste decisioni miopi non aiuteranno a ripristinare la sovranità dell’Ucraina. Vanno controcorrente rispetto agli sviluppi geopolitici globali, segnati dal rifiuto della maggioranza degli Stati di ricostituire blocchi antagonisti e non forniscono alcuna soluzione alle carenze di ogni tipo”.

E’ solo l’inizio.

Giovanna Capelli

Esecutivo del Partito della Sinistra Europea

1 Il Ministro dell’Istruzione, che ha sollevato la indignazione degli insegnanti quando chiedeva loro di diminuire al massimo gli spostamenti per frenare la epidemia di Covid variante Omicron e se ne stava alle Baleari a dettare le regole alle scuole.

2 Castaner, 52 anni, faceva parte degli stretti collaboratori del Presidente Macron . Ex socialista, era ministro per i rapporti con il Parlamento, Segretario del movimento En Marche, poi Ministro degli Interni. Lui stesso ammetteva di avere avuto una gioventù. turbolenta e di avere frequentato la malavita di Marsiglia.

3 Proveniente dall’alta nobiltà e nominata Ministro della Funzione Pubblica nel 2020 ha tentato di riformare la struttura potente della Amministrazione pubblica francese attraverso i criteri della aziendalizzazione, della competizione e del rendimento, introducendo precarietà e insicurezza del lavoro.

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