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Altra Informazione, Blog, Cronache Politiche, Cronache Sinistra Europea, Cronache Sociali, Culture, Editoria Libera, Politiche di Rifondazione, sanità e salute, Storia e Lotte — Giugno 11, 2022 10:24 am

L’Istat ha reso disponibili i dati di mortalità giornaliera per età, genere e comune di residenza dal 1° gennaio 2019 al 30 marzo 2022. Analisi dell’epidemiologo Cesare Cislaghi su epiprev.it

Sovramortalità e mortalità Covid 2020-2022

Pubblicato da franco.cilenti

Si è molto dibattuto sulla reale causa dei decessi della popolazione positiva al test Covid e si è proposto di distinguere tra morti “per” e morti “con” Covid. Non si entra qui nel merito della discussione pur ritenendo che, soprattutto nelle fasi tragiche dell’epidemia, la correttezza della compilazione della scheda di morte non può essere stata elevata soprattutto per i deceduti all’esterno degli ospedali. Diversa opinione si avrebbe invece per delle analisi che fossero eseguite direttamente sulle cartelle cliniche dei pazienti ricoverati in ospedale e costì deceduti. È poi anche probabile che ci siano stati, soprattutto al di fuori degli ospedali, dei decessi per Covid certificati diversamente.

L’approccio di questa nota prescinde dalle cause trascritte nelle schede di morte e utilizza semplicemente i dati di mortalità generale.

La mortalità generale 2011-2019 per giorno dell’anno

L’Istat ha reso disponibili i dati di mortalità giornaliera per età, genere e comune di residenza dal 1° gennaio 2019 al 30 marzo 2022. Sono qui analizzati solo i totali nazionali giornalieri prescindendo dalle età e dal genere; gli andamenti della media e del coefficiente di variazione relativi ai nove anni dal 2011 al 2019 sono riportati nei grafici sottostanti. I valori sono “lisciati” utilizzando delle medie mobili settimanali, cioè centrate a sette giorni.

01-fig-1-sovremortalita.png
02-fig-2-sovramortalita.png

La media dei nove anni mostra una mortalità più elevata all’inizio dell’anno sino a fine maggio, poi un periodo stabile a minor mortalità che invece riprende a crescere all’inizio di settembre.
La variabilità tra i nove anni è elevata nei primi due mesi (a causa probabilmente delle epidemie influenzali non sempre ugualmente presenti) e nel mese di luglio (a causa probabilmente delle giornate di elevato calore, anch’esse non sempre presenti).

La regressione lineare delle frequenze dei nove anni è rappresentata dalla linea rossa punteggiata.

03-fig-3-sovrasmortalita.png

I decessi negli anni hanno diversa frequenza, con un range tra 610-660 mila, e una tendenza alla crescita. La crescita ovviamente può dipendere dal mutare del totale della popolazione, dalla sua struttura per età e genere e dai diversi rischi intervenuti. Queste variazioni possono non essere le medesime nei giorni dell’anno e per questo si è preferito stimare l’andamento della mortalità per ogni giorno dell’anno calcolando sui nove anni una regressione logaritmica; di seguito si riporta l’andamento di slope e intercetta di tutti i 365 giorni dell’anno. Per semplicità i decessi del 29 febbraio degli anni bisestili sono stati assegnati a metà ai due giorni adiacenti.

04-fig-4-sovramortalita.png
05-fig-5-sovramortalita.png

Lo slope risulta maggiore dell’unità per quasi tutti i giorni dell’anno e quasi stabile tranne nei primi due mesi; l’andamento dell’intercetta invece risulta molto simile a quello della media.

06-fig-6-sovramortalita.png

Stimando con i modelli regressivi la mortalità giornaliera del 2019, si può verificare che l’andamento risulta molto simile a quello dei dati reali. E questo giustifica il passo successivo, cioè la stima dei valori attesi giornalieri dei decessi del 2020-2022 nell’ipotesi che questi anni seguano l’andamento dei nove anni precedenti stimato con i modelli esponenziali. In questo modo la stima dei decessi attesi non dovrebbe risentire eccessivamente delle variazioni dei totali della popolazione e neppure dei cambiamenti della struttura per età che dovrebbero esser considerati nei modelli regressivi nei decessi di ciascun giorno dal 2011 al 2019.

La sovramortalità negli anni dell’epidemia Covid

La mortalità attesa sulla base dei dati 2011-2019 è qui confrontata con i dati della mortalità Istat pubblicati sino al mese di marzo 2022; si osserva come in alcune fasi la mortalità effettiva sia molto superiore alla mortalità attesa, e questi sono i giorni in cui vi è stata un’elevata mortalità da Covid.

07-fig-7-sovramortalita.png

Dal 24 febbraio 2020 al 31 marzo 2022 sono risultati nei giorni di sovramortalità 169.399 decessi e nei giorni di sotto mortalità -11.214 decessi,  per un totale quindi di 158.185 decessi in più di quelli attesi.

Sovramortalità e mortalità dichiarata Covid

Questa sovramortalità si può confrontare con i dati di mortalità rilasciati da ISS/Ministero Salute e si osservano i due seguenti andamenti dal 24 febbraio 2020 al 31 marzo 2022:

08-fig-8-sovramortalita.png

La differenza tra la sovramortalità così calcolata e la mortalità dichiarata come dovuta al contagio con il virus SARS-CoV-2 ha il seguente andamento (le linee verticali dividono le annate):

9-fig-9-sovramortalita.png

Si può ipotizzare che all’inizio della pandemia ci sia stata molta maggior sovramortalità rispetto alla mortalità Covid e così anche nell’autunno, e ciò potrebbe esser stato determinato da decessi Covid non riconosciuti, oppure da decessi non direttamente dovuti al Covid, ma determinati da assenza di assistenza durante il lockdown.

All’inizio del 2021 invece la mortalità Covid elevata non sembra abbia determinato una sovramortalità e ciò potrebbe derivare dall’assenza di decessi dovuti a epidemie influenzali negli anni presi a riferimento.

Infine nell’inverno 2021/2022 la mortalità Covid sembra di nuovo non aver comportato una maggior sovramortalità; oltre alla ripetuta mancanza di epidemie influenzali potrebbe esserci stato anche un effetto successivo all’harvesting, cioè una riduzione nella popolazione dei soggetti fragili più a rischio già precedentemente deceduti.

I dati dal 1° gennaio 2020 (55 giorni prima dell’inizio dell’epidemia) al 31 marzo 2022  risultano essere i seguenti:

10-fig-10-sovramortalita.png

La mortalità Covid risulta essere di 26.447 decessi superiore alla sovramortalità calcolata, cioè il 16,6%, e questa parte dei decessi notificati come decessi Covid si potrebbe ipotizzare che ci sarebbe ugualmentre stata anche in assenza dell’epidemia.

La mortalità attesa nei prevalenti positivi

Un calcolo differente puo essere eseguito stimando la mortalità che ci si potrebbe attendere negli anni 2021-2022 se la popolazione prevalente positiva Covid morisse come il totale della popolazione in periodi non Covid.

Nei 58.983.122 soggetti della popolazione italiana per il 2021 si potevano attendere 662.069 decessi all’anno, cioè 1814 al giorno, corrispondenti a 31 decessi giornalieri ogni milione di abitanti.

Considerando che la popolazione contagiata ha una struttura per età e genere non eccessivamente differente dalla popolazione generale, come si può constatare nel grafico, si può allora ipotizzare che, se non ci fosse stata l’epidemia durante i giorni del loro contagio, i soggetti positivi avrebbero avuto una mortalità simile a quella della popolazione generale. In realtà la popolazione generale è più anziana della popolazione contagiata e quindi la mortalità attesa di questa probabilmente sarebbe stata inferiore, ma qui grossolanamente la si considera simile.

11-fig-11-sovramortalita.png

Si sono considerati, per ogni giornata dell’anno, i decessi attesi nella popolazione italiana dal 24/2/2020 al 31/3/2022, e li si sono divisi con la stessa proporzione di quella nella stessa giornata tra la popolazione contagiata prevalente e la rimanente non contagiata La somma per l’intero periodo dei decessi di questi ultimi risulta di 1.539.183 mentre risulta di 11.279 nella popolazione prevalente positiva. La frequenza di 11.279 rappresenta sul totale dei decessi reali notificati dei positivi Covid una percentuale del 7,09%. I due grafici seguenti rappresentano il primo l’andamento dal 24/2/2020 al 31/3/2022 dei decessi per qualsiasi causa attesi nella popolazione contagiata e l’andamento dei decessi notificati come Covid ed il secondo il rapportlo tra i dure, cioè attesi su osservati.

13-fig-13-sovramortalita.png
12-fig-12-sovramortalita.png

È interessante notare che dal 24/2/2020  la percentuale dei decessi notificati nei positivi Covid che si sarebbe verificata anche se non fossero stati contagiati è cresciuta moltissimo, come si vede soprattutto per il 2022, in quanto è cresciuta molto anche la prevalenza di contagiati mentre la loro letalità è diminuita ai valori attuali attorno al 2 per mille. Il 1° gennaio 2022, ad esempio, la prevalenza di contagiati era di 2.734.906  soggetti, cioè il  4,6 % della popolazione italiana, mentre il totale dei morti attesi era di 2.468 e quindi la stessa percentuale del 4,6% applicata ai decessi ne stimava 114 nella popolazione contagiata prevalente mentre i decessi notificati tra i positivi Covid erano 227, quindi la percentuale dei probabili causati da cause non Covid erano 114/227= 50,2%. Nel grafico le percentuali però sono calcolate sulle medie mobili a sette giorni e non sui dati puntuali di ogni giorno, e questo riduce i valori estremi e rende il grafico più smussato.

Conclusione

I calcoli riportati possono servire solo per orientarsi nella valutazione dei decessi dichiarati come decessi Covid. La mortalità attesa dei positivi prevalenti in assenza di Covid sarebbe del 7% rispetto al totale dei decessi dichiarati per tale categoria. La sovramortalità generale nel periodo della pandemia rispetto ai nove anni precedenti è del 16,6% in meno della mortalità dichiarata come Covid. Ciò potrebbe portare a ritenere che da una parte i “veri” decessi Covid siano solo il 93% di quelli dichiarati, ma anche che durante l’epidemia ci sia stata una minor mortalità per altre cause, pari al 16,6%, compensata dalla mortalità Covid.

14-fig-14-sovramortalita.png

Se questi conti fossero giusti, come almeno grossolanamente speriamo che siano, allora i decessi in più dovuti alla pandemia dal 24/2/2020 sino al 31/3/2022 sarebbero “solo” 132.783 cioè l’8,1% dei 1.645.503 deceduti per tutte le cause nello stesso periodo. Poi forse ha poca rilevanza, tranne che a livello clinico,  se siano morti per o con Covid dato che si può ritenere che non sarebbero deceduti in questo periodo se non ci fosse stata l’epidemia, quindi sono decessi in più comunque dovuti all’epidemia. Se poi ci fossero stati altri decessi da Covid non diagnosticati, questi rientrerebbero comunque nella quota dei decessi che compensano la possibile sottomortalità che si sarebbe verificata in assenza dell’epidemia. È infine probabile che questa sottomortalità sia dovuta a un precedente effetto harvesting che ha fatto anticipare il decesso, per Covid o per altro, dei soggetti più fragili della popolazione.

Sembra quindi potersi escludere che l’epidemia abbia prodotto una sovramortalità superiore a quella attribuibile direttamente al Covid; sarà però interessante poter analizzare, appena verranno rilasciate, le schede di morte per valutare quali delle cause dichiarate siano cresciute o diminuite rispetto agli anni precedenti.

Cesare Cislaghi

9/6/2022 https://epiprev.it

Tags: Cesare Cislaghi Covid-19 epidemia COVID-19 epidemiologia istat Istituto Superiore di Sanità Ministero della salute mortalità Covid Pandemia patologie pregresse prevenzione salute Roberto Speranza RSA salute pubblica vaccini varianti covid
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Autore: franco.cilenti

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