Strage continua. Un operaio dell’Ilva ucciso a Taranto.

“Questa mattina all’Ilva di Taranto si è verificato l’ennesimo incidente mortale ai danni di un lavoratore. Angelo Fuggiano, di 28 anni, dipendente della ditta Ferplast, è morto travolto da un’enorme fune d’acciaio. E’ la quarta morte sul lavoro in pochi giorni – dopo quelle di Carrara, Monfalcone e La Spezia, e senza contare i lavoratori delle Acciaierie Venete di Padova che lottano per rimanere in vita. Sono i numeri di una mattanza; un bollettino di guerra che ci dice una cosa inequivocabile: nell’Italia di oggi, nell’Italia del Jobs Act e della precarietà di massa, la vita di lavoratori e lavoratrici vale meno del denaro che le imprese devono spendere per garantire condizioni di sicurezza.
All’Ilva si tratta – come accade molto spesso – della cronaca di una morte annunciata: lavoratori delle ditte degli appalti esterni che lavorano fino a 12 ore, non si investe su sicurezza e manutenzione, i sindacati avevano scioperato poco tempo fa proprio denunciando la situazione.
Questo è il volto feroce della nuova lotta di classe: quella che i ricchi stanno portando avanti contro la gente che lavora. Per contrastare questa offensiva è necessaria la più ampia mobilitazione, in tutto il paese, fuori e dentro i luoghi di lavoro.
Rifondazione Comunista si stringe accanto alla famiglia di Angelo Fuggiano e sostiene ogni iniziativa di lotta che verrà messa in campo dalle rappresentanze dei lavoratori.
Per i governi e le imprese salvare la vita di lavoratrici e lavoratori non è un’emergenza da affrontare.
Ci vuole uno sciopero generale per pretendere che il prossimo governo ponga fra le sue priorità la sicurezza nei luoghi di lavoro e il ripristino e l’estensione dei diritti cancellati negli ultimi anni”.

Maurizio Acerbo e Enrico Flamini, segretario nazionale e responsabile Lavoro di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

17 maggio 2018

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