T.T.I.P. Il nemico alle porte

T.T.I.P. Il nemico alle porte

AMI. Bit. Bnt. Cge. Cepr. Ceta. Eci. Epa. Fmi. Fqd. Fta. Gatt. Gp. Gue. Ig. Igp. Ilo. Isds. Nafta. Nato. Ngl. Ocse. Ofse. Onu. Tafta. Tbd. Tisa. Ttip. Unctad. Wto…

No, non sto dando i numeri, ma solo elencando i tali e tanti acronimi che si trovano, uno dopo l’altro, in questo libro che ho appena finito di leggere; gli acronimi, cioè le sigle all’inglese con le quali il Sistema si identifica (o, meglio, si maschera).

È appunto uno di tali acronimi il tema di questo libro: titolo “TTIP”, autori Paolo Ferrero, Elena Mazzoni, Monica Di Sisto – DeriveApprodi, pag. 178, € 13 – e sottotitolo “L’accordo di libero scambio transatlantico. Quando lo conosci lo eviti”.

Più che un sottotitolo, una avvertenza.

TTIP, appunto, che si sa di lui?  Di nuovissimo conio e altissimo lignaggio, il fanciullesco acronimo significa soltanto: Transatlantic Trade and Investment Partnership; Ttip, appunto, Accordo transatlantico di libero scambio di commercio e investimenti. “Soltanto”questo; e che male c’è?

Niente, se non fosse, appunto, che gli acronimi servono a quello, sia a identificare sia a mascherare. Nel caso Ttip, “solo” a mascherare. Lo spiegano bene, punto per punto, capitolo per capitolo, gli autori: con l’intento di fare informazione, ma soprattutto controinformazione (insomma, sollevare la maschera).

Ebbene, sollevata la maschera, il Ttip, come il famoso Re, è nudo e appare quello che è: un Mostro Galattico. Niente di fantascientifico. Anzi, tutto molto reale, concreto,  tangibile, e completamente “postato” sulla nostra pelle (nel senso letterale del termine).Ttip, ovvero <non un accordo commerciale qualsiasi>, bensì < un trattato che pone la libertà degli investimenti e la libera circolazione delle merci al di sopra di ogni altra libertà o diritto>.

Al di sopra. Con tale semplice “al di sopra”, il Ttip ha cioè libertà di mettere le mani sulle <questioni dell’alimentazione, del lavoro, dell’ambiente, dei beni comuni e dei servizi>. Insomma, il Ttip, nel suo piccolo, <ridefinisce il ruolo degli Stati – e quindi della sovranità popolare – nel rapporto con le multinazionali>.

Caso mai non fosse chiaro, ci troviamo di fronte a una vera e propria <riscrittura del rapporto tra democrazia e mercato>; tanto più che il Ttip, <per le grandezze che mette in campo – stiamo parlando delle due maggiori economie mondiali – è destinato a fissare standard per tutto il mondo>. Il mondo Ttip, dove il “mercato” è <trattato come divinità>.

Guardiamolo allora bene, e da vicino, questo Ttip. Il via al negoziato comincia nel giugno 2013, nel corso del G8 in Irlanda del Nord, pronubi personaggi “sospetti” come Manuel Barroso, Barack Obama, David Cameron, Herman Van Rumpy: Unione Europea e Usa lì riuniti, con ciò intendendo ovviamente anche Fondo monetario internazionale, Nato, Organizzazione mondiale per il commercio,

G7, ecc ecc. E con ciò intendendo che Ttip vuol dire il coinvolgimento appunto delle due maggiori economie mondiali, Ue e Usa: le cui relazioni commerciali, <ogni giorno muovono, in termini di beni e servizi, circa 2,7 miliardi di dollari e generano dai 3.000 ai 4.000 miliardi di dollari di investimenti diretti esteri>. Tanto per dire.

Ttip, dunque, tra i due Grandissimi del Mondo, a che scopo? Semplice (pag. 16): Il Ttip rappresenta una straordinaria opportunità <per le grandi lobby economiche di entrambe le sponde politiche dell’Atlantico, di trarre profitto dall’armonizzazione delle normative, dall’abbassamento degli standard, dalla riduzione dei costi di transazione>. E, se non bastasse, <da una maggiore possibilità di entrare in mercati finora preclusi>.

Ttip uber alles. Infatti, il benemerito Partenariato transatlantico ha il precipuo obiettivo di consentire la creazione di <un blocco geopolitico Ue-Usa, che permetterebbe alle due parti una leadership culturale ed economica nei confronti dei cosiddetti Brics, paesi dalle economie emergenti, come Cina, India, Brasile, Russia e Sudafrica>.

Per dire, il mondo in pugno, diviso in due blocchi e ritorno alla Guerra Fredda (e anche a quella Calda, all’occorrenza…)

Nel silenzio totale – a tutt’oggi il Ttip, ormai a sei mesi dalla presentazione, il prossimo giugno, resta argomento secretato – il Mostro si aggira. È il Dio-Mercato,npretende sacrifici. Umani.

Il libro ne fa un pauroso e circostanziato elenco. Dalla democrazia ridotta a simulacro, allo Stato “privato”, alla guerra transatlantica tra poveri, alla manomissione globale del welfare, al sequestro dei diritti civili, all’abolizione della sovranità popolare e pure della Rivoluzione francese…

Richiedonsi sacrifici. Umani.

Maria R.Calderoni

2/5/2016 www.rifondazione.it

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