Il Ministro per gli affari regionali, Boccia, ha presentato la bozza di un disegno di legge in cui si prescrive la definizione dei LEP, che, all’apparenza, dovrebbe essere la condizione necessaria per varare le Intese differenziate con le Regioni; invece, si precisa nel testo che esse potranno essere siglate se, entro dodici dall’entrata in vigore della legge, i LEP non saranno stati definiti. Più in generale i LEP pongono il problema se essi sono atti a rispettare l’osservanza delle disposizioni dell’art. 3 Cost., in quanto, nelle leggi fin qui approvate, sono declinati come ‘prestazioni minime’, quindi non sufficienti a garantire la rimozione degli ostacoli – in qualunque dimensione si presentino – che impediscono il pieno sviluppo della persona. Emergono, poi, questioni di democrazia: chi decide i LEP? Nella ‘bozza Boccia’ si prosegue nella linea tecno-burocratica, proponendo che un Commissario, sostenuto da organi tecnici, li definisca, come se non fossero i cittadini a dover manifestare i propri bisogni e preferenze.
Autonomia differenziata. Verso la rottura dell’unità nazionale?
La cosiddetta secessione dei ricchi – ovvero la richiesta di maggiore autonomia da parte di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna – è un segnale lampante della rottura di quello che si potrebbe definire il ‘patto implicito’ che ha tenuto insieme Nord e Sud del Paese, ovvero un patto basato su una divisione del lavoro che ha storicamente visto le imprese […]