Dal 18 gennaio, grazie a una nuova Stolperstein (Gunter Demning è venuto a Trieste per la sesta volta e ne ha posizionate 15) si può inciampare nel Porrajmos (chiamato anche Samudaripen), il genocidio dei Rom e Sinti perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati, che ha visto inghiottire 500.000 mila persone. La storia che vogliamo raccontare oggi è ambientata fra l’Isonzo e Trieste, che, all’epoca dei fatti, facevano parte della Operationszone Adriatisches Küstenland, sotto il diretto controllo -dopo l’armistizio- della Germania nazista.
Inciampare nel Porrajmos
Piazza Unità di Italia, Trieste 18 settembre 1938. E ancora Trieste, piazza della Libertà, 18 gennaio 2023, un km fra queste due piazze cittadine e un filo rosso che metaforicamente le unisce. La prima si ricorda (anche) per l’abominio della proclamazione delle leggi razziali che hanno portato alla Shoah italiana, la seconda da oggi può essere ricordata per una piccola […]