Il buono e il cattivo di uno statista. La legge di riordino del SSN del 1992, 502/92, non si limitava a introdurre la trasformazione delle Usl in aziende, ma prevedeva la creazione di un sistema sanitario parallelo e alternativo al servizio sanitario nazionale, in mano alle assicurazioni e alle mutue volontarie. Questo avveniva col governo Amato, Di Lorenzo ministro della sanità. Nel 1993 un nuovo governo, presieduto da Azelio Ciampi, modificò la legge vanificando il tentativo di liquidare un sistema sanitario unitario e universalistico. Ciampi viene presentato come colui che ha restituito prestigio all’Italia. Non è vero: Ciampi con Andreatta, nel 1981, decise la separazione tra la Banca d’Italia e il Ministero del Tesoro. Quella decisione ha obbligato lo stato italiano ad approvvigionarsi sui mercati, diventando preda della speculazione internazionale. Da quel momento ed a causa di quella decisione, l’Italia ha visto crescere il suo debito pubblico in modo esponenziale: Ciampi ed Andreatta sono i veri padri del debito pubblico italiano, che da decenni viene usato come una clava contro il welfare e i diritti dei lavoratori.
Quando Ciampi salvò il Servizio sanitario nazionale.
Il 1992 fu un anno disastroso per l’economia italiana e per i suoi conti pubblici. Per conseguire il pareggio di bilancio il governo di allora, presieduto da Giuliano Amato, varò una manovra finanziaria da 100 mila miliardi di lire, la più importante dal dopoguerra, che prevedeva fra l’altro il prelievo forzoso del 6‰ dai conti correnti delle banche italiane, eseguito […]