Ricorre spesso in questi giorni il richiamo ad un’autonomia solidale, ad una ragionevole autonomia, ai LEP: nei termini individuati dalle bozze di intesa che disponiamo, nessuna autonomia può essere concepibile. Il Titolo V della Costituzione, riformato nel 2001, dispone intrinsecamente la possibilità di differenziare su base regionale i diritti universali delle persone e le caratteristiche dei contratti, non più collettivi e nazionali; tanto basta a farci ritenere irricevibili non solo le proposte stesse, ma i tentativi di mediazione. Sempre più urgente la comprensione del pericolo eversivo che l’autonomia differenziata comporterebbe: ancora oggi tra la maggior parte dei cittadini il tema è praticamente sconosciuto.
Il separatismo nordista attacca
Il governatore Cirio a Torino nel convegno celebrativo della Corte dei conti ha rilanciato sull’autonomia differenziata. Forse per la presenza di Mattarella ha aggiunto una mozione degli affetti richiamando la bandiera italiana (Stampa Torino, 02.10). Ma le carte cantano. E le pretese del Piemonte per quel che si sa sono ricopiate da quelle del Veneto, mentre è firmato l’asse con […]