Il percorso avviato dal Governo si avvale della sciagurata modifica del Titolo V della Costituzione, al comma 3 dell’art 116, inoltre, si sfrutta un vuoto normativo denunciato più volte dalla Corte costituzionale: dal 2001, infatti, nessun Governo ha trovato il tempo di definire i LEP, i livelli essenziali delle prestazioni sociali e civili da garantire in misura omogenea a tutti i cittadini italiani, ovunque residenti. Livelli che vanno definiti dal governo centrale per assicurare a tutte/i le/i cittadin* (dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia) la stessa qualità e quantità di servizi garantiti dalla Costituzione, poi ci sono i Lea – livelli essenziali di assistenza – cioè quelli che stabiliscono le prestazioni e i servizi che il SSN è tenuto a fornire a tutt* i/le cittadin*, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket) in qualsiasi regione, senza distinzione tra Nord, Centro e Sud. In questo quadro vi sarebbe una ricaduta negativa prioritariamente sulle regioni del Sud e sugli abitanti non ricchi di tutt’ Italia con la progressiva privatizzazione dei servizi.
Lea sanità, i nuovi indicatori per misurare l’assistenza e l’esigenza di investimenti
I nuovi criteri sulla misurazione dei Lea ci dicono quello che già sappiamo sul nostro sistema sanitario: necessità di investire nella prevenzione, nel potenziamento del territorio, a partire dal rapporto con i MMG, riduzione delle inappropriatezze nel ricorso ad un sistema ancora troppo ospedalocentrico per mancanza di presa in carico del paziente lungo tutta la filiera assistenziale, forte potenziamento delle strutture intermedie […]