A 9 anni dalla pronuncia della Corte di Giustizia europea affinché l’Italia cancelli le discriminazioni del part time verticale ciclico, niente è cambiato. E non importa se ce lo disse la Corte di Giustizia europea nell’ormai lontano 2010 che questa discriminazione doveva finire. Da allora a oggi quella pronuncia, che pure sembrava una cosa maledettamente seria, è stata trattata come una boutade, rimanendo lettera morta. L’imbarazzo con cui ogni governo da allora a oggi si è speso timidamente in annunci e promesse non è mai diventato norma concreta e riparazione dovuta.
Il grande imbroglio del part time ciclico, 100.000 lavoratori derubati dei contributi
E la chiamano estate. Anche quella delle lavoratrici degli appalti delle scuole, quando le scuole chiudono. Quella delle produzioni stagionali, quando non è più tempo di barrette di cioccolato, ma di gelato alla fragola. Quella di oltre centomila persone che nella bella stagione – bella per gli altri – si ritrovano le tasche vuote, perché il loro lavoro resta sospeso, chiude per […]