Quanto accaduto a Manduria è la prova di come tutto il contesto in cui ha operato la banda dei giovanissimi bulli sia da rieducare. Episodi di criminalità accadono ovunque e si perdono anche nella notte dei tempi, ma sono più alte le probabilità che accadano dove regna una società malata di indifferenza e di paura, una società solipsistica, pronta a privatizzarsi più che ad aprirsi all’accoglienza e all’idea del bene comune, dove il diverso viene ignorato nei diritti primari. In una società che priva i giovani del futuro, che non tutela gli anziani, che non riconosce i diritti di genere, che rinnega i più fragili, è più facile che s’inneschino fenomeni all’arancia meccanica favoriti dal silenzio di chi sa e tace
“Arancia meccanica” a Manduria
“Andiamo a giocare con il pazzo”. Questo era il passatempo preferito dei bulli di Manduria. Giocare con il pazzo, ovvero torturarlo. Menti incapaci di pensare, di elaborare razionalmente la successione dei fatti e di staccare la spina dal vuoto, dal nulla. Corpi che si muovono nello spazio come poveri automi. Invisibile è ai più la loro follia. Agiscono senza freni inibitori, […]