A fronte di questa gigantesca tragedia socio-economica, la classe politica in tutte le sue sfaccettature si indigna e mostra contrizione. Il Di Maio di oggi che alza la voce contro la Whirlpool è il Calenda di ieri che tuonava contro la Embraco. Si fa un po’ di teatrino contro l’ingordigia del capitalista di turno e si nascondono le uniche due verità che spiegano la voluta impotenza della politica di fronte allo scempio della deindustrializzazione e dell’espulsione dei lavoratori
Whirlpool: una storia di ordinario ricatto
La mattina del 31 maggio scorso gli operai della Whirlpool del sito di Napoli trovavano chiusi i battenti della propria fabbrica di lavatrici. Il giorno stesso la multinazionale di elettrodomestici nord-americana annunciava la volontà di smantellare lo stabilimento di Napoli, lasciando sul lastrico circa 420 lavoratori, per delocalizzare la produzione in Polonia. Iniziava – o meglio continuava, viste le numerose […]