“Vogliamo studiare dentro scuole e università pubbliche, non nelle basi militari. Questa proposta è un insulto a centinaia di migliaia di studenti scesi in piazza nell’ultimo anno per chiedere al Governo maggiori investimenti nella pubblica istruzione. Il Governo dovrebbe occuparsi di innovare la didattica, garantirci gli strumenti per decidere cosa studiare per migliorare il nostro futuro e la società in cui viviamo. Invece vogliono insegnarci la cultura militare, in pieno stile da antico regime.” Giacomo Cossu, coordinatore nazionale del sindacato studentesco
Mini-Naja: educazione militare d’élite per tempi di guerra
Il 27 marzo la camera ha approvato quasi all’unanimità la proposta di legge sulla cosiddetta “mini naja”, un percorso formativo in ambito militare, volontario e non retribuito, della durata di sei mesi per i giovani diplomati di età compresa tra i 19 e i 22 anni. Crediamo sia importante inquadrare correttamente questo provvedimento, sia come anticorpo contro lo schiacciamento del […]