Multinazionali della moda e Campagna “Abiti Puliti”. Il governo di Tirana vanta la crescita delle capacità produttive e le condizioni di lavoro del settore dell’abbigliamento. Le lavoratrici tessili lo smentiscono senza esitazioni. Tefta Buci ha trovato il coraggio di denunciare la verità davanti alle telecamere: pressioni, violenze, insulti, ricatti, molestie sessuali, lavoro in nero e sottopagato. Lei è stata per dieci anni dipendente di un’azienda italiana, amministrata da un albanese, che è anche proprietario di una piccola quota azionaria. L’azienda è specializzata nella cucitura di calzature e nella modellistica. Fra le marche più note per le quali lavorava, Buci ha menzionato Valentino, Jimmy Choo, Disquared, Louboutin, Fendi, Versace, Aurelien, Hermes, and Philipp Plein. Tefta è stata licenziata per aver organizzato scioperi considerati illegali e aver tentato di fondare un sindacato in fabbrica. Per vedere riconosciuta l’illegittimità del suo licenziamento, ha portato il suo caso in tribunale.
Tefta non ha più paura
I giornalisti di Faktoje, che hanno scritto questo articolo, tradotto dalla Campagna Abiti Puliti, hanno assistito alle udienze. ll 6 ottobre 2018 il primo ministro albanese Edi Rama ha visitato una delle più grandi fabbriche di abbigliamento di Durazzo. Nel corso della visita ha affermato che grazie agli incentivi economici del governo le imprese del settore hanno visto crescere negli ultimi anni la loro capacità produttiva e hanno […]