La donna era al lavoro nei campi: il marito denunciò le condizioni di lavoro delle persone reclutate dalle agenzie facendo scattare l’inchiesta sul caporalato. Attraverso vari documenti gli inquirenti hanno stabilito che i braccianti erano oggetto di un sistematico sotto-pagamento mediante un riconoscimento di minori giornate lavorate, senza trasferte e straordinari rispetto a quelle dichiarate. In particolare Ogni singolo bracciante iniziava il proprio tragitto verso le campagne del Nord Barese alle 3.30 del mattino, per fare poi ritorno a casa alle 15.30 circa, ma agli stessi sarebbe stata corrisposta una retribuzione giornaliera di 30 euro a fronte dei circa 86 euro previsti. Un caporalato quindi non più caratterizzato dai classici elementi di violenza ma attuato mediante comportamenti subdoli e attraverso lo scudo dell’agenzia di lavoro interinale
In memoria di Paola, morta di fatica e sfruttamento
Morta di fatica. Paola Clemente è morta di fatica. Nel 2015, il 13 luglio. Esattamente quattro anni fa. Nelle campagne di Andria, contrada Zagaria. Mentre era intenta all’acinellatura dell’uva, un’attività massacrante, che costringeva questa signora di 49 anni a stare per ore con le braccia tese e il capo rivolto verso l’alto, per individuare e scartare i chicchi più piccoli, perché sulle […]