Nel provvedimento si stabilisce che le proprietà sequestrate alla criminalità vengano riassegnate al “miglior offerente”, ovvero spesso gli stessi mafiosi. Anziché sostenere il riuso sociale si punta quindi a fare cassa su un patrimonio pubblico, derivante dalla restituzione ai cittadini di un maltolto. La logica del libero mercato colpisce come una clava il principio del valore della cooperazione.
Beni confiscati, così il decreto sicurezza favorisce la mafia
La storia del movimento antimafia è lunga, quasi quanto quella delle mafie. Negli anni abbiamo conosciuto questo movimento con diversi nomi: lotta per la terra, per il lavoro, per la libertà dei braccianti e degli operai di fine ‘800 e inizio ‘900; l’abbiamo poi ritrovato nelle vertenze politiche e sociali del Mezzogiorno durante il secondo dopoguerra. Sindaci e consiglieri comunali, […]