Pareva un fortino inespugnabile. All’interno dell’ex aeroporto militare di Isola Capo Rizzuto, una distesa di 16.200 metri quadri avvolta dalle torrette e dal filo spinato, si è consumato per anni un business sulla pelle dei migranti. Convenzioni stipulate e rinnovate, una teoria di ministri e sottosegretari a far passerella, e un impero di intoccabili. Fino a ieri. Il castello edificato negli anni dal parroco e dal governatore si è sgretolato all’alba di una giornata di maggio, il mese mariano. E in questa storia di mafia, religione e imprenditoria corsara, tutto non nasce per caso.
Migranti, falsità e razzismo
Prima Mafia-Capitale, adesso ‘Ndrangheta- crotonese, sembra che la gestione dei migranti sia solo appannaggio di ladri e mafiosi. È chiaro che se l’opinione pubblica italiana viene bombardata con queste notizie senza avere un quadro complessivo della situazione e delle responsabilità, dati circonstanziati, consegniamo l’Italia al più becero razzismo. Sarà facile far circolare espressioni quali «lo Stato finanzia le mafie grazie […]