Da qualche anno bande contrapposte si contendono la gestione dell’austerità a livello europeo: da un lato c’è l’ancien régime, rappresentato da popolari, socialisti e liberali e che detiene il potere dalla nascita del progetto comunitario; dall’altro scalpitano i nuovi barbari, in salsa sovranista, neo-fascista e reazionaria. Entrambi gli schieramenti condividono l’architettura di fondo delle istituzioni europee e il loro ruolo storico di dispositivo di repressione, controllo e freno al progresso sociale. Al di là di sfumature e dettagli, l’unica ragione del contendere è quindi l’amministrazione del potere
È morto il Re, viva il Re: i governi passano, l’austerità resta
Nel mese di agosto abbiamo assistito ad una delle crisi politiche più peculiari della storia repubblicana. Il Capitano Salvini, che fino a un momento prima dettava l’agenda di governo fino all’ultima virgola con l’acquiescenza totale degli alleati 5stelle, decide di sfilarsi dall’esecutivo. Scelta di cui si pente evidentemente un minuto dopo, verosimilmente a seguito di sonore tirate d’orecchie di padroni […]